Il pomodoro coltivato a terra o in fuori suolo è diffuso praticamente in tutta la penisola. In particolare al Nord sta prendendo sempre maggiore diffusione la coltivazione fuori suolo in ciclo lungo, ovvero trapiantato a febbraio fino alla conclusione a novembre, in diverse realtà colturali: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto.
Il pomodoro richiede un grande investimento tecnologico e una grande professionalità per la gestione di un sistema complesso dove ogni input deve essere dosato in maniera precisissima per raggiungere il giusto equilibrio colturale; in questo senso anche la difesa deve essere puntuale e precisa.
Da alcuni anni il fitofago chiave della coltura è rappresentato da Tuta absoluta (tignola del pomodoro) (Lepidoptera, Gelechiidae) piccola farfallina originaria del Sud america e, recentemente introdotto anche in Europa.
La larve si sviluppano a carico sia delle foglie che dei frutti.
La larva si sviluppa nella lamina fogliare all’interno di mine ben visibili, determinando la perdita di funzionalità della foglia e, nei casi più gravi, il progressivo collasso della pianta, mentre l’attacco ai frutti ne determina la perdita di ogni valore commerciale.
Negli areali meridionali la generazione si può completare anche in meno di un mese, nei periodi più caldi, con tempi più lunghi (fino a quattro mesi) con le temperature più basse.
Durante il periodo di maggior velocità di sviluppo le varie fasi che compongono il ciclo biologico del fitofago si sovrappongono, determinandosi così la compresenza di uova, larve e adulti.
Un importante mezzo per il monitoraggio delle popolazioni di tuta è rappresentato dalle trappole innescate con lo specifico feromone sessuale della specie; da qui si traggono importanti informazioni per organizzare la difesa.
Lo sviluppo delle larve all’interno degli organi del pomodoro e la particolare virulenza delle infestazioni (soprattutto nel periodo caldo) rendono complicata la gestione del problema ed il contenimento delle popolazioni.
La strategia di protezione del pomodoro da questo importante e dannoso fitofago può essere organizzata in vari modi e con diversi mezzi:
– impiego di reti antinsetto per impedire l’ingresso in serra al fitofago;
– trappole a feromoni per la cattura massale degli adulti;
– trattamenti nei confronti delle larve a base di Bacillus thuringiensis;
– trattamenti chimici con insetticidi;
– sfruttamento dell’azione del miride predatore Macrolophus pygmaeus sulle uova e le piccole larve.
Pratiche agronomiche
La distruzione puntuale e precisa dei residui colturali (sfogliature, sfemminellature, ecc.) rappresenta un importante mezzo per ridurre la diffusione del fitofago. Lo stesso si può dire per l’eliminazione delle solanacee spontanee sia all’interno che all’esterno delle serre, infatti le piante selvatiche potrebbero svolgere un pericoloso ruolo di rifugio e riproduzione del fitofago.
Recentemente si è reso disponibile un nuovo mezzo di difesa per controllare lo sviluppo delle popolazioni di T. absoluta: la confusione sessuale.
La novità
Biogard (Division of CBC Europe) ha infatti ottenuto la registrazione di Isonet®T. Si tratta di un nuovo sistema per il contenimento del fitofago basato sulla miscela feromonica (E,Z,Z)-3,8, 11-tetradecatrien-1-yl acetato, (E,Z)-3,8-tetradecadien-1-yl acetato.
Il diffusore Isonet®T è composto da due capillari paralleli di materiale polimerico, uno dei quali contiene la miscela feromonica, mentre l’altro contiene un filo di alluminio per consentirne il fissaggio al sostegno in serre.
L’applicazione deve avvenire qualche giorno prima del trapianto, fissando, in modo lasco, il diffusore ai fili di sostegno della coltura ad un dosaggio di 800-1000 diffusori/ha (80-100 diffusori/1000 m². Occorre avere l’accortezza di rinforzare la distribuzione dei diffusori in prossimità dei bordi.
Inizia così il rilascio del feromone che andrà ad interferire con il normale svolgimento delle comunicazioni all’interno della popolazione di tuta. Il risultato sarà di ridurne il potenziale riproduttivo e lo sviluppo. In questo modo la popolazione si mantiene a bassi livelli compatibili con la normale e corretta esecuzione del ciclo colturale e il raggiungimento degli obiettivi produttivi previsti.
In base all’epoca di trapianto (invernale o estiva) ed alla durata del ciclo colturale (ad esempio ciclo lungo nelle serre a coltura fuori suolo del Nord Italia) occorre programmare una o due applicazioni, infatti la durata del rilascio feromonico varia da 150 a 180 giorni in riferimento alle diverse temperature.
Questa tecnica si adatta a serre con aperture sul colmo e laterali alte almeno un metro da terra. Non va utilizzata su serre con apertura laterale che arriva fino al terreno.
Risultati
In prove sperimentali si è dimostrato che l’impiego della confusione sessuale ha ridotto la presenza del fitofago ai minimi termini, tanto che le trappole a feromoni montate per il monitoraggio della popolazione hanno prodotto solo sporadiche catture di pochi individui, mentre le corrispettive poste nelle tesi confronto sono arrivate anche a picchi di alcune centinaia di catture. Allo stesso modo mentre nel testimone, a difesa esclusivamente chimica, venivano comunque registrati livelli di danno sui frutti preoccupanti (anche del 20-30%), nelle tesi dove era installata la confusione sessuale non si sono dovuti registrare problemi in tal senso.
In tre anni di prove la gestione della difesa dalla tuta in tunnel-serra con il metodo della confusione sessuale basato sul diffusore Isonet®T integrato da 4-5 applicazioni insetticide ha praticamente azzerato le catture di adulti rispetto all’ambiente esterno, mentre con la gestione ordinaria, esclusivamente chimica, la riduzione media è variata tra il 52% e l’84%.
Il metodo della confusione sessuale si è così dimostrato in grado di contribuire efficacemente al contenimento delle popolazioni di tuta in serre di pomodoro.
La disponibilità di questo mezzo tecnico apre nuovi scenari per la difesa da questo importante fitofago.
La possibilità di comporre strategie innovative, combinando i diversi mezzi disponibili, permette di attuare strategie adatte per ogni ambiente colturale e per ogni quadro fitopatologico, creando così sinergie di grande efficacia. Isonet®T può essere efficacemente impiegato in combinazione con gli altri strumenti disponibili.
In particolare diviene interessante il suo impiego in corretti piani di difesa integrata con specifico riferimento all’utilizzo combinato con il Bacillus thuringiensis ed è perfettamente compatibile con l’utilizzo dei miridi predatori lanciati per il controllo degli aleurodidi (mosche bianche).
Questo nuovo strumento si accompagna perciò ad una difesa dalla tuta che garantisce minori rischi sanitari per gli operatori e minori livelli di residui nel prodotto finale. n
Isonet®T, novità contro Tuta absoluta
Un nuovo metodo di confusione sessuale per controllare l’importante fitofago del pomodoro. La tecnica d’uso