Comparto floricolo, svoltosi il primo incontro nazionale

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Si è svolto a Roma il 22 luglio il primo incontro nazionale degli imprenditori del comparto floricolo, convocato da Assofloro. L’evento è sorto dalla necessità di confronto e sintesi rispetto al dialogo con il settore, iniziato durante il lockdown.

Presenti quasi 50 imprese floricole tra le più rappresentative del Paese, che producono circa il 60% del prodotto floricolo italiano. Oltre a delle figure tecniche che hanno supportato la discussione, il confronto e le riflessioni emerse dagli imprenditori.

L’inizio di una nuova era

Nada Forbici, presidente di Assofloro

In apertura, la presidente di Assofloro Nada Forbici ha evidenziato la necessità di dare dignità al settore. Un aspetto ampiamente ripreso negli interventi degli imprenditori, anche in merito all’innalzamento e alla tenuta dei prezzi di piante e fiori. Più volte si è ribadita la necessità del dialogo tra le imprese e l’utilità di unire le forze. Un aspetto fondamentale, ora più che mai.

Se il timore era quello di un incontro “già visto”, se ne esce invece con grande entusiasmo, forti soprattutto del fatto che i tempi sono cambiati. Oltre all’esperienza fuori dalla norma, infatti, l’avere toccato il fondo in termini di mancanza di guadagno e il cambio generazionale hanno segnato il passo verso una nuova era per il mondo floricolo italiano.

Mercati, profitti e Gdo

I temi trattati sono stati relativi all’andamento del mercato, alla necessità di un’attenta analisi costo-prezzo, fino alla promozione del prodotto italiano. In più, si è aperta una seria discussione relativamente al rapporto con la Gdo. Questa, impiegando i prodotti floricoli come articoli civetta che fungano da richiamo per la clientela, condiziona in modo sostanziale la sopravvivenza dei tradizionali canali di vendita specializzati. Dunque è stata discussa l’utilità della normativa del prezzo sottocosto legata al prodotto floricolo venduto dalla Gdo.

Fondamentale il dialogo tra le aziende

Sottolineata la criticità dei prossimi mesi in merito alla mancanza di prodotto, che dovrebbe portare all’applicazione del prezzo fluttuante e non del prezzo fisso. Necessario definire uno standard di prodotto condividendo i dati di produzione. Di conseguenza si è capito perché il dialogo tra le imprese e la costante conoscenza del mercato e delle disponibilità di prodotto risulteranno sempre di più aspetti necessari e prioritari. È stato toccato anche l’argomento dei termini di pagamento e la necessità di pianificazione delle informazioni all’interno del sistema imprenditoriale.

Apprezzato il made in Italy, ma si deve comunicare

Evidenziata la ricerca del prodotto made in Italy, soprattutto a livello di vendita tradizionale. È stato sottolineato che i prodotti italiani possono fare la differenza sul mercato dal punto di vista qualitativo. Anche passando attraverso azioni strutturate di informazione e comunicazione, che devono far comprendere ai consumatori quale sia il significato di una produzione floricola e quali sono gli elementi produttivi che fanno la differenza nella durata del prodotto floricolo, in particolare all’interno della Gdo.

É emersa anche l’importanza delle azioni di comunicazione che spieghino il valore della produzione floricola. Il prodotto italiano porta con sé dei valori specifici che devono essere evidenziati. È necessario aumentare la qualità percepita del prodotto attraverso un marchio non fine a se stesso, ma spinto da una promozione forte che deve arrivare fino all’utente finale.

Il ruolo delle istituzioni e la concorrenza estera

La discussione è proseguita interrogandosi su cosa potrebbero fare le istituzioni per il settore floricolo e come potere interagire. L’obiettivo è di sfruttare l’attenzione al green degli italiani per creare il “bisogno” di acquistare maggiormente il prodotto pianta-fiore, ampliando così il mercato. Sono numerose le criticità esistenti anche prima dell’emergenza Covid, che oggi non possono più attendere e devono necessariamente rientrare all’interno della rete di comunicazione.

Si è parlato anche del problema legato alla concorrenza del prodotto estero. In particolare, del fatto che in alcune aree del mondo sono consentiti principi attivi per interventi fitosanitari non utilizzabili nelle nostre coltivazioni. Questo dev’essere posto come elemento di distinzione del prodotto italiano, che dà maggiori garanzie al consumatore finale.

Il futuro della floricoltura

La rappresentatività delle aziende del settore, le riflessioni e l’entusiasmo emersi da parte dei partecipanti all’incontro fanno pensare che si vada verso un rinnovamento della floricoltura italiana. Forse anche grazie a un cambio di mentalità legato al cambio generazionale, oltre a tutte le criticità che caratterizzano il settore e che sono emerse nuovamente, in modo pesante, a causa del Covid.

Questo è quello che fa ben sperare rispetto al proseguimento dei lavori e al raggiungimento degli obiettivi emersi durante l’incontro, che sono stati riassunti nella sintesi fatta in chiusura da Assofloro.

Comparto floricolo, svoltosi il primo incontro nazionale - Ultima modifica: 2020-08-04T15:15:41+02:00 da Paola Cassiano

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