Il lockdown primaverile non ha rallentato Cia Savona nella creazione di un'innovativa filiera produttiva dell’Asparago violetto d’Albenga, una delle eccellenze agroalimentari italiane. La nuova filiera mette insieme produttori, ristoratori e trasformatori con l’obiettivo di creare un filo diretto “dal produttore al consumatore”. Un'iniziativa che segue la strada dei progetti di cooperazione dedicati a filiere corte e locali, che oggi risulta in linea con la strategia europea Farm to Fork.
Il progetto sull'Asparago violetto è stato finanziato dal PSR della regione Liguria e realizzato da Cia Savona tramite l'ente di formazione Cipa.At. Il coordinatore è Luca Lanzalaco, agrotecnico, produttore di asparago e membro della giunta Cia.
L'identificazione univoca del prodotto
Nell'ambito del progetto, Dna Biolab srl di Trieste e Fem2 - Ambiente di Milano hanno condotto uno studio scientifico che ha individuato i profili genetici identificativi dell'Asparago violetto. Questo risultato è stato ottenuto mediante una tecnica molecolare di isolamento e analisi di differenti regioni di DNA, chiamate microsatelliti o SSR (Short Sequence Repeats).
Grazie a questo lavoro e al processo derivato ora è possibile distinguere scientificamente l'Asparago violetto d’Albenga dagli altri asparagi. Da ciò deriva la possibilità di valorizzare l'unicità del prodotto attraverso un nuovo sistema di packaging, con un apposito marchio.
Una garanzia per i consumatori
Attraverso le verifiche a campione sulle produzioni annuali, ora si può promuovere, sostenere e proteggere il valore derivante dalle caratteristiche distintive del prodotto. La ripetibilità tipica del metodo scientifico permette, inoltre, di eseguire analisi su altre produzioni, quindi di tutelarne l'unicità e preservarne l'autenticità da eventuali pratiche scorrette che possano trarre in inganno il consumatore.
«Tali caratteristiche sono strettamente correlate al microclima e alla composizione sabbiosa dei terreni della piana di Albenga, in cui l'Asparago violetto è coltivato. Questi ne fanno una varietà unica al mondo, praticamente inimitabile» afferma il team scientifico protagonista dello studio.
L’identificazione scientifica basata sulle analisi di tipo biogenetico associata a un marchio territoriale di riferimento rappresentano due passaggi fondamentali nel progetto di filiera. Oltre che per la promozione e valorizzazione dell'Asparago Violetto.
Prossimamente, un consorzio
Attualmente è operativo un gruppo di cooperazione per la nuova filiera e a breve è prevista la nascita di un consorzio o associazione. «La sinergia operativa di storici produttori della piana albenganese, trasformatori e ristoratori di qualità è senz’altro un percorso virtuoso e di grande novità nel settore. Anche i laboratori artigianali avranno un ruolo operativo e siamo certi di poter ampliare i partecipanti al progetto. Infatti, nonostante la crisi provocata dall’emergenza coronavirus, è rimasta intatta la fiducia e la consapevolezza della portata di questa nuova filiera» sottolinea il presidente provinciale di Cia Savona, Mirco Mastroianni.
«L’Asparago violetto può rappresentare un esempio concreto di rinascita e nuovo sviluppo economico nell’agricoltura e nella ristorazione d’eccellenza. Potrà così proporre ricette esclusive e davvero speciali. Un'attrattiva agroalimentare che avrà anche una forte valenza turistica» conclude Mastroianni.