Floricoltori in crisi, bisogna riorganizzare le attività

floricoltori in crisi

«Nel Barese i floricoltori sono ancora in crisi per l’emergenza sanitaria. Il settore, già gravemente compromesso dalla chiusura primaverile imposta dal lockdown, non può e non deve essere ulteriormente penalizzato. Anche in estate le cerimonie private hanno avuto un forte ridimensionamento, causando gravi ripercussioni sui produttori floricoli. Ottobre e novembre sono mesi importanti per il florovivaismo e non possiamo permetterci un'ulteriore battuta di arresto».

Questo è l’allarme lanciato da Giuseppe De Noia, responsabile organizzativo della Cia Levante e componente del comitato direttivo del Distretto Florovivaistico pugliese. Quest'ultimo ha sede a Terlizzi, il più grande mercato floricolo della Puglia. L’auspicio è di non arrivare a un altro lockdown che potrebbe portare alla chiusura dei cimiteri proprio nel periodo di commemorazione dei defunti.

L’appello di De Noia è improntato sulla responsabilità di tutti: «Cittadini e imprenditori agricoli in primis, nel rispetto delle regole e delle istituzioni. Bisogna ora porre in atto tutti gli strumenti di convivenza con l’emergenza per evitare l’azzeramento  di un importante settore economico del territorio nazionale».

Le proposte della Cia per il florovivaismo

«L’emergenza sanitaria ci impone una nuova organizzazione delle nostre attività. Facciamolo per il rispetto della salute e per la salvaguardia del settore. Prenotazioni delle commesse e consegne a domicilio possono essere uno strumento per garantire maggiore sicurezza. Consentiamo ai cittadini, nel rispetto della distanza sociale, di commemorare i propri cari defunti. Dobbiamo fare di tutto perché questi mesi di  programmazione della produzione non vadano a monte per la mancata commercializzazione dei prodotti floricoli. Il mancato reddito non troverebbe mai alcun ristoro, anche da eventuali contributi che potrebbero essere concessi dai sostegni regionali, nazionali o europei. Ci rivolgiamo all’Anci  perché siano messi in atto tutti gli accorgimenti per diluire la presenza dei cittadini nei cimiteri. Ad esempio, con il prolungamento degli orari di apertura. Oppure proponendo un ingresso in ordine alfabetico, come sperimentato nei mesi scorsi in alcuni comuni».

Il florovivaismo pugliese

Il comparto in Puglia è concentrato nei due poli di Terlizzi (in provincia di Bari) e Taviano (in provincia di Lecce). Rappresenta un settore di tutto rispetto, che a livello nazionale supera il 5% della Plv agricola. Con un valore complessivo di 185 milioni di euro, il florovivaismo pugliese costituisce circa l’11% della produzione nazionale. I volumi maggiori si realizzano dalla primavera all’inizio dell’estate.

Il lockdown legato all’emergenza Covid-19 ha bloccato tutto questo. Il comparto del fiore reciso sta andando al macero. Il settore florovivaistico pugliese con circa 1.500 aziende, circa 5mila addetti diretti, per una superficie di circa 1.500 ettari e una Plv pari al 6% di quella agricola regionale totale ha un’importanza considerevole nel sistema produttivo regionale. Notevole è l’indotto dei beni strumentali e dei servizi logistici e finanziari. Il comparto sviluppa inoltre una distribuzione capillare, con grandi e piccoli intermediari che garantiscono il trasferimento della merce deperibile in tempi brevi.

Floricoltori in crisi, bisogna riorganizzare le attività - Ultima modifica: 2020-10-29T09:00:52+01:00 da Paola Cassiano

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