Qualificare una filiera: i Peperoni di Senise Igp

Un progetto pilota per rilanciare il prodotto agroalimentare più iconico della Basilicata aumentando le produzioni certificate

I “Peperoni di Senise” sono un ecotipo locale coltivato nel parco nazionale del Pollino in Basilicata, principalmente nelle valli del Sinni e dell’Agri, un'area che comprende diversi comuni, tra cui Senise, da cui l’ecotipo prende il nome.

Le proprietà genetiche di questo peperone lo rendono particolarmente adatto all’essiccazione naturale per la successiva produzione di paprica (polvere di bacche macinate) o per la preparazione di quello che lentamente è diventato uno dei prodotti agroalimentari più rappresentativi della Basilicata: il peperone crusco, ottenuto dalla frittura in olio di oliva dei peperoni essiccati, che li rende friabili e croccanti.

Le caratteristiche organolettiche peculiari che li identificano e l’indiscussa tipicità che ne consegue hanno portato al riconoscimento nel 1996 dell’Indicazione geografica protetta (Igp) da parte della Ue. Nello stesso anno è stato costituito un Consorzio di produttori le cui attività istituzionali sono la tutela e la promozione del prodotto fresco, essiccato e della filiera che ne consegue.

Il potenziale di crescita

Il peperone crusco e i suoi derivati, sempre più protagonisti delle proposte nei ristoranti lucani e non solo, e il conseguente aumento della domanda del prodotto essiccato, hanno accresciuto la fama dei peperoni di Senise.

La superficie certificata Igp è però ancora molto bassa – non più di 8 ettari nel 2020 – e resta in gran parte inespresso il potenziale economico che il prodotto può rappresentare per la zona di produzione.

peperoni di Senise
Campi di Peperoni di Senise Igp

Le cause sono molteplici, ma possono essere riassunte nella difficoltà per i piccoli e spesso anziani produttori locali a passare dai sistemi di coltivazione e lavorazione tradizionali a sistemi più moderni e in linea con l’evoluzione normativa in materia di uso di fitofarmaci, igiene e sicurezza dei prodotti alimentari.

Per questo il Consorzio di tutela, in sinergia con la Regione Basilicata e l’Alsia (Agenzia lucana di sviluppo e innovazione in agricoltura), ha recentemente avviato diverse iniziative volte ad aumentare il numero delle aziende che aderiscono al sistema di controllo e di certificazione, ad ampliare le superfici coltivate, migliorare la qualità e incrementare la disponibilità sul mercato di prodotti certificati a base di “Peperoni di Senise Igp”.

Un bando dello scorso anno della Regione Basilicata ha reso disponibile una dotazione finanziaria di 700mila euro per le aziende agricole aderenti al sistema di certificazione della “Igp Peperoni di Senise” al fine di “adeguare le imprese alla trasformazione del prodotto fresco, secco, in polvere con lo scopo principale di incrementare i prodotti certificati da immettere sul mercato, migliorarne la esportazione sui mercati nazionali ed internazionali e creare nuove opportunità di lavoro nella filiera di produzione e distribuzione dell’Igp”.

Il bando ha previsto, tra l’altro, un contributo massimo ad azienda di 30mila euro per investimenti strutturali come l’acquisto di attrezzature per la distribuzione dei prodotti fitosanitari o il miglioramento delle strutture di lavorazione e conservazione.

La consulenza tecnica per qualificare la filiera

L’Alsia, utilizzando risorse del Psr per la consulenza fitosanitaria, ha avviato nel 2021 un’indagine conoscitiva riguardante le principali problematiche fitosanitarie nell’area Igp dei Peperoni di Senise e un’analisi della situazione strutturale delle aziende agricole aderenti al progetto per individuare eventuali punti critici da migliorare. L’obiettivo, infatti, è la qualificazione del prodotto Igp intervenendo lungo l’intera filiera, dagli aspetti genetici e fitosanitari del seme, alla gestione agronomica e della lavorazione del prodotto per arrivare a quelli sanitari e commerciali.

peperoni di Senise
Tipico piatto della tradizione locale con peperone crusco

L’indagine epidemiologica condotta nel corso della passata campagna di coltivazione ha avuto lo scopo di individuare le avversità parassitarie e i fitofagi più importanti per il peperone nell’area di produzione Igp, in modo da razionalizzare la campagna 2022.

In campi rappresentativi di tre aree microclimatiche di coltivazione del peperone, è stata monitorata, anche con l’ausilio di trappole attrattive, la presenza dei lepidotteri Heliothis armigera (nottua gialla del pomodoro), Spodoptera littoralis (nottua litoranea) e Ostrinia nubilalis (piralide del mais). È stata monitorata inoltre la presenza di tripidi, in particolare di Frankliniella occidentalis e di afidi.

La natura di patogeni fungini soil borne o dell’apparato aereo è stata determinata con isolamenti da materiale sintomatico, mentre la presenza di virus (AMV, PepMV, PVY, TSWV, ToMV, TMV, CMV) è stata verificata con la diagnostica immunoenzimatica su campioni sintomatici e asintomatici.

peperoni di Senise
“Serte” di peperone in fase di essiccazione naturale

Il monitoraggio in campo

Il monitoraggio di campo ha confermato la presenza degli insetti monitorati ma, probabilmente per le condizioni climatiche estive particolarmente calde e siccitose, l’incidenza degli afidi è stata piuttosto bassa. I tre lepidotteri monitorati richiedono interventi di controllo attivo per il danno diretto che le loro larve arrecano alle bacche, nelle quali penetrano causando anche successivi marciumi in fase di essiccazione.

Il monitoraggio con trappole attrattive è fondamentale per seguire il volo delle diverse generazioni di adulti e determinare con più precisione il momento migliore per intervenire con trattamenti insetticidi. Per il monitoraggio dell’Heliothis armigera sono stati utilizzati feromoni, gentilmente messi a disposizione dal prof. Giacinto Germinara dell’Università di Foggia, che hanno mostrato una capacità attrattiva notevolmente superiore agli attrattivi commerciali con i quali sono stati confrontati.

Per la piralide del mais sarebbe interessante effettuare una caratterizzazione delle razze locali presenti nell’area del Parco del Pollino al fine di utilizzare sistemi attrattivi con ormoni più specifici e, quindi, più efficaci.

Il ritrovamento del tripide occidentale (F. occidentalis) è stato frequente nei campi monitorati, nonostante siano stati eseguiti diversi trattamenti insetticidi mirati. È interessante notare, però, che nei campi in osservazione non sono stati registrati sintomi ascrivibili al TSWV, virus di cui la F. occidentalis è vettore.

Le analisi immunoenzimatiche, condotte su campioni prelevati da 10 campi, per la ricerca di sette virus tra quelli più diffusi sul peperone hanno identificato un solo agente virale: il CMV (Virus del mosaico del cetriolo) trovato in 30 campioni su 100, appartenenti a sei campi dei 10 indagati. Questo virus, trasmesso in maniera non persistente dagli afidi, è endemico nella zona di coltivazione dei Peperoni di Senise, dove molte specie spontanee possono fungere da serbatoio di inoculo. L’ecotipo locale di peperone, tuttavia, non sembra particolarmente sensibile all’infezione di CMV.

La qualità parte dal seme

La collaborazione tra Alsia e Consorzio per l’esecuzione dell’indagine epidemiologica e aziendale ha consentito di evidenziare delle criticità lungo la filiera di coltivazione che, se opportunamente gestite, potrebbero essere risolte migliorando la qualificazione dei Peperoni di Senise Igp, sia per gli aspetti quantitativi che qualitativi dei prodotti finali. Per questo è stato avviato un progetto pilota che – dal seme al prodotto confezionato – interverrà sull’intera filiera.

peperoni di Senise
Peperone infestato da lepidotteri fitofagi. Le principali specie carpofaghe per i Peperoni di Senise sono, nell’ordine, la piralide, la nottua gialla e la Spodoptera litoranea

La prima fase ha interessato il seme utilizzato per la produzione delle piantine da trapiantare in questa primavera, scelto dal Consorzio, che è stato sanificato con una tecnica messa a punto dall’Alsia.

Il materiale di vivaio sarà impiegato per realizzare un “campo dimostrativo” in cui applicare una gestione integrata e sostenibile delle tecniche agronomiche, di fertilizzazione, di irrigazione e di controllo fitosanitario.

Il prodotto fresco sarà lavorato, confezionato e conservato nel rispetto del disciplinare di produzione ma con l’uso di attrezzature e tecniche moderne e già disponibili sul mercato.

I primi risultati sono stati incoraggianti, con un rinnovato interesse delle aziende locali alla certificazione Igp delle loro produzioni del peperone che lo scorso anno ha portato le superfici investite dai circa 8 ettari del 2020 ai 50 del 2021. Come si dice nel consorzio: «restando nel solco della tradizione ma con lo sguardo verso l’innovazione».


L’oro rosso del Pollino

È così che vengono spesso definiti i prodotti derivati dai “Peperoni di Senise”, un ecotipo coltivato nella valle del Sinni fin dall’introduzione di questa solanacea dagli spagnoli in Italia nel sedicesimo secolo. Nel corso dei secoli, l’ecotipo ha sviluppato caratteristiche organolettiche uniche, grazie a un’attenta selezione da parte degli agricoltori locali e alle condizioni pedoclimatiche e naturali del bacino di coltivazione.

La denominazione “Peperoni di Senise Igp” è riservata a tre tipi morfologici che fanno parte della stessa popolazione: appuntito, tronco e uncino.
La forma particolare delle bacche, il basso contenuto di acqua, la leggera e resistente cuticola esterna e la polpa molto sottile, lo differenziano dagli altri tipi di peperone e ne permettono una facile e naturale disidratazione rendendolo adatto all’essiccazione.
Interessante è l’alto contenuto in vitamina C e la capacità di conservare il caratteristico colore rosso brillante anche dopo l’essiccazione.

I Peperoni di Senise Igp sono commercializzati come prodotto fresco oppure confezionati nelle caratteristiche “serte” ed essiccati. Numerosi sono i piatti preparati con i peperoni secchi, ma il più comune è rappresentato dai peperoni fritti croccanti (zafaran crusck).
Parte della produzione essiccata viene destinata alla preparazione del peperone macinato (zafaran pisat) molto richiesta per speziare salumi, formaggi o per preparazioni alimentari.


Un Consorzio rinnovato, che vuole crescere

Enrico Fanelli, una laurea in Scienze Politiche e relazioni internazionali e un’azienda agricola a Senise, è a capo del Consorzio di tutela dei Peperoni di Senise Igp dal 2019.

Presidente, il Consorzio è nato nel 1996, anno del riconoscimento Igp dei Peperoni di Senise. Quali sono le sue attività?
Le attività principali del Consorzio sono quelle di promozione e tutela. Dal 2019 tante sono state le azioni realizzate: anche se abbiamo avuto due anni di pandemia, abbiamo portato avanti diversi progetti. Tra i più importanti posso ricordare:
- modifica del disciplinare di produzione, per adattarlo alle variazioni normative;
- progetti di miglioramento agronomico in collaborazione con l’Alsia;
- aumento delle produzioni certificate e dei soci;
- il museo del peperone.

Il 2021 ha visto un forte incremento delle aziende iscritte: da una decina dell’anno precedente a 29, anche grazie al bando per gli investimenti strutturali della Regione Basilicata. Come è andata la campagna e quali sono le maggiori difficoltà per la certificazione?
Grazie al bando regionale, siamo riusciti a incrementare gli ettari coltivati e i soci iscritti. La campagna appena trascorsa ha visto per la prima volta una produzione, in termini di quantità e qualità, degna del prodotto iconico della nostra Regione. Infatti, gli ettari coltivati sono passati da meno di 8 ha per l’anno 2020 a oltre 50 per il 2021. Le difficoltà riscontrate sono legate principalmente alla fase di trasformazione del prodotto da fresco a secco. Abbiamo avuto grosse perdite di prodotto, in quanto non tutte le aziende hanno delle infrastrutture adatte all’essiccazione e alla trasformazione.

Quali sono gli obiettivi del Consorzio a breve e medio termine e le strategie per perseguirli?
Gli obiettivi sono quelli di mantenere una crescita in termini di produzione e iscritti, sanificazione e identificazione del seme e miglioramento delle tecniche agronomiche e di trasformazione dei Peperoni di Senise Igp. Inoltre, svolgere attività di promozione e tutela e, ultimo ma non meno importante, cercare di incrementare gli investimenti regionali ed europei indirizzati sul prodotto.

peperoni di Senise
Enrico Fanelli, presidente del Consorzio di tutela

 

Qualificare una filiera: i Peperoni di Senise Igp - Ultima modifica: 2022-06-12T10:48:08+02:00 da Lucia Berti

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