I nuovi “agrofarmaci” sono gli insetti utili

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Sirfide adulto su fiore di peperone (foto Agrobìo)
Il mercato è in continua espansione e si sperimentano nuove tecniche, come il lancio a partire già dal vivaio

Il patto verde europeo (Green Deal) è parte integrante della strategia europea per l’attuazione dell’Agenda 2030. I principi della sostenibilità ambientale sono alla base degli obiettivi di crescita dell’Unione. In questo contesto, il sistema di coltivazione biologica svolge un ruolo chiave.

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Adulto di Cryptolaemus montrouzieri (foto V. Pappalardo)

Alcuni studi scientifici hanno rilevato di recente che la gestione biologica della coltivazione non solo permette il controllo dei parassiti tramite pratiche che aumentano i loro antagonisti naturali, ma aumenta anche le difese delle piante per prevenire danni anche in caso di infestazioni abbondanti.

 

Rotazione colturale, mantenimento della vegetazione spontanea, miglioramento della salute del suolo sono solo alcune delle strategie di riequilibrio dell’ecosistema agrario.

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Confezione di Aphytis melinus         (foto V. Pappalardo)

«L’ottimizzazione dei fattori della produzione – afferma Sebastian Nigro, ricerca e sviluppo Itaka Crop Solution – sarà il tema più importante per affrontare le prossime sfide agro-economiche. Gli agronomi devono essere i registi del “film agroevolutivo” che si sta delineando. La restrizione sull’impiego di molte molecole fitosanitarie potrebbe creare un momento di confusione per i produttori per cui, adesso come non mai, i tecnici devono convergere su un’agricoltura responsabile, sana, saggia, divulgativa, convincente. E devono fare squadra».

In questa condizione, l’impiego di insetti utili rappresenta un elemento chiave sia in pieno campo sia in ambiente protetto.

Un mercato in espansione

«Il mercato degli insetti utili, afferma Francesco Bourlot, responsabile sviluppo prodotti Koppert Italia, è in continua crescita da tempo, con percentuali di crescita annuali del 10-20%. In Italia si è iniziato intorno al 1990 con le colture orticole protette, ornamentali e aromatiche ad alto reddito, ma dal 2010 circa ha interessato anche le colture da pieno campo.

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Larve di Cryptolaemus montrouzieri (foto V. Pappalardo)

Oggi, in seguito all’aumento del numero di fitofagi, alla minore disponibilità di principi attivi, all’incremento delle resistenze e alla richiesta di prodotti a residuo zero, l’impiego di insetti utili è una delle strategie vincenti da integrare con altre pratiche agronomiche al fine di ottenere prodotti sostenibili e sicuri».

Koppert è leader mondiale nella produzione e commercializzazione di organismi utili. In Italia detiene la maggior parte del mercato, che ormai vale più di 25 milioni. Questo anche grazie alla sua presenza sul territorio che include venti tecnici e cinque magazzini per la movimentazione delle merci, punti chiave per la gestione di queste tipologie di prodotti. Si tratta di prodotti in flaconi o sacchetti/bustine da appendere alle piante, stoccabili solo per brevi periodi, disponibili ormai per un numero elevatissimo di fitofagi.

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Nesidiocoris preda la mosca bianca (foto Agrobio)

Equilibrio naturale

In Italia, per colture come il peperone, la copertura con gli insetti utili supera l’80%. «Il concetto chiave, afferma Giulio Criscione di Agrobío (Almeria, Spagna), è quello di ricreare l’equilibrio naturale. Per questo, prima di progettare la strategia di controllo biologico, bisogna prendere in considerazione alcune caratteristiche come: tipo di coltivazione, parassiti, vegetazione adeguata e pratiche per la gestione di temperatura e umidità.

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Lobularia inoculata
con Orius (foto Agrobio)

Altro aspetto da non tralasciare risulta anche lo storico dei trattamenti effettuati durante i mesi precedenti a quelli dei possibili lanci, così che non possano incidere negativamente sulla vitalità degli insetti utili».

In generale, in prevenzione si eseguono lanci con predatori e parassitoidi e, inoltre, si ricorre all’uso di piante rifugio come una banker plant.

 

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Adulto di Orius laevigatus si nutre di giovane tripide (foto Koppert Italia)

Agrobio, biofabbrica spagnola fondata nel 1995, azienda di riferimento in tutto il bacino del Mediterraneo, presente in più di 40 Paesi, continua a lavorare su diverse strategie, tra le quali spicca la gestione della biodiversità funzionale.

I progetti mirano principalmente ad attuare un controllo conservativo e migliorano il controllo biologico dei parassiti, favorendo la presenza di habitat per la fauna autoctona e contribuendo così all’ambiente e alla gestione sostenibile ed efficace delle produzioni agricole.

L’uso già dal vivaio

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Esemplare di Orius laevigatus
(foto V. Pappalardo)

«L’impiego di insetti utili già nella fase del vivaio, afferma Mattia Brugaletta, delegato tecnico di Agrobío in Italia, è una strategia consolidata in Spagna da diversi anni, soprattutto su colture quali melanzana e pomodoro. Questa tecnica consente l’insediamento anticipato dell’entomofago sulle piante garantendo, in serra, l’uniformità e un migliore sviluppo rispetto ai lanci tradizionali effettuati dopo il trapianto, permettendo di avere la presenza contemporanea di differenti stadi di sviluppo. Così facendo, nel lungo periodo, avremo una protezione completa della coltura in atto».

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Amblyseius swirskii
su peperone (foto Agrobio)

Nello specifico, il Centro Seia di Ragusa ha messo a punto la tecnica, appena descritta, che prevede il lancio in vivaio dell’insetto utile, insieme a un alimento che ne anticipa lo sviluppo in serra, dopo il trapianto.

In particolare, si impiegano alcuni insetti Miridi, predatori di uova e neanidi di Tuta absoluta e aleurodidi (B. tabaci e Trialeurodes  vaporariorum) e utili nella difesa di pomodoro da mensa e melanzana (Nesidiocoris tenuis in ambiente mediterraneo, centro e sud Italia; Macrolophus pygmaeus in ambiente continentale, Nord Italia e nei Paesi dell’Europa centrale).

Il controllo conservativo e le “banker plant”

Il controllo conservativo è uno strumento efficace per conservare e aumentare le popolazioni di insetti autoctoni e benefici ed è effettuato attraverso la gestione dell’habitat.
Consiste nel creare e favorire la biodiversità al di fuori delle serre, piantando siepi o barriere vegetali e, anche all’interno, tramite l’uso di isole vegetali.

Le specie vegetali più indicate sono piante autoctone che non favoriscano la proliferazione di malattie virali, che offrono risorse alimentari e riparo e che fioriscano sequenzialmente durante tutto l’anno producendo abbondante nettare.

Nelle piante, i nemici naturali non solo trovano riparo dalle condizioni climatiche avverse e/o dai predatori, ma anche cibo, prede e ospiti alternativi. Un controllo biologico sostenibile ed efficace nel lungo periodo può avvenire, quindi, grazie alla creazione di rifugi naturali (banker plant).

Queste sono piante nelle quali vengono inoculati dei parassiti che rapidamente le infestano. Successivamente, è possibile lanciare un mix di parassitoidi e di predatori, quali i sirfidi, così che potranno riprodursi e diffondersi nella serra prima che la coltura sia invasa dal fitofago dannoso, assicurandone la soppressione a lungo termine.

L’introduzione delle piante deve avvenire prima del trapianto della coltura, per consentire al sistema di stabilizzarsi. I sistemi banker plant possono essere mobili (es. in vaso), per separarli dalla coltura qualora fosse necessario effettuare qualche irrorazione.

Alcuni entomofagi utilizzati per la lotta biologica

Nesidiocoris tenuis, un miride usato per la difesa dalla Bemisia tabaci (vettore di virus su pomodoro, peperone e zucchino) e Tuta absoluta, utilizzando sistemi di banker plant basati su piante secondarie come Inula viscosa (Asteraceae) o Lagenaria longissima (Cucurbitacee). Encarsia formosa e Macrolophus pygmaeus, parassitoidi di aleurodidi in serra, invece, si impiegano piante di tabacco.

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Larva di Chrysoperla carnea
che preda afidi (foto Koppert Italia)

Amblyseius swirskii è un acaro fitoseide, predatore generico che si nutre di polline ma anche di diversi piccoli organismi, in particolare uova e forme giovanili di mosche bianche, oltre che piccole larve di tripide. Grazie alla sua rusticità e alla sua versatilità alimentare, A. swirskii è in grado di insediarsi facilmente in diverse colture quali peperone, melanzana, zucchina e altre, soprattutto nelle stagioni più calde e luminose.

Phytoseiulus persimilis è un acaro predatore molto vorace, usato per la lotta al ragnetto rosso (Tetranychus urticae) su orticole e ornamentali. Gli Orius laevigatus sono particolarmente interessanti per peperone, fragola, melanzana in quanto predano tutti gli stadi di tripidi, mentre le neanidi e le ninfe si alimentano solo di stadi giovanili. In assenza della loro preda, possono alimentarsi di altre specie fitofaghe e uova. Il loro sviluppo è altamente favorito dalla presenza della Lobularia maritima che funge da rifugio e nutrimento.


La biofabbrica di Ramacca, eccellenza siciliana

In linea con i cambiamenti necessari per garantire sostenibilità, sicurezza alimentare e migliorare la salute e la qualità della vita, anche la biofabbrica di Ramacca (Ct) dell’Ente di sviluppo agricolo ha avviato, ormai da diversi anni, una riforma strutturale.

Dopo sette anni di attività con conferimento gratuito e successivamente (dal 2012) a prezzo agevolato degli ausiliari entomologici per l’agrumicoltura siciliana in biologico, dal 2021 ha riformato la propria regolamentazione per l’acquisto degli insetti utili che prevede una quota di iscrizione annuale all’albo regionale (€ 15/ha/anno) e un contributo costituito dall’effettivo consumo delle tipologie entomologiche acquisite durante la stagione di difesa.
Nel dicembre 2021 ha stipulato con la ditta Bioequilibrium natural innovation di Colturano, in provincia di Milano, un accordo per la distribuzione triennale (2022-2024) “privilegiata” degli insetti utili prodotti presso la Biofabbrica.

A queste forniture si sono aggiunte nuove commesse per l’Ente che ha fornito Aphytis melinus anche a Bioplanet di Cesena e Biomip (Almeria, Spagna). Inoltre, tra ottobre e dicembre di questo anno, la Biofabbrica dell’Esa fornirà una base minima di 420mila Orius laevigatus alla Siriac di Ragusa, che verranno utilizzati per la lotta ai tripidi nelle serre del marsalese con l’obiettivo di estendere questo tipo di trattamento alla analoga ed estesissima orticoltura protetta della costa lucana. Inoltre, sempre con Siriac, sono in corso accordi commerciali per l’acquisto di Anagyrus peseudococci, la cui diffusione di utilizzo potrebbe essere consolidata nelle aree viticole di Mazzarrone e di Partinico.
Queste aziende di distribuzione privata acquisiscono all’ingrosso gli ausiliari biologici dalla Biofabbrica e li commercializzano sul libero mercato.

«Nel 2021, afferma Giuseppe Greco, dirigente dei Servizi allo sviluppo Esa, abbiamo servito 132 aziende distribuendo oltre 99milioni di insetti rappresentati principalmente da Aphytis melinus, Cryptolaemus montrouzieri, Leptomastix dactylopii, Anagyrus pseudococci, Chilocorus bipostulatus. Nel primo semestre 2022 abbiamo prodotto quasi 72,5 milioni di Aphytis melinus, Cryptolaemus montrouzieri, Anagyrus pseudococci e Orius laevigatus che andranno a servire 1.300 ettari di agrumeto, 170 ettari di vigneto e circa una decina di ettari di serre. Con il profilo maggiormente commerciale impostato sulla nuova gestione che vede la vendita a privati, la maggior parte delle superfici servite è regionale, ma sono in crescita anche le aree nazionali ed europee. Orius laevigatus, per esempio, serve per proteggere le coltivazioni in serra dai tripidi ed è molto richiesto in Campania, Basilicata e Lazio, mentre Anagyrus pseudococci protegge anche le viti ed è particolarmente richiesto in Puglia, Lazio, Veneto».

«Grazie a queste nuova impostazione commerciale, continua Greco, nel 2022 ci avviamo verso una maggiore sostenibilità finanziaria riferita alla produzione di questi mezzi di produzione biologici, con il duplice obiettivo di esercitare un’azione a supporto dell’agricoltura siciliana e di valorizzare un’eccellenza della nostra terra».

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I nuovi “agrofarmaci” sono gli insetti utili - Ultima modifica: 2022-10-04T17:13:54+02:00 da Lucia Berti

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