Fragoline di bosco, fuori suolo da sviluppare

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serra fragoline di bosco
Garantisce all’azienda dei fratelli Valitutto una produzione costante per dodici mesi all’anno

Sicignano degli Alburni, un paese in provincia di Salerno posto a 600 metri sul livello del mare. A fare da cornice naturale l’imponente catena dei Monti Alburni.
Qui hanno sede le aziende agricole del Fratelli Antonio e Gerardo Valitutto, coadiuvati dall’agronoma di famiglia Iolanda.
Nei Monti Alburni, la tradizione della raccolta di fragoline di bosco, nelle immense distese boschive, risale ancora prima degli anni ‘50. Questo tipo di attività rappresentava un’economia familiare di integrazione e supporto al reddito. Ma a partire dagli anni ‘70 si tramuta in coltivazione su piccolissime aree seppur di varietà fiorenti una sola volta all’anno. Tutte le coltivazioni presenti a quell’epoca erano a pieno campo, senza nessun tipo di protezione, e quindi soggette a rischi, soprattutto danni da intemperie.
Antonio Valitutto orgoglioso di quanto sia riuscito a costruire fino ad oggi afferma: «La nostra storia, iniziata negli anni 70, ci ha portati, per attitudini personali e distanze geografiche, a crearci un certo grado di autonomia in tutti i settori: dalla selezione varietale, la produzione delle giovani piantine, alla trasformazione e vendita diretta. Il nostro ciclo produttivo – continua Valitutto – inizia dal vivaio che ci permette di programmare in autonomia, controllare la qualità su tutta la filiera, sperimentare e ricercare nuove selezioni. Il Vivaio produce sia per l’azienda sia per il mercato professionale. Alleviamo prevalentemente giovani piante di Fragoline di un clone che abbiamo selezionato con la collaborazione dell’Istituto di Frutticoltura di Cesena, denominandola la “Valitutto”. Quest’ultima rappresenta la nostra unica tipologia di coltivazione».
L’organizzazione aziendale
Tutti gli aspetti nutrizionali e fisiologici delle piante nell’azienda Valitutto sono seguiti direttamente e personalmente da Antonio anche se da circa 2 anni è coadiuvato dal nipote Carmine, sopratutto per quanto riguarda la gestione dell’impianto irriguo.
Gerardo Valitutto è responsabile di tutti gli impianti presenti nelle aziende: elettrico, idrico e strutturale.
I Fratelli Valitutto precisano che la scelta del fuori suolo è stata obbligata dal far sì che la produzione si potesse avere tutto l’anno. Vivendo e lavorando in uno splendido posto, alle falde dei Monti Alburni, il lungo e rigido inverno e i terreni scoscesi avrebbero lasciato poche settimane di raccolto. Il trapianto tradizionale avviene da giugno ad agosto la cui produzione inizierebbe in autunno e finirebbe a dicembre per poi ricominciare la raccolta nel mese di aprile.
I Valitutto programmano le raccolte anche e sopratutto nei periodi di vuoto.
Seguendo le strategie aziendali si fa in modo che la disponibilità di fragoline, sia presente tutto l’anno e si cerca di raccogliere nei periodi di maggiore interesse commerciale per le altre: le fragole da aprile a dicembre, il lampone da ottobre a dicembre e da aprile e maggio, infine le more, da giungo ad agosto e da ottobre a dicembre.
Il substrato
Nella scelta del substrato diversi cambiamenti sono stati apportati in questi anni: torba, perlite, pomice ecc. Potenzialmente tutti possono essere buoni ma bisogna scegliere in funzione di tre fattori: il costo del materiale, i costi di gestione e la compatibilità con la pianta.
Nell’ultimo triennio, facendo una valutazione generale, i Valitutto sono approdati al cocco che per loro rappresenta la sintesi migliore ma non si precludono nessuna strada.
Il cocco è substrato naturale organico molto resistente, rimane indeformato anche dopo molti anni di utilizzo, tende a compattarsi dopo il primo anno, ma nell’azienda salernitana si stanno studiando altre modalità di manutenzione che permetterà di usarlo con buoni risultati per più anni.
I sesti d’impianto, come tutta la fase produttiva, ha subito nel corso degli anni tante variazioni. In particolare si tende a dare sempre più spazio alle piante. La produzione di fragoline è passata dalle 90.000 ad ettaro alle 15.000/20.000 di oggi.
Le fragole vanno a 50.000 piante circa ad ettaro, rispetto alle 70.000 che si mettono a terra. Coltivando solo varietà rifiorenti, San Andreas, Albion, in un ciclo molto lungo, è nata l’esigenza di dare più spazio alle piante, perchè hanno la caratteristica di uno sviluppo vegetativo molto importante.
Il lampone viene piantato a 15.000 piante ad ettaro mentre per la mora 10.000 piante massimo ad ettaro.
Innovazione
La continua ricerca di migliori soluzioni produttive è l’humus che dà vita all’azienda. A tal proposito i fratelli Valitutto hanno dedicato una serra alla sperimentazione tecnica e varietale della fragolina, con la quale cercano di collaborare con diversi istituti di ricerca. Ma il loro lavoro mira anche ad un altro obiettivo: miglioramento delle tecniche colturali. Infatti, ripartono con le nuove piantine ogni anno anzichè ogni due, come tradizionalmente si fa. È stato previsto tra l’altro anche un aumento degli interventi di sfoltimento delle foglie allargando il sesto d’impianto. Così facendo si permette una maggiore areazione ed illuminazione dei frutti di fragolina al fine di migliorare la brillantezza del colore e la consistenza.
«Naturalmente – affermano i Valitutto – siamo consapevoli che questo significa aumento dei costi e riduzione delle quantità di prodotto ad ettaro, ma la necessità di proporre al mercato un frutto eccellente è prioritario. Molto impegno dedichiamo alla selezione delle varietà di fragolina. Purtroppo ci siamo resi conto che quest’ultime nel mondo della ricerca, rispetto alle fragole, hanno un interesse minore. Dieci anni fa le fragole avevano massimo 6°Bx; le fragoline 11°Bx. Adesso, con le nuove selezioni, la fragola arriva anche a 13°Bx , mentre la fragolina è rimasta a 11°Bx. Stiamo lavorando alla ricerca e selezione di cloni che siano più dolci ma senza tralasciare l’aroma, un colore più brillante, migliore tenuta alla manipolazione ed al trasporto, minore suscettibilità all’oidio».
Riscaldamento
I Fratelli Valitutto ci parlano di un’innovazione obbligata ma anche molto costosa che ha riguardato la fase iniziale della loro attività ossia l’investimento inerente il sistema di riscaldamento delle serre. Nella loro azienda tutto è iniziato nel 2000 con il primo impianto a gasolio. L’aumento del prezzo del carburante ha fatto in modo di cambiare nel 2010 le caldaie, passando alla “Sansa di Olive”. Fino al 2014, quando la possibilità di usufruire dei contributi di GSE per l’utilizzo di materia prima meno inquinante, hanno installato in una delle loro aziende, un nuovo impianto alimentato a “Cippato”. Ma le ambizioni dei Valitutto vanno ben oltre, infatti gli stessi affermano che, se le condizioni lo permetteranno, vorrebbero aprire un’attività di industria boschiva così da poter essere autonomi anche nell’approvvigionamento del legno, agevolati dal fatto che il loro territorio ha una tradizione in tal senso.
Antonio Valitutto afferma: «Il sistema di riscaldamento mi permette di produrre nei periodi più difficili, raccogliendo prodotto di buona qualità e di preparare molto meglio la pianta alla produzione primaverile ed estiva. Il miglioramento produttivo in termini di qualità, quantità e tempo, ci permette anche e soprattutto di potere produrre “lavoro” per i nostri collaboratori, sia la coltivazione in campo, sia il confezionamento, sia la commercializzazione, senza soluzione di continuità. La nostra azienda ha la sua sede nell’entroterra della provincia di Salerno. I paesi sono piccoli e ci conosciamo tutti. Gli abitanti sono persone di valore e siamo consapevoli che i nostri operai sono il motore dell’azienda, senza i quali nulla sarebbe possibile. Per il momento siamo ancora alla ricerca della migliore utilizzazione dell’impianto in funzione delle piante di Fragolina. Questa è la prova che abbiamo ancora molto da imparare. Con rammarico devo ammettere che non ci sono termini di paragone a cui ispirarsi e non ci sono conoscenze in questo settore. Non ci sono informazioni e studi legati alle nostre realtà».
Mercato
La distribuzione dei prodotti provenienti dall’azienda Valitutto avviene in confezioni refrigerate. La consegna si effettua con camion frigo di loro proprietà in tutta la regione Campania e si avvalgono di mezzi di trasporto adeguati per effettuare la consegna in tutta Italia. I clienti a cui rivolgono i loro prodotti sono grossisiti specializzati nei piccoli frutti, la grande distribuzione organizzata, i mercati generali ma anche negozi qualificati e pasticcerie del territorio. Da qualche anno hanno strutturato anche un laboratorio per la trasformazione in confetture delle fragoline, fragole, more, lamponi, e ribes. Quest’ultimo settore lo segue Maurizio Valitutto che si occupa della distribuzione direttamente ai negozi e della vendita on line attraverso il sito internet per il commercio elettronico dell’azienda.
Ambiziosi sono i programmi per il futuro. L’evoluzione, in termini di qualità del prodotto, non può che prevedere anche la produzione in biologico sia per il fresco che per le confetture. Per questo obiettivo i Valitutto hanno acquisito un terreno che utilizzeranno per iniziare la conversione al bio. Inoltre stanno lavorando alla produzione e commercializzazione di una fragolina che abbia eccellenti qualità organolettiche e confezionate in un packaging evoluto che ne allunghi la shelf life e ne preservi forma ed aroma. Questo permetterà di offrire al mercato un prodotto eccezionale.
Difesa
Iolanda Valitutto, agronoma in famiglia, dichiara: «Pur essendo una coltivazione senza terra che non ha mai soluzione di continuità nel tempo, l’obiettivo aziendale è raccogliere i nostri frutti senza residui di agrofarmaci. Per il suo raggiungimento ci siamo affidati al cosiddetto “Controllo Biologico” che nella nostra azienda è iniziato con i primi test, nel 2005. Gli strumenti a supporto sono i classici prodotti per la difesa biologica: gli organismi entomopatogeni ed antagonisti, gli insetti ed acari utili, coadiuvati da una adatta gestione agronomica ma sopratutto un monitoraggio in campo continuo. Questo metodo, ci allarga la possibilità di difesa, arrivando a curare le cause dei patogeni e non solo i sintomi. Inoltre, usandoli con oculatezza, proteggiamo l’efficacia degli agrofarmaci ricorrendo loro solo ai momenti di emergenza, dopo che tutti gli altri strumenti sono stati utilizzati. In questo modo, siamo arrivati al risultato che nella campagna agraria 2014/2015, abbiamo avuto successo su tutta la linea, raccogliendo prodotto senza nessun residuo in quantità e qualità estremamente soddisfacenti. La modalità di coltivazione delle fragoline della nostra azienda, che non si interrompe mai, ci permette attraverso il controllo biologico, di godere di ulteriori importanti vantaggi. La presenza in azienda del vivaio, ad esempio, ci mette in condizione di iniziare prestissimo l’inoculo, ancora prima di arrivare al trapianto definitivo».
Ad esempio per controllare il ragnetto rosso, l’agronoma di Sicignano degli Alburni sostiene che distribuendo il Phytoseiulus persimilis sui trapianti autunnali, ha consentito loro di ritrovare un equilibrio per tutta la primavera ed estate successiva. Il fitoseide è molto flessibile nel suo utilizzo e permette con soddisfazione di poterlo distribuire in tutte le stagioni. Molta attenzione va posta alla modalità di distribuzione in campo. Si deve fare sempre omogeneamante e con capillarità. Una volta distribuito nella totalità del campo, se ne controlla l’evoluzione delle popolazioni, reagendo all’occorrenza con distribuzione localizzata. Massima attenzione va data alla gestione agronomica, in particolare ad inizi estate ed in autunno. Lo stesso sistema viene applicato su tutte le altre loro colture: fragola, lampone e more, dove si riesce ad avere sempre ragione del ragnetto rosso.
Tripidi
Sempre per la peculiarità di produrre 12 mesi all’anno con il riscaldamento invernale, purtroppo anche la presenza del tripide nei fiori e sui frutti di Fragolina è costante. Per la maggior parte dei mesi si distribuisce il predatore Orius laevigatus con risultati eccellenti relativamente in breve tempo. Ma a novembre e a febbraio il clima non favorevole all’antocoride li ha portati a provare la distribuzione anche dell’acaro predatore di tripidi: Amblyseius cucumeris. Una tecnica molto valida ed utile durante questo strano inverno. Ora bisogna vedere nei prossimi anni.
Sulle fragole, che vanno in produzione in primavera, prima di iniziare i lanci di Orius, non si effettua nessun trattamento insetticida anche perché in passato hanno avuto enormi difficoltà di riproduzione. I trattamenti fatti nei mesi invernali, anche a molte settimane dal lancio, sono molto pericolosi perché non si riesce a stabilire la degradazione dei principi attivi nei confronti dell’entomofauna utile. Dal 2013 i Valitutto hanno deciso di abbandonare questa pratica che causava solo rischi inutili e ritardi nella riproduzione. Anche per le Fragole come per le Fragoline, il fattore caratterizzato dalla gestione del clima in serra, riveste importanza basilare per la colonizzazione dell’Orius.
Afidi
In primavera ed in autunno, vi è la presenza di Afidi su tutti i tipi di coltivazione. «Negli ultimi anni – afferma Iolanda Valitutto - abbiamo dovuto convivere con il Macrosiphum euphorbiae. Molto difficile da controllare per la sua alta capacità di riproduzione, facile adattamento al clima e, non ultima, la sua posizione sulla pianta che rende difficilissimo da raggiungere con i trattamenti. Per trovare un equilibrio ci aiuta moltissimo il predatore Chrysoperla carnea che lo “caccia” in ogni punto della pianta. In primavera c’è anche la presenza dell’Aphis gossypii che controlliamo con il parassiotide Aphidius colemani. In generale ci aiutano molto i polisaccaridi naturali che hanno anche un effetto detergente sulla melata».
Mosca bianca
Riguardo al problema della mosca bianca (aleurodidi) Iolanda Valitutto sostiene che per molti anni, era solo una presenza sporadica ma da tre anni la presenza è in aumento ed i danni sono diventati importanti. Per il suo controllo, all’inizio della stagione e dove necessario, si è provveduto alla distribuzione del parassitoide di neanidi: Eretmocerus eremicus. Per ogni tipo Aleurodide, aiuta molto l’utilizzo di polisaccaridi naturali sia per il controllo degli adulti e delle neanidi sia per la pulizia delle foglie, dalla melata e dalla fumaggine.
Si è iniziato a programmare il trapiantato in serra di piante trappola, per ospitare ed allevare il predatore Macrolophus pygmaeus, che sulla pianta di fragolina non si riprodurrebbe, ed attrarre gli adulti di aleurodidi.
Duponchelia
Nel 2010 l’azienda Valitutto ha avuto i primi danni dal lepidottero Duponchelia fovealis che tende a posizionarsi e a fare danni al colletto e alle radici. Quindi difficile da raggiungere con i trattamenti specifici per i lepidotteri
Si è iniziato così ad installare delle trappole per il monitoraggio e dopo qualche tempo si è deciso di aumentarne il numero fino a 10 ad ettaro, ottenendo il risultato di una buona cattura massale. Di tanto in tanto si usa anche trattare in modo localizzato con una doccetta alternando due prodotti biologici: il batterio Bacillus thuringiensis ed il nematode entomoparassita Steinernema carpocapse. I risultati sia dei nematodi entomorassiti sia del bacillus, sono sempre molto buoni, in particolare nelle coltivazioni in vaso. Dallo scorso anno si sta provando un predatore: l’Atheta coriaria. I primi risultati sono stati molto interessanti.
Ozziorrinco
Anche l’ozziorrinco è presente quasi ogni anno in campo da settembre a novembre, causando danni importanti. Per il suo controllo delle larve, l’azienda Valitutto, usa i nematodi entomoparassiti della specie Heterorhabditis bacteriophora.
Anche il lepidottero nottuide, Spodoptera littoralis, è oramai una presenza costante da luglio a ottobre. Predilige il clima temperato, quindi lo si ritrova più facilmente nell’azienda Valitutto con sede nel comune di Eboli che è a pochi chilometri dal mare, ma non disdegna neanche Sicignano degli Alburni pur essendo a circa 600 m.s.l. Per il suo controllo sono state utilizzate sia le trappole ai feromoni per la cattura massale sia il Bacillus thuringiensis var. kurstaki e aizawaii.
La drosophila
L’azienda Valitutto raccoglie anche in piena estate, da giugno a settembre e il problema della Drosophila suzukii è molto forte. Iolanda racconta: «Dopo il primo anno di confusione e sorpresa, il 2014, abbiamo iniziato a fare pratiche agronomiche, usare agrofarmaci chimici e strumenti biologici che insieme ci stanno facendo superare sufficientemente il problema. Su fragolina, se escludiamo qualche caso particolare, siamo sempre riusciti a non subire danni importanti. I danni prevalentemente sono su fragola. La difesa inizia senz’altro dalla pulizia in serra durante la raccolta. Si cerca di raccogliere il più spesso possibile, di non lasciare frutti marci a terra ma di portare tutto lo scarto fuori chiudendolo in contenitori ermetici prima di interrarli. Nei periodi più sensibili si tratta con principi attivi che sono abbastanza compatibili con l’entomofauna utile. Stavamo aspettando qualche novità dalla lotta biologica e quest’anno inizieremo a distribuire un nuovo parassitoide, al quale dedicheremo molta attenzione e dal quale abbiamo molte aspettative. Le trappole per la cattura massale all’aceto, molto in voga in questi anni, non mi hanno dato nessun risultato soddisfacente. Sono molto laboriose da preparare, se ne devono installare moltissime, hanno bisogno di una manutenzione settimanale ed in fine, non sono utili nemmeno per monitorare perché quando arrivano nelle trappole sui frutti ci sono state g

Fragoline di bosco, fuori suolo da sviluppare - Ultima modifica: 2016-05-17T14:49:44+02:00 da Lucia Berti

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