Di solito la stagione estiva coincide con la presenza e il conseguente attacco di diverse specie di nottuidi, aggressivi soprattutto sulle colture orticole, sia in serra che in pieno campo. Le larve dei nottuidi provocano danni di diverso genere che vanno da rosure sulle foglie, nel caso delle lattughe, mentre su ortaggi che producono bacche come pomodoro o peperone scavano gallerie che danneggiano irrimediabilmente il prodotto. La presenza dei nottuidi può fare riferimento a diverse specie (Autographa gamma, Mamestra brassicae, Helicoverpa armigera, Spodoptera exigua, Spodoptera littoralis). Per queste specie di nottuidi sono disponibili i relativi erogatori di feromone o attrattivo per innescare trappole per il monitoraggio o per la cattura massale. Il produttore è così in grado di determinare con precisione la specie o le specie che infestano le proprie coltivazioni e predisporre un adeguato piano di difesa. Tra le diverse specie di nottuidi le due più pericolose (fatto confermato anche dai dati statistici delle vendite di erogatori per il monitoraggio) sono Spodoptera littoralis e Helicoverpa armigera.
Nel primo caso si tratta di una specie molto polifaga, presente quasi esclusivamente nell’Italia centro-meridionale e che nelle ultime stagioni ha manifestato attacchi di una virulenza mai registrata in passatoi; H. armigera, pur manifestando una potenziale polifagia e una presenza ubiquitaria in tutto il paese, risulta più legata alla coltura del pomodoro sia in serra che soprattutto nella coltivazione da industria.
Nonostante il mercato degli insetticidi abbia recentemente presentato alcune importanti novità per il controllo di questi pericolosi fitofagi e, conseguentemente, reso più semplice il loro contenimento, non bisogna dimenticare che un eccesso di trattamenti con insetticidi di sintesi, oltre ad impattare negativamente sull’entomofauna, può essere causa di sviluppo di popolazioni resistenti e di presenza di residui indesiderati sulle derrate: fattore quest’ultimo, di grande interesse per la Grande distribuzione organizzata.
In Italia sono disponibili insetticidi microbiologici attivi nei confronti delle nottue a base di HearNPV e SpliNPV, ovvero i rispettivi NucleoPoliedroVirus che in natura agiscono contro questi due fitofagi. Se entriamo più nello specifico HearNPV è la sigla con la quale viene identificato a livello scientifico il Virus della Nucleopoliedrosi della Nottua Gialla del pomodoro (H. armigera), mentre SpliNPV è specifico per S. littoralis.
Entrambi i Npv erano noti in letteratura da alcuni decenni, ma solo da alcuni anni si è concluso il percorso di registrazione che ne ha portato alla commercializzazione anche in Italia.
Baculovirus
Come nel caso del più noto CpGV (il Virus della carpocapsa), entrambe le specie appartengono alla famiglia Baculoviridae, costituita dai virus più interessanti nel controllo biologico, assolutamente innocua per le piante e gli animali a sangue caldo. Si tratta di parassiti di invertebrati, contraddistinti in genere da una ristretta gamma di bersagli, altamente virulenti e racchiusi in corpi di inclusione proteici che li rendono meno sensibili ai fattori ambientali. Nel caso specifico differisce dai Granulo Virus (come quello della carpocapsa) in quanto si tratta di un NPV; i virus della poliedrosi nucleare (NPV) hanno il corpo d’inclusione di forma irregolarmente sferoidale, sovente cubica o più spesso poliedrica (da cui il nome); la loro dimensione può variare da 0,5 a 15 µm di diametro. All’interno del poliedro i virioni possono essere compresi singolarmente o in fasci di 2-8. La loro riproduzione, una volta avviata l’infezione nella cellula, avviene solamente nel nucleo. Come tutti gli insetticidi virali, agiscono solo per ingestione; il corpo di inclusione viene ingerito dalla larva e raggiunge il tratto dell’intestino medio della vittima, dove il pH alcalino dissolve la matrice proteica che protegge le particelle virali; queste si riproducono attivamente nei nuclei delle cellule epiteliali e da qui diffondono l’infezione a tutto l’epitelio intestinale. L’infezione si diffonde rapidamente nel corpo della vittima; le larve attaccate progressivamente si intorpidiscono, riducono i movimenti e l’attività trofica fino alla morte, nel giro di 2-4 giorni.
Esse assumono allora un aspetto flaccido e lattiginoso. In seguito si formano i virioni compresi nella capsula proteica che diffondono ulteriormente il microrganismo nell’ambiente, moltiplicando così l’effetto del trattamento.
Potenzialità applicative
I Npv devono essere applicati contro le larve neo sgusciate, con trattamenti ripetuti ogni 6-8 giorni, fino a coprire tutto il periodo di schiusura delle uova e la presenza larvale della generazione trattata.
L’insetticida virale può essere dosato (dose di campo: 100-200 ml/ha) in base al periodo di copertura che intende assicurare alla coltura, ma è fortemente consigliato intervenire non oltre ogni 6-7 giorni; infatti, trattandosi di colture orticole soggette ad un rapido accrescimento e di un prodotto di copertura è opportuno, al fine di una migliore protezione, raccorciare l’intervallo fra trattamenti successivi a 6-7 giorni.
In considerazione del fatto che le infestazioni di lepidotteri, soprattutto nottuidi, sia in serra che in pieno campo, possono essere composte anche da altre specie (oltre H. armigera e/o S. littoralis), può essere utile e vantaggioso miscelare HearNPV/SpliNPV con altri insetticidi, compresi quelli a base di Bacillus thuringiensis.
Dalle prove di campo e anche da prove di laboratorio, infatti, non sono mai state evidenziate incompatibilità e/o decrementi efficacia, anche impiegando i due insetticidi miscelati tra loro. Come tutti i prodotti a base di baculovirus, i prodotti disponibili mantengono una ottimale efficacia di campo se conservati in condizioni controllate.
Infatti, gli insetticidi possono essere conservati per almeno 2 anni in frigorifero (4-5°C) e per oltre 5 anni in congelatore (-20°C).
In genere i formulati commerciali sono disponibili in confezioni di piccola taglia, scelte appositamente per consentire una conservazione agevole in anche in spazi ridotti.
A temperatura ambiente possono essere invece stoccati per 4-5 settimane.
Le coltivazioni su cui è possibile utilizzarli sono: pomodoro, peperone, melanzana, spinacio, fragola, lattuga (cappuccia, lattughino, iceberg e romana) e fagiolino, ma occorre sempre fare riferimento alle indicazioni di etichetta di ogni singolo prodotto commerciale.
Entrambi i principi attivi (Npv-baculovirus) sono inseriti nell’allegato II del Reg Ce n° 889/08 e successive modifiche e/o integrazioni che elenca i mezzi tecnici ammessi in agricoltura biologica.
È il momento di pensare alle nottue
Con l’estate si presenta il problema. I NucloPoliedroVirus e il Bacillus thuringiensis per soluzioni efficaci e razionali