Riconosciuto il consorzio dell’Anguria reggiana Igp, l’unica in Europa

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Anguria reggiana Igp coltivata nelle serre di Ivan Bartoli

Il 15 aprile è stato pubblicato nella gazzetta ufficiale della Repubblica italiana il riconoscimento del consorzio di tutela dell’Anguria reggiana Igp. Si è completato così l’iter avviato nel 2016 con l’ottenimento dell’indicazione geografica protetta, che ne fa la prima e unica anguria Igp europea. Questo traguardo è stato raggiunto grazie all’impegno delle 14 aziende agricole che hanno costituito l’Apar (Associazione produttori anguria reggiana).

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Ivan Bartoli, presidente del consorzio di tutela dell’Anguria reggiana Igp

«La coltivazione dell’Anguria reggiana ha una tradizione secolare: sono state rinvenute alcune lettere di corrispondenza tra antiche corti rinascimentali risalenti al XVI secolo che ne decantano la bontà. E nel 1931 la guida gastronomica del Touring club italiano menziona le nostre terre per i cocomeri e i meloni zuccherini» ha dichiarato Ivan Bartoli, presidente del consorzio.

Le tre tipologie

Il marchio Igp è attribuibile a 3 tipologie di anguria: la tonda, tipo Asahi Miyako, con buccia di color verde grigio e striature verde scuro; l’ovale (tipo Crimson) e l’allungata, tipo Sentinel, entrambe di colore verde medio brillante con striature verde scuro. Ognuna di queste deve raggiungere un elevato grado zuccherino (almeno 11 gradi Brix per la tipologia tonda, che diventano 12 per l’ovale e l’allungata) e avere una polpa soda e croccante.

Esterno delle serre dell'az. agr. di Ivan Bartoli a Novellara

Importante anche la concentrazione di potassio e magnesio, di cui sono generalmente ricchi i terreni reggiani, che si deve attestare mediamente sopra lo standard. Quest’ultimo, secondo il Dipartimento di agricoltura degli Stati Uniti, corrisponde rispettivamente a 112 e 10 mg per 100 g di peso fresco.

Metodo di coltivazione

L’Anguria reggiana è coltivata in tunnel piccolo e/o in serra fredda con copertura in materiale protettivo completamente rimovibile, oppure in pieno campo. La semina in semenzaio avviene dal 10 gennaio al 31 maggio. La fertilizzazione è eseguita durante la preparazione del terreno e in copertura tramite fertirrigazione.

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Le Angurie reggiane Igp: la tonda, l’ovale e l’allungata

L’irrigazione può avvenire per aspersione o con sistema localizzato ad ala gocciolante. I trapianti si effettuano dal 25 febbraio al 30 giugno, quelli più precoci vengono destinati alle serre-tunnel con doppio tetto. La densità d’impianto è variabile in funzione della tipologia del prodotto: fino a 2mila piante/ettaro per l’ovale e l’allungata, massimo 2.200 piante/ettaro per la tonda.

L’utilizzo del portainnesto (solitamente mostarda o zucca) consente di evitare la rotazione quinquennale, così come la solarizzazione. Agronomicamente ed ecologicamente, però, la rotazione è sempre consigliabile. Quando effettuata, i produttori prediligono il grano e l’erba medica.

La cimatura può essere eseguita solo a mano, ma spesso viene evitata a causa degli elevati costi. Il vigore delle piante è quindi contenuto tramite opportune concimazioni e irrigazioni.
Per l’impollinazione entomofila si dispongono delle arnie al centro dei tunnel e si mantengono inerbite le testate e i camminamenti. La pacciamatura è d’obbligo – non per il disciplinare, ma per questioni pratiche – e viene eseguita con i classici film in plastica.

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Dopo lo stacco, si dispongono i frutti al centro del tunnel. Successivamente, sono fatti passare attraverso i fori praticati nella copertura e caricati nei bins

La produzione massima consentita dal disciplinare non deve superare le 70-80 t/ha in tunnel piccolo e i 60-70 t/ha in serra fredda e in pieno campo, variabili in base alla tipologia di anguria. Lo scorso anno le produzioni si sono attestate sui 10mila quintali.

Lo staccatore

Le angurie sono raccolte a maturazione commerciale, quando la polpa è di colore rosso e lo strato gelatinoso che avvolge i semi è scomparso. Lo stacco viene effettuato con la roncola: un attrezzo con una lama leggermente ricurva, tradizionalmente impiegato dallo spicador. Colpendo il frutto, lo spicador interpreta la gravità del suono prodotto e riconosce il grado di maturazione o l’eventuale presenza di spaccature interne. Nel corso degli anni la roncola è stata perfezionata nella forma per impedire di recidere la ramificazione della pianta, che deve rimanere nelle condizioni fisiologiche ottimali sino allo stacco di tutti i frutti.

Oggi per capire qual è il momento ottimale per la raccolta delle angurie si osservano anche altri parametri esterni: la porzione del cocomero che poggia il terreno vira dal bianco pallido al giallo crema, il cirro appassisce, il sottile rivestimento ceroso della buccia va quasi scomparendo e i peli del picciolo tendono a cadere. La raccolta avviene in almeno 3 passaggi per ogni pianta, in modo da ottenere il giusto livello di maturazione.
Dopo la raccolta, le angurie sono immagazzinate in depositi freschi e ombreggiati e conservate a temperatura ambiente. Vengono vendute principalmente in Italia, dati i ridotti volumi.

Il legame con la zona geografica

Il rapporto tra l’Anguria reggiana e la sua zona di produzione, che ne determina le qualità, si basa sulle caratteristiche della zona geografica e sulle competenze dei produttori locali, in particolare quelle relative alla scelta del momento di raccolta. L’areale di produzione comprende un’ampia zona della pianura reggiana e include i centri in cui veniva coltivato tradizionalmente il cocomero, quali ad esempio Gualtieri, Novellara, Santa Vittoria, Poviglio e Cadelbosco di Sopra, Rio Saliceto e Ca’ de’ Frati.

In questi terreni prevale la componente argillosa e, a causa delle loro caratteristiche chimico-fisiche, sono notoriamente difficili da gestire. Ma se coltivati sapientemente, regalano grandi soddisfazioni agli agricoltori proprio per la loro ricchezza in elementi minerali, come potassio e magnesio.

Recentemente i produttori della zona si sono sempre più indirizzati alla specializzazione nella coltivazione dell’anguria e hanno sensibilizzato le comunità territoriali istituendo competizioni locali come Miss Anguria, per premiare il frutto più dolce e quello più grande. Tra i vincitori si ricorda l’azienda agricola Bartoli Sauro e Gabriele di Novellara, che dal 2012 vanta il record internazionale di produzione dell’anguria più pesante del mondo: ben 148 kg di pura dolcezza.

Riconosciuto il consorzio dell’Anguria reggiana Igp, l’unica in Europa - Ultima modifica: 2020-07-07T10:10:38+02:00 da Paola Cassiano

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