Crisantemo ok, purché programmato

Con la destagionalizzazione, regolando di continuo illuminazione e oscuramento, si riesce a soddisfare la forte richiesta del mercato

Per i più avveduti e lungimiranti produttori pugliesi di crisantemo ha un senso coltivarlo solo se programmato, tale cioè da raccoglierlo e offrirlo sul mercato per quasi l’intero anno. Limitare la produzione alle canoniche feste commemorative dei primi di novembre, quando l’offerta viene gonfiata da tanti piccoli produttori e i prezzi calano, non suscita l’interesse dei “programmisti”. Questi hanno compreso da tempo che il crisantemo, con le sue numerose varietà multiflora ricche di colori, è sempre più apprezzato dai consumatori e che è possibile “destagionalizzarlo” programmandone la coltivazione, cioè regolando di continuo, opportunamente, l’illuminazione e l’oscuramento.

Paolo e i figli Francesco e Flavio Tatoli, titolari della Tatoli Fiori di Terlizzi (Ba), coltivano 0,7 ha a crisantemo programmato dal 2010, dopo anni di produzione limitata a poche serre raccolte in autunno, a ottobre-novembre: ora lo trapiantano ogni settimana da fine gennaio a metà novembre e lo raccolgono da maggio a febbraio. Maria Parisi, floricoltrice di Ruvo di Puglia (Ba), lo scorso giugno, pur priva di esperienza nella coltura, ha introdotto subito, su 0,25 ha, il crisantemo programmato, effettuando trapianti quindicinali per raccoglierlo fino al prossimo marzo.

Programmato

«Per noi il crisantemo programmato costituisce la coltura principale, oltre a 0,3 ha dedicati al Lilium – dichiara Paolo Tatoli -. Cinque anni fa abbiamo estirpato le colture praticate fino ad allora, come le rose su terreno, non più competitive rispetto alle rose coltivate da altri fuori suolo, e deciso di specializzarci sul crisantemo programmato. E per intraprendere questa strada abbiamo investito, ad esempio acquistando un buon impianto di oscuramento, utilizzabile esclusivamente nella coltivazione programmata del crisantemo. La nostra scelta non è stata casuale: il mercato chiede tutto l’anno il crisantemo, uno dei fiori più apprezzati insieme con la rosa e il Lilium. E i nostri clienti, grossisti e fioristi, sanno che per nove mesi possono contare su un prodotto bello, integro, perfetto, di alta qualità, o approvvigionandosene al mercato dei fiori di Terlizzi oppure ritirandolo di persona in azienda».

Parisi è specializzata nella coltivazione, su circa 0,5 ha, di girasole, Aster, tulipani, violacciocche, garofano cinesino e Lisianthus, ma ha scelto il crisantemo come valida alternativa alle altre colture floricole.

«Se devo coltivare crisantemo, allora punto su quello programmato. Non ha senso lavorare con il crisantemo stagionale. Certo, richiede attenzione e investimenti per l’illuminazione, l’oscuramento e il riscaldamento, perciò lo coltivano in pochi. Ma il crisantemo programmato non è difficile da coltivare, in fondo è una coltura “matematica”, come il girasole che coltivo programmato da anni: basta soddisfare, seguendo precise regole, le esigenze, variabili nel tempo e alquanto diverse per ogni varietà, di illuminazione e oscuramento per ottenere buoni risultati. Poi la fertirrigazione, la difesa fitosanitaria e le altre tecniche colturali fanno il resto. Pur senza alcuna esperienza con il crisantemo, riesco a produrre steli molto belli, che vendo al mercato dei fiori di Terlizzi. Ma diversi clienti li apprezzano così tanto che si premurano di venire ad acquistarli direttamente in azienda».

La tecnica

Le cure verso il crisantemo cominciano, per i Tatoli e per Parisi, che seguono la medesima tecnica colturale, già all’arrivo in azienda delle talee radicate in cubetto di torba.

«Stendiamo le reti che ci fanno da guida, e poi accompagneranno le piante nella loro crescita, e iniziamo a trapiantare. Per i trapianti delle prime quattro settimane, da fine gennaio a fine febbraio, adottiamo una densità di 60 piante/m², perché, - spiega Francesco Tatoli - a causa delle rigide temperature, non cimiamo le piante in modo da non forzarle eccessivamente e ottenere da ognuna di esse almeno un bello stelo con tanti fiori. A fine febbraio riduciamo la densità a 30 piante/m², perché, trascorsa una settimana dal trapianto, effettuiamo la cimatura delle piantine asportando l’apice dello stelo sopra la prima coppia di foglie completamente sviluppate, per favorire la formazione di getti laterali in corrispondenza dell’ascella di ogni foglia e quindi di almeno altri due-tre steli».

Brevidiurna

Il crisantemo è una pianta brevidiurna, che ha bisogno ogni giorno di 14 ore di buio e 10 ore di luce: quindi fiorisce quando il giorno è relativamente breve, di lunghezza inferiore a un determinato punto critico. Perciò, al fine di evitare che, durante l’inverno, la diminuzione della quantità di luce naturale e quindi l’allungamento del periodo di buio stimolino l’induzione alla fioritura prima del tempo dovuto, i Tatoli e Parisi adottano un programma di illuminazione elastico, che varia mese per mese, cioè con il mutare delle condizioni luminose esterne, finché le piantine raggiungono l’altezza di 30 cm.

«Le piantine non cimate, a stelo singolo, sono più veloci nella crescita di quelle cimate, che presentano due o più steli. Perciò - sottolinea Flavio Tatoli - a esse, tra gennaio e febbraio, bastano quattro settimane di luce per arrivare ai 30 cm di altezza. Illuminiamo cinque ore ogni notte, da tre ore dopo il tramonto a tre prima dell’alba. Ogni ora la dividiamo in due cicli, ciascuno costituito da 6 minuti di luce e 24 minuti di buio, quindi in un’ora somministriamo 12 minuti di luce effettiva. Alle piantine cimate, a febbraio, possono bastare quattro ore a notte per cinque-sei settimane, per raggiungere i 30 cm; tuttavia se il cielo è nuvoloso per molti giorni, tanto da ridurre la quantità di luce naturale, possiamo illuminare anche cinque ore a notte. Poi a marzo diamo tre ore di luce a notte, ad aprile due, a maggio una o una e mezza. Già dalla fine di febbraio-prima settimana di marzo, appena le piante hanno raggiunto i 30 cm, cominciamo a oscurare per otto settimane, sempre dalle sei del pomeriggio alle otto di mattina, per garantire le 14 ore necessarie di buio: così a fine aprile cogliamo i primi crisantemi. Le piantine trapiantate a giugno e a luglio non ricevono luce esterna, ma le oscuriamo. Invece quelle trapiantate da agosto in poi non vengono più oscurate. A quelle trapiantate ad agosto diamo una-due ore di luce, a settembre due-tre ore. A ottobre non cimiamo più le piantine e diamo quattro ore di luce».

Da novembre

Da metà novembre i Tatoli non trapiantano più. Con le basse temperature tardo-autunnali e invernali sono costretti a riscaldare ad almeno 15-16°C per favorire l’induzione a fiore. «Ma il gasolio costa troppo, per cui - evidenzia Paolo Tatoli - dopo l’induzione a fiore ci limitiamo a riscaldare il giusto, per impedire che la temperatura interna alle serre scenda sotto i 5-6°C ed evitare che le piante soffrano il gelo, i petali si macchino e la qualità complessiva del prodotto scada. L’impianto di oscuramento automatico, specifico per la coltura del crisantemo, ha un effetto termico durante le notti invernali, con chiusura dalle 22 alle 4-5 di mattina, che ci permette di guadagnare almeno un grado o più di temperatura su quella esterna. Inoltre, a differenza del film plastico, il telo oscurante non forma condensa».

Quando termina il periodo dell’illuminazione e le piantine hanno raggiunto i 30 cm di altezza, Parisi, come i Tatoli, effettua «il primo trattamento nanizzante, il secondo alla formazione dei boccioli, per avere una fioritura uniforme. Poi attendo altre tre-quattro settimane per la fioritura, sempre dando, se necessario, l’oscuramento, che tolgo quando i fiori sono già aperti e ben colorati».

Parisi ha cominciato a trapiantare i crisantemi a fine giugno, piantine che ha cimato, raccogliendo i primi steli a fine settembre.

«Il crisantemo ha un ciclo di 90 giorni, durata variabile in funzione dell’andamento climatico e in particolare della temperatura esterna: se questa è di circa 35-40°C anche prima dei tre mesi, se è di circa 15°C qualche giorno in più. Quest’anno, coltivando per la prima volta il crisantemo e non avendo un mercato già certo, ho compiuto i trapianti ogni 15 giorni rispetto ai consueti sette: ho preferito periodi più lunghi, andare più cauto. Tuttavia, mentre gli altri produttori di solito lo raccolgono a fine gennaio, io ho effettuato gli ultimi trapianti a fine novembre, di piantine i cui steli li raccoglierò a marzo: sarà però necessario dare luce e riscaldare, quindi più impegnativo e costoso. Spero che il prezzo di vendita ripaghi i costi più elevati».

Crisantemo ok, purché programmato - Ultima modifica: 2015-03-22T15:24:06+01:00 da Lucia Berti

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome