La forte richiesta da parte del consumatore e della gdo (soprattutto tedesca) di prodotti ortofrutticoli con bassi residui di agrofarmaci impone, all’agricoltore e al tecnico di campo, l’uso sempre più diffuso di soluzioni agronomiche e agrofarmaci biologici senza residuo, per la difesa della fragola in coltura protetta.
Per nostra fortuna, anche vista questa pressante richiesta, le multinazionali chimiche stanno sempre più “sfornando” soluzioni a basso impatto ambientale e/o biologiche senza residuo.
Per poter ottenere delle fragole con residui bassi o nulli è necessario abbandonare la mentalità dell’uso esclusivo del prodotto efficace e risolutivo e sposare invece le tecniche agronomiche associate all’uso di agrofarmaci a basso impatto ambientale.
In questo articolo elencheremo le cinque principali avversità della fragola, e per ciascuna proporremo delle soluzioni che integrano sia agrofarmaci biologici regolarmente registrati sulla coltura e sull’avversità e a residuo zero, sia opportune tecniche agronomiche.
Controllo della botrite
La botrite si sviluppa in periodi di forte umidità, normalmente in seguito a piogge continue. L’agente causale è la Botrytis cinerea, un fungo che infetta quando il petalo cade, aprendo una ferita durante la crescita del frutto.
Per ridurne lo sviluppo è opportuno:
- coltivare in serre chiuse in gronda, per evitare che la pioggia entri;
- coltivare in serre corte e alte, per favorire la ventilazione;
- irrigare e trattare di giorno, mai la sera. Si evita così l’incremento e la persistenza dell’umidità notturna;
- pacciamare il terreno integralmente o disporre della paglia nei solchi, in caso di copertura non integrale;
- effettuare trattamenti non serali, ma in fioritura/allegagione e nei mesi umidi con: Aureobasidium pullulans, Bacillus amyloliquefaciens (vari ceppi), Bacillus subtilis, Cerevisane, eugenolo/geraniolo/timolo, laminarina, Metschnikowia fructicola, Pythium oligandrum, Saccharomyces cerevisiae. Tutti principi attivi di agrofarmaci regolarmente registrati su fragola contro la botrite e a residuo zero.
C’è un interessante metodo di lotta biologica in fase sperimentale che utilizza i bombi; questi insetti sono presenti in quasi tutte le serre in cui si producono fragole perché vengono impiegati per favorire l’impollinazione.
Il metodo consiste nel far attraversare dal bombo un passaggio obbligato all’interno dell’arnia per uscire a bottinare. Questo “cunicolo” viene rivestito con uno dei microrganismi sopra citati. Sarà lo stesso imenottero a veicolare questo antibotritico biologico sui fiori. I primi risultati sperimentali sembrano essere interessanti.
Controllo dell’oidio
Al contrario della botrite, l’oidio si sviluppa in condizioni di bassa umidità e può infettare tutte le parti verdi della pianta e i frutti. L’agente causale è il fungo Podosphaera macularis; i suoi conidi si diffondono col vento e la loro germinazione è rallentata da un’elevata intensità luminosa.
Per ridurne lo sviluppo è consigliabile:
- bagnare le piante per aspersione nei mesi caldi, dilavando così i conidi del fungo;
- non mantenere il telo di copertura per troppi anni;
- utilizzare varietà tolleranti;
- effettuare trattamenti con: Ampelomyces quisqualis, Bacillus amyloliquefaciens (vari ceppi), Bacillus pumilus, bicarbonato di potassio, Cos-Oga, laminarina, olio di arancio, zolfo.
Controllo del tripide
La lotta contro questo pericoloso tisanottero è necessariamente attuata con l’utilizzo di entomofagi quali l’antocoride Orius laevigatus.
Se qualche anno fa tale tecnica di lotta sembrava impossibile, oggi la maggior parte dei fragolicoltori lancia tali predatori con successo.
I lanci con Orius laevigatus devono partire nei mesi di gennaio/febbraio e la coltura va monitorata per intervenire in caso di (improbabile) insuccesso.
In aiuto a tali entomofagi possiamo controllare il tripide, oltre che evitando il ristoppio della coltura, con l’installazione di trappole cromotropiche o effettuando trattamenti con Beauveria bassiana, sali di potassio degli acidi grassi, Lecanicillium muscarium, Terpenoid blend.
Controllo del ragnetto rosso
Anche in questo caso, per avere una fragola con bassi o zero residui è necessario attuare la tecnica di lotta contro il Tetranychus urticae con l’utilizzo del predatore, il fitoseide Phytoseiulus persimilis. I lanci verranno eseguiti sui primi focolai di ragnetto.
Come tutti i ragni, anche il Tetranychus urticae gradisce ambienti polverosi e secchi. È quindi fondamentale, per attuare il suo controllo, aumentare l’umidità in serra nei periodi caldi.
Il controllo del ragnetto rosso si attua:
- bagnando le piante per aspersione nei mesi caldi (combattiamo anche l’oidio, favoriamo la fioritura – aumento di produzione – e lo sviluppo del fitoseide);
- bagnando le strade adiacenti la coltura e/o imponendo limiti di velocità molto limitati in azienda per evitare che si alzi la polvere;
- effettuando trattamenti con: Beauveria bassiana, sali di potassio degli acidi grassi, zolfo.
Controllo delle nottue (Spodoptera littoralis)
Nelle fasi immediate dopo il trapianto il primo fitofago che crea problemi è rappresentato dal lepidottero nottuide Spodoptera littoralis.
Le larve di questo insetto possono mangiare l’apice fogliare della piantina in crescita e bloccarne l’accrescimento.
Per attuare un efficace controllo occorre disporre nel campo trappole per la cattura massale con acqua, feromone e olio di semi ed eseguire trattamenti con Bacillus thuringiensis o con il Nucleopoliedrovirus Spodoptera littoralis.
Prima l’agronomia
Lo stratega cinese Sun Tzu scrisse 2500 anni fa il famoso libro “L’’arte della guerra”. Tra i vari “consigli” uno dei più famosi è: “Il più grande generale è colui che vince senza combattere”.
Parafrasandolo possiamo affermare che “Un buon agricoltore e/o un buon tecnico è colui che riesce a prevenire un certo problema (e a volte a risolverlo) con l’ottimale gestione del clima e/o dell’irrigazione e/o delle tecniche di coltivazione e/o della scelta varietale, prima di dare battaglia e usare le “armi” (chimiche o biologiche) a sua disposizione”.
Per produrre una fragola, e non solo le fragole, a zero o bassi residui dobbiamo primariamente attuare le sacrosante tecniche agronomiche sopra indicate e dopo, solo dopo, “fare fuoco” con le armi a disposizione.