Nel comparto della produzione di piante fiorite in vaso le calle colorate stanno ritagliandosi uno spazio sempre maggiore.
Si tratta di piante originarie del Sud – Africa che appartengono alla famiglia delle Araceae. In genere non superano gli 80 cm (alcune hanno dimensioni più contenute), presentano foglie senescenti in inverno e fioritura durante i mesi estivi. Attualmente, grazie al lavoro dei genetisti, si ritrova in commercio una vasta gamma di varietà di altezza moderata (55-60 cm), con colori innovativi: giallo, arancione, rosa, rosso, viola, ecc., con varie sfumature e anche bicolori.
Fiori recisi e vasi
Alcune varietà sono coltivate per la produzione di fiori recisi (fiore con stelo più lungo) e quelle utilizzate per la produzione del vaso fiorito sono caratterizzate da una elevata produzione di fiori che superano leggermente il fogliame, portamento compatto, ben strutturate e “piene”, in grado di “coprire” adeguatamente il vaso, che solitamente ha un diametro di 15-16 cm.
I vasi fioriti sono venduti sia come piante decorative da interno, nel periodo invernale, sia come arredo esterno, nel periodo primaverile – estivo, per abbellire aiuole, giardini, fioriere.
La gran parte della produzione è ottenuta in vasi Ø 15 cm, una quota, in aumento, è conseguita in vaso Ø 12 cm, mentre vasi più grandi e più piccoli occupano solo una “nicchia” produttiva.
La produzione interna si ottiene da febbraio a maggio e in questo periodo si ha anche l’importazione dall’Olanda di calle in vasi più piccoli (diametro da 9 a 12 cm), mentre si importano piante di tutte le dimensioni quando non c’è produzione interna.
La coltivazione di queste specie necessita di elevati investimenti sia per l’impiantistica, soprattutto se si vuole programmare la coltivazione ed effettuare il ciclo continuo, sia per l’elevato costo del materiale di propagazione.
Inoltre, è necessaria una buona conoscenza delle esigenze della specie e degli interventi di tecnica colturale, in particolare per la produzione dei rizomi che viene effettuata in Olanda da aziende specializzate e richiede elevate tecnologie.
Nella seguente nota si descriverà la tecnica colturale adottata dai floricoltori campani per la produzione del vaso fiorito, che si ottiene in serra con l’ausilio del riscaldamento, nel periodo da febbraio a maggio.
Esigenze pedoclimatiche
Le calle colorate sono originarie di zone a clima temperato – freddo con piogge nel periodo estivo, richiedono, pertanto, un clima temperato.
La temperatura ideale per l’emissione radicale (le radici fuoriescono dalla parte superiore del rizoma) è intorno ai 18-20°C, in particolare nelle prime due settimane dopo la messa a dimora dei rizomi. La temperatura del substrato non deve mai superare comunque, i 22 gradi e deve mantenersi il più possibile costante poiché i continui cambiamenti della temperatura del suolo ostacolano lo sviluppo delle radici.
Temperature del terreno sotto ai valori ottimali possono indurre l’insorgenza di parassiti fungini.
L’intervallo di temperatura dell’aria, ottimale per la crescita e la fioritura, è compreso tra 18 e 25°C, con minima di 15°C. Temperature dell’aria intorno ai 27- 28°C sono accettabili purché non vi sia ristagno d’umidità.
Riguardo alla luminosità è molto esigente (50.000 lux) e gli elevati livelli di luce sono richiesti anche per conferire un colore brillante ai fiori; con la stessa varietà si ottengono fiori con colore più marcato e caratterizzante nel periodo estivo rispetto a quello invernale. Un irraggiamento solare eccessivo può causare, però, sbalzi di temperatura quindi è bene controllare l’intensità luminosa con schermi e con l’impiego di calce sulle strutture di protezione.
Il tasso igrometrico dell’ambiente protetto deve essere sempre sotto controllo per il pericolo incombente di attacchi fungini, mentre i ristagni idrici causano marciumi radicali. In estate le piante devono mantenersi sempre asciutte e per questo le serre vanno sempre opportunamente arieggiate anche con l’ausilio di ventole che forzano il riciclo dell’aria.
La calla preferisce un substrato leggero, molto drenante e ben areato con pH intorno a 5,8 – 6,2; il substrato può essere in fibra di cocco oppure un mix di torbe concimate e miscelate con perlite e fibra di cocco.
Il ciclo colturale
Il ciclo di coltivazione si effettua sotto serra dotata d’adeguati impianti, indispensabili per la corretta gestione dei parametri climatici e l’eventuale programmazione delle produzioni: impianto d’irrigazione aereo e basale, impianto di riscaldamento aereo e basale, cooling system, telo schermante in alluminio. In particolare, il riscaldamento basale è ad acqua calda che scorre in tubi di plastica a bassa temperatura; quello aereo è sempre ad acqua calda, ma con temperatura più elevata.
I vasi possono essere sistemati su bancali a rete oppure a terra, su terreno o su cemento. Va considerato che l’apparato radicale delle calle è piuttosto vigoroso per cui, qualora i vasi vengano poggiati direttamente su suolo, va previsto un sistema di isolamento dallo stesso per evitare che le radici, fuoriuscendo dal vaso, possano incorrere in problemi di tipo fitosanitario.
Il ciclo colturale in Campania inizia con trapianti in novembre e prosegue fino a inizio febbraio programmando una produzione quantitativamente diversa secondo il periodo; in maggiore misura per la vendita in corrispondenza delle festività (San Valentino, festa della donna, festa della mamma). La fioritura inizia dopo circa 6-8 settimane dalla piantagione, secondo il periodo e le varietà, e in corrispondenza di questa si interviene eliminando i fiori nati anticipatamente (“prefioritura”). Dopo 2-3 settimane le piante si presentano in piena fioritura, con steli e fiori omogenei. In questa fase, secondo la varietà, le condizioni climatiche e le esigenze di vendita, si può intervenire con un trattamento a base di acido giberellico.
Le operazioni
Il trapianto si effettua con rizomi, di diversa dimensione secondo le esigenze, acquistati in Olanda da ditte specializzate. Nel periodo invernale i rizomi sono del tipo “frigoconservato”, mentre nei cicli primaverili si acquista materiale “fresco”. Quando si utilizza materiale “frigoconservato” le fallanze sono minori poiché il materiale di propagazione è stato sottoposti a un doppio scarto (nella fase di raccolta e dopo l’uscita dal frigorifero). Di solito, nel corso della coltivazione, si assiste ad una perdita “fisiologica” dei rizomi (marciscono) che varia in relazione a diversi fattori (cattiva conservazione dei bulbi, ormonature sbagliate, presenza di batteriosi, ecc.) e si aggira mediamente intorno al 4-5%. Nella fase vegetativa (prime 2-3 settimane) si pratica unicamente l’irrigazione localizzata, con “doccetta”; in seguito si passa a irrigare a goccia oppure con il sistema a flusso e riflusso. Nel caso di irrigazione a goccia si sistema un punto goccia per ogni tubero.
Dopo circa quindici giorni si osserva il germogliamento e iniziano le fertirrigazioni usando solo acqua di buona qualità, esente da parassiti, con poca quantità di cloro e sodio e un’E.C. tra 1,5 e 2,2 mS/cm; il numero di interventi irrigui varia con le temperature distribuendo un concime che nella fase di strutturazione della pianta deve avere un maggior contenuto in azoto, mentre il substrato deve avere un pH intorno a 6.
Gestendo opportunamente i fattori climatici si può fare a meno di intervenire con prodotti brachizzanti, tuttavia in relazione alla varietà e al prodotto che si vuole ottenere è possibile programmare un intervento con prodotti nanizzanti specifici, che va eseguito prima della spaziatura, al momento della fuoriuscita della piantina dal bulbo.
La difesa
La calla è una pianta piuttosto rustica e, se la coltivazione è gestita opportunamente, difficilmente si rinvengono attacchi di parassiti animali, quali afidi e tripidi. Questi ultimi potrebbero, comunque, produrre danni sia diretti (su steli e fiori) che indiretti con la trasmissione di virosi ai rizomi.
Tra i parassiti più temibili c’è l’Erwinia carotovora, per il quale è possibile solo adottare misure preventive: acquistare materiale sano e mantenere il substrato asciutto favorendo la ventilazione delle serre. Il sintomo iniziale dell’attacco batterico è l’ingiallimento delle foglie con successivo disseccamento delle stesse e, infine, dell’intera pianta. I rizomi possono parzialmente non radicare o non emettere alcuna radice. L’erwinia attacca anche le radici giovani e produce un odore caratteristico. Gli unici prodotti validi per la disinfestazione degli ambienti e delle attrezzature sono i sali quaternari di ammonio, mentre la difesa si può praticare unicamente con prodotti rameici.
L’eventuale comparsa di malattie ipogee, come il marciume basale causato da Phytophthora richardiae, s’interviene distruggendo le piante infette ed effettuando trattamenti alla parte basale con prodotti chimici.
Alcune malattie dell’apparato epigeo, che però compaiono raramente negli ambienti di coltivazione campani, sono le Maculature fogliari causate da Colletotrichum montemartinii e da Phyllosticta richardiae.
La prevenzione rappresenta l’intervento più importante: l’uso di materiale “sano”, la disinfezione dell’intero ambiente di coltivazione, la rimozione immediata delle piante malate, l’uso da parte degli operatori di guanti sempre nuovi, per il maneggio delle piante, sono fondamentali per condurre con successo la coltivazione.
Aspetti economici
La coltivazione di calle colorate implica un grande rischio d’impresa per gli elevati investimenti necessari, in particolare per l’acquisto del materiale di propagazione. Il costo dei bulbi varia in funzione della varietà, della dimensione, della quantità acquistata e può oscillare tra 1,80 e 2,4 euro/cadauno. Il costo di produzione di un vaso del diametro 15 cm, che è quello maggiormente commercializzato, varia non solo secondo il materiale di propagazione ma anche del periodo in cui viene condotto il ciclo, poiché i costi di riscaldamento per mantenere una temperatura minima di 15°C all’interno della serra cambiano. Di seguito si riporta un’analisi dei costi considerando la produzione di vasi fioriti di dimensione 15 cm, con riferimento a 1.000 m² di serra adeguata e dotata delle indispensabili attrezzature; la coltivazione è condotta nell’areale floricolo campano con ciclo invernale – primaverile (febbraio – maggio), densità di 13,5 piante/m², partendo da rizomi con diametro 20 cm di una varietà di medio pregio con costo unitario dei rizomi di 2,30 euro (compresa IVA).
Dall’esame dei dati emerge la forte incidenza dei mezzi tecnici (circa il 74%) tra cui predominano la spesa per l’acquisto dei rizomi (poco più del 77%).
Altra voce di spesa di una certa rilevanza è rappresentata dalla manodopera la cui incidenza si attesta al 14%, con un impegno complessivo di circa 770 ore. Le quote di ammortamento e manutenzione di strutture e impianti si attestano poco al di sopra del 5,5%.
Infine, tutte le altre voci (interessi, direzione, spese generali) assommano al restante 6% circa.
In definitiva, con una spesa complessiva sui 1.000 m2 di circa 54.000,00 euro, il costo di una singola pianta, considerata una densità netta pari a 13,5 piante/m2, si attesta a 4,00 euro, che rappresenta il prezzo a cui mediamente va venduta l’intera produzione per coprire tutti i costi di produzione. Va, inoltre, evidenziato che nel corso della coltivazione si verifica una perdita “fisiologica” stimabile tra il 4 e il 5%.