I florovivaisti: «Il settore è ancora a rischio»

serra fiori
Secondo Assofloro, le conseguenze della pandemia sul settore perdurano tutt’oggi e non accennano a scomparire. Ciò che prima è stato il blocco delle vendite oggi è l’aumento dei costi e le difficoltà di approvvigionamento a mettere a rischio il futuro del settore

Assofloro lancia l'allarme per il settore del florovivaismo. Secondo la presidente, Nada Forbici, «La normalità post-pandemia stenta ad arrivare, ma confidiamo che il peggio sia passato. Tutti gli operatori del settore, dopo il terribile 2020, sono riusciti a vivere un 2021 all’insegna della fiducia e del tanto auspicato rilancio.

L’agognato new deal si è parzialmente verificato con la primavera appena conclusa, sicuramente tra le più positive degli ultimi anni, che ha avuto il merito di ridare un po' di dignità a un settore troppo spesso relegato ai margini della scala merceologica del nostro Paese».

I problemi di approvvigionamento

La scintilla di questa rinascita, per Assofloro, rischia di esaurirsi troppo presto a causa di quelle conseguenze che la pandemia ha generato nel sistema produttivo a livello mondiale.

Le aziende dell’intero indotto, infatti, sono costrette oggi a fronteggiare gravissime difficoltà di approvvigionamento con annessi importanti rialzi di prezzo.

Per Assofloro «A rischio sono non solo i programmi di coltivazione e le relative produzioni, ma anche e soprattutto il sostentamento nel medio lungo periodo delle stesse aziende».

A fronte di queste criticità gli associati Assofloro, negli ultimi mesi, hanno avviato un tavolo tecnico per riconoscere e analizzare queste difficoltà di approvvigionamento e le relative conseguenze, individuando una forbice di incremento dei costi di materie prime medio per il settore.

In particolare, le percentuali di aumento di alcune macro voci destano grosse preoccupazioni:

  • Piantine e talee: +7/10%
  • Vasi: +12/15%
  • Terriccio e substrati: +7/10%
  • Cassette e box plastica: +10/15%
  • Conai: +200%
  • Cartoni: +12/15%
  • Packaging (buste e foto etichette): +10%
  • Tutori: +7/12%
  • Film plastici e coperture serre: +30%
  • Impiantistica, ecc.: +5%
  • Energia elettrica: +40% rispetto un anno fa, +15/20% rispetto 2019
  • Metano: +50% previsto per periodo invernale
  • Gasolio: in un anno +20%
  • Smaltimento rifiuti: diverso nei territori, in alcune zone +50%
  • Ferro: + 300% rispetto a due anni fa
  • Legno/pellet: continua ad aumentare.

«Come se non bastasse, sono gravi e preoccupanti i problemi legati alla disponibilità di manodopera specializzata, più che mai difficile da rinvenire e distratta da sussidi e altri contributi statali, che con tutti gli adempimenti obbligatori per contrastare la pandemia hanno generato un aggravio dei costi della manodopera tra il 3-8%» continua la presidente Forbici.

La crisi del Covid come opportunità

«Se c’è una cosa che la pandemia ha insegnato a tutto il mondo è che la condivisione e l’unione di intenti e di obiettivi permette di raggiungere scopi più alti dell’interesse del singolo.

Pertanto, nonostante ogni imprenditore persegua il profitto aziendale, nessuno dovrebbe rimanere indifferente davanti a tematiche cosi delicate da mettere a rischio il futuro di un intero settore» è l'appello di Assofloro.

«Il Covid-19 – continua la presidente dell'organizzazione – ha lanciato una sfida all’intero comparto ponendo gli operatori di fronte a un bivio: continuare a chiudersi nei propri individualismi oppure crescere insieme e garantire una dignità a tutto il settore?

È per rispondere a questa sfida che i produttori Assofloro hanno deciso di rivedere e adeguare per il 2021 e 2022 i loro listini prezzi. Non con lo scopo di avviare un'inopportuna speculazione ma, piuttosto, per difendere quel “nuovo corso” di cui tutti dovranno farsi promotori al fine di assicurare al nostro settore un futuro dignitoso e basato su una crescita sostenibile».

I florovivaisti: «Il settore è ancora a rischio» - Ultima modifica: 2021-08-30T16:55:20+02:00 da Colture Protette

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