Un panorama di soluzioni vasto ed eterogeneo, che va dai più semplici sistemi
di pacciamatura agli ombrai, fino alle più complesse strutture serricole, dai
semplici teli in tessuto non tessuto a sofisticati film fotoselettivi o materiali
che integrano celle per la produzione di energia elettrica. Se l’uso di materiali
pacciamanti organici di varia natura è una pratica antica quanto l’agricoltura,
l’applicazione esponenziale dei materiali di forzatura e protezione si è avuta con
l’introduzione delle plastiche.
I progessi della ricerca
Da lì in poi la ricerca si è concentrata sul miglioramento dei film plastici attraverso l’aggiunta di additivi e stabilizzanti per contrastare la fotossidazione migliorandone la durevolezza, l’uso di film coestrusi a più strati per aumentare l’effetto serra, l’aggiunta di additivi per aumentare l’effetto anticondensa e antipolvere, la progettazione di film fotoselettivi per variare la distribuzione spettrale della radiazione solare e a elevata luce diffusa per aumentarne l’intercettazione negli strati più bassi della canopy e contenere
gli effetti ombra.
Protezioni sempre più necessarie
Guardando al futuro, è innegabile l’utilità degli apprestamenti protettivi che, di fatto, sono utili anche per contrastare i cambiamenti climatici, ma che giocano un ruolo sempre più interessante anche nella lotta integrata.
Le nuove tecnologie dei materiali aprono prospettive interessanti. Tra tutte, l’aumento della durabilità e riciclo dei materiali, biodegradabilità inclusa. Oltre ai polimeri fotoselettivi, capaci di filtrare selettivamente la luce solare, e materiali capaci di modificare le loro proprietà in funzione della radiazione o di stimoli elettrici, si segnalano i polimeri capaci di convertire parte della radiazione non necessaria in radiazione utile, con potenziali vantaggi nella gestione del clima e irrigazione.
Energia
Sul tema della tanto discussa integrazione fotovoltaico-serre, ci sono le celle Dsc (Dye-Sensitized solar Cell) semitrasparenti, con le quali è possibile, per esempio, accumulare energia elettrica sfruttando le lunghezze d’onda del verde lasciando passare il blu e il rosso grazie a un “colorante” organico. Da ultimo, l’integrazione con sistemi di difesa delle
colture sarà sempre più di supporto per la lotta sostenibile ai fitopatogeni.
L'autore è direttore del Crea orticoltura e florovivaismo