Precisione e sostenibilità

sostenibilità
Le baby leaf rappresentano il 60% del totale delle produzioni della O.P. “Rago” e sono ottenute con tecniche agronomiche di precisione
L’evoluzione delle tecniche agronomiche, l’attenzione all’ambiente e alle fasi di lavorazione collocano la O.P. “Rago” nella fascia dell’”alta qualità”

Fornire ai clienti una vasta gamma di prodotti di elevata qualità rappresenta la mission della O.P. Rago con sede a Battipaglia (Salerno), che annovera circa 30 produttori in Campania, Puglia, Lazio, Basilicata e Abruzzo che producono per la IV gamma su 240 ettari di cui 180 in coltura protetta.

«Per conseguire l’obiettivo che ci siamo prefissati – ci dice Rosario Rago, Direttore commerciale della O.P., che per la conduzione si avvale della collaborazione dei fratelli Antonio e Mariano – abbiamo realizzato un sistema di rintracciabilità ad hoc che ci garantisce circa gli standard produttivi richiesti».

sostenibilità
Da sinistra: Mariano, Antonio e Rosario Rago

I conduttori della O.P. possono essere considerati dei maniaci della “qualità a tutti i costi”, che viene perseguita fin dalle fasi iniziali del processo produttivo.

«Grazie ad una continua evoluzione delle tecniche agronomiche puntiamo sempre più verso un’agricoltura di precisione – spiega Antonio, responsabile della produzione della O.P. – riducendo al minimo gli input energetici. Ciò ci consente da un lato di ottenere un prodotto “pulito”, quasi a residuo zero, e dall’altro di contenere i costi di produzione riducendo, al contempo, l’impatto sull’ambiente».

Preparazione del terreno

A tal fine, tutto il ciclo di coltivazione è improntato alla sostenibilità ambientale e le operazioni di preparazione del terreno sono condotte con il minimo passaggio delle macchine.

«Il terreno viene preparato mediante la baulatura – aggiunge Antonio. La larghezza delle prode varia dai 160 ai 180 cm in relazione alla larghezza delle serre (moduli di 7,20, 8 oppure 9 metri). Le produzioni vengono fatte ruotare sui diversi appezzamenti ogni tre anni e ci adoperiamo con la solarizzazione o il sovescio mediante un mix di leguminose per disinfestare i terreni che restano fermi nel periodo estivo, mentre per diserbare i terreni negli altri periodi si ricorre al pirodiserbo, evitando di utilizzare prodotti chimici».

La semina

Anche per la semina si utilizzano macchine di ultima generazione.
«Stiamo passando dall’impiego di seminatrici meccaniche a quelle pneumatiche, che assicurano una migliore precisione nel posizionamento dei semi. L’uso di queste ultime è fondamentale nel caso della valeriana poiché va assolutamente evitato che i cotiledoni di questa specie entrino in contatto con il terreno che ne provoca la marcescenza con dequalificazione del prodotto».

Il controllo continuo e puntuale dei fattori climatici consente di intervenire con l’irrigazione solo in caso di effettiva necessità.

«Disponiamo di un sistema di sonde, collegate ad una centralina, che rilevano sia i valori dei parametri climatici (luce, temperatura, umidità) sia l’umidità presente nel terreno. I dati sono raccolti ed elaborati tramite un software e ci consentono di intervenire nel momento giusto garantendo sia un minor uso di acqua (l’apporto si riduce fino al 30%) sia una miglior stato di salute delle piante che si traduce in una riduzione degli interventi antiparassitari. Naturalmente, con l’acqua somministriamo, per via aerea, anche i nutrienti, con piani di concimazione “mirati” che, anche in relazione alla luminosità rilevata al di sotto della plastica, tengono conto dell’esigenza di limitare l’accumulo di nitrati nelle foglie delle baby leaf».

La difesa dai fitofagi

Anche nel caso della difesa dai parassiti si è assistito ad un’evoluzione verso tecniche sempre di maggiore precisione.

«Stiamo convertendo le classiche barre irroratrici con quelle di tipo elettrostatico – spiega Antonio –. In questo modo siamo in grado di ridurre la quantità di soluzione impiegata del 90% con un risparmio di antiparassitari del 20-30%. Naturalmente, il passaggio sta avvenendo gradualmente poiché è necessario sperimentare l’efficacia del trattamento per almeno due anni prima di adottarlo in maniera definitiva».

Nella O.P. “Rago”, comunque, si persegue la lotta integrata ricorrendo alla combinazione di varie tecniche per il controllo dei parassiti.

«Per la difesa dalle nottue, che rappresentano un grande problema soprattutto nei periodi caldo - umidi, ricorriamo all’impiego della lotta biologica mediante il Bacillus thuringiensis; per controllare l’altica, insetto molto dannoso per la rucola, utilizziamo reti alte 50 cm ai bordi delle serre che evitano l’ingresso dell’insetto nell’ambiente di coltivazione protetto. In definitiva, adottiamo una strategia combinata facendo ricorso alla lotta chimica solo se strettamente necessario e con dosi minime».

Le crittogame

La difesa dalle crittogame si basa principalmente sulla prevenzione.
«L’impiego di varietà resistenti e/o tolleranti ai principali patogeni (ad esempio la Bremia) e l’arieggiamento delle serre – aggiunge Antonio – rappresentano scelte fondamentali per contenere gli attacchi fungini. Inoltre, facciamo ricorso all’impiego di induttori di resistenza (prodotti contenenti molecole organiche stimolanti e funghi antagonisti) per fertirrigazione, sia nella fase iniziale della coltivazione sia in quella finale, nell’ottica di una gestione globale del ciclo di coltivazione».

La raccolta

Infine, anche la raccolta si realizza con un occhio attento all’ambiente.
«Siamo passati all’uso di macchine elettriche per la raccolta – precisa il responsabile della produzione – che ci consentono di avere un prodotto più “pulito” e ridurre l’inquinamento ambientale. In definitiva, abbiamo valutato che in base all’analisi LCA (Life Cycle Assessment) potremmo ottenere la certificazione ambientale; proprio per questo siamo alla ricerca di un partner della distribuzione disposto ad affiancarci nell’iniziativa».

La gamma produttiva

La O.P. “Rago” è impegnata nella produzione di ortaggi per la IV gamma e ha nelle baby leaf il prodotto di “punta”.

sostenibilità
Nell’ambito delle baby leaf la rucola rappresenta la specie maggiormente coltivata (circa il 70% del totale delle “erbette”).

«Le baby leaf – dice Rosario Rago – rappresentano il 60% della nostra produzione e, nell’ambito di queste, la rucola interessa il 70% del totale, mentre il restante 30% è rappresentato da tutte le altre specie, comprese le “orientali” (Mitzuna, Red Mustard e Tatsoi). Naturalmente, per completare i nostri numerosi mix produciamo anche altre orticole come cetriolo, carote, finocchi, zucchini, peperoni, pomodori, ecc.».

I prodotti sono consegnati con continuità per l’intero anno.
«Proprio per garantire continuità di fornitura e ridurre i rischi legati agli andamenti climatici avversi, le nostre produzioni sono ottenute in diverse aree produttive e in diversi ambienti di coltivazione (serra e pieno campo)».

Il mercato

Le produzioni della O.P. “Rago” sono commercializzate sia all’estero sia in Italia.
«Buona parte della nostra produzione invernale – precisa il Direttore commerciale – è indirizzata verso i Paesi del nord Europa (Svezia, Danimarca, Germania, Finlandia, ecc.); una quota è collocata sulla GDO nazionale, in particolare del centro – sud».
Il prodotto è venduto in vaschette con confezioni di mono prodotto o mix costituiti sia da sole baby leaf sia in combinazione con altri ortaggi.

«Negli ultimi tempi abbiamo lanciato una nostra specialità – dice Rosario. Si tratta delle “Stir Fry”, ovvero cinque diverse referenze di mix in cui sono presenti cavoli, bietole, carote, ecc. tagliati alla julienne che possono essere consumati freschi o saltati in padella».
Le innovazioni, però, non si fremano qui e la O.P. “Rago” è pronta ad entrare sul mercato con un’altra novità.

«Si tratta di un nuovo prodotto, costituito da un mix di verdure (peperoni, zucchini, mais carote, rucola, datterino giallo oppure zucchino, “orientali”, rucola, carote, mais e datterino giallo) confezionate in barattoli di vetro da 125, 200 e 500 grammi, destinato ad un mercato d’élite e da collocare, in particolare, presso le aree portuali turistiche».

Precisione e sostenibilità - Ultima modifica: 2019-09-27T11:06:28+02:00 da Lucia Berti

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome