Dotare finalmente la Puglia di un sistema di certificazione fitosanitaria per le piante ornamentali sane,
in modo da assicurare produzione e commercializzazione e sventare in futuro disastri come quello accaduto con l’arrivo in Puglia del batterio Xylella fastidiosa.
È un obiettivo adesso possibile grazie alle conclusioni del progetto "Trasferimento di protocolli per organismi da quarantena e nocivi e per la selezione di materiali sanitariamente migliorati per il vivaismo pugliese – ProDiQuaVi" finanziato dal Psr Puglia 2014-2020.
Il progetto ha realizzato e trasferito alle imprese florovivaistiche protocolli diagnostici innovativi e sostenibili sul piano ambientale ed economico.
I risultati sono stati illustrati nel corso di un incontro svoltosi a Bari nella sede dell’assessorato regionale Agricoltura, al quale hanno partecipato anche l’assessore regionale pugliese all’Agricoltura Donato Pentassuglia, il responsabile del Servizio fitosanitario regionale, Salvatore Infantino, la ricercatrice Crea, nonché referente della Rete rurale nazionale, Anna Vagnozzi, il responsabile tecnico-scientifico del Gruppo operativo Vito Nicola Savino e i referenti del soggetto capofila (Dare Puglia - Distretto agroalimentare regionale) e dei soggetti partecipanti (Centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura “Basile Caramia”, Ipsp-Cnr Bari - Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio nazionale delle ricerche, Copagri Puglia, Università di Bari - Dipartimento di scienze del suolo, della pianta e degli alimenti, Ciheam Bari, Vivai Capitanio Stefano sas, Sinagri srl).
ProDiQuaVi, per prevenire danni al florovivaismo
«Sono numerose le problematiche fitosanitarie causate dagli organismi nocivi responsabili di gravi danni a carico dei vegetali e di conseguenza di ingenti danni economici al comparto florovivaistico, di grande rilevanza economica e occupazionale per la Puglia» ha introdotto Pentassuglia. «È questa la problematica al centro del progetto ProDiQuaVi, uno dei progetti dei Gruppi Operativi beneficiari delle risorse del Psr Puglia 2014-2020 per la Sottomisura 16.2 "Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie", che propone un approccio innovativo alle attività di prevenzione e contrasto alla introduzione e diffusione di organismi patogeni da quarantena e non. Basti pensare agli effetti disastrosi del recente caso del batterio Xylella fastidiosa per comprenderne l’importanza».
Trasferimento di competenze alle imprese florovivaistiche
La finalità principale del progetto ProDiQuaVi è stata il trasferimento di competenze innovative e di facile applicazione alle imprese florovivaistiche pugliesi per favorire la ripresa del comparto florovivaistico, ha proseguito Pentassuglia. «Gli otto soggetti attuatori di ProDiQuaVi hanno messo a punto e sperimentato con successo nuovi protocolli, non solo diagnostici, ma anche di moltiplicazione e coltivazione di specie ornamentali per contrastare gli impatti di patogeni da quarantena e non da quarantena sulle imprese vivaistiche. I risultati raggiunti con piante capostipiti di specie mediterranee certificate sane attestano non solo la validità del progetto, ma anche la capacità della Regione Puglia di ben impiegare i propri fondi, investendo in un progetto quanto mai attuale».
Elevati standard qualitativi e produttivi del materiale vivaistico
Il progetto ProDiQuaVi aiuta a valorizzare produzioni agricole di rilevanza economica attraverso azioni di tutela del territorio dall’attacco di patogeni da quarantena attraverso gli elevati standard qualitativi e produttivi del materiale vivaistico e mediante il trasferimento
agli operatori vivaistici di metodiche rapide ed innovative, ha sottolineato Infantino. «Esso permette quindi di: potenziare la capacità di intercettazione degli organismi nocivi attraverso l’adozione di sistemi diagnostici innovativi; costituire e conservare piante capostipiti di specie mediterranee economicamente rilevanti e di accertata qualità fitosanitaria; migliorare il processo produttivo validando e trasferendo protocolli di moltiplicazione e produzione a basso impatto ambientale di specie mediterranee; aumentare la capacità economico-commerciale del comparto; promuovere e favorire l’incontro e il trasferimento dell’innovazione tecnologica fra ricerca e produzione; condividere perché l’innovazione è un fatto non solo tecnico, ma anche sociale, culturale ed economico».
Un progetto che collega la ricerca agli addetti al florovivaismo
Il trasferimento alle imprese private, agli operatori impegnati nella produzione e commercializzazione di vegetali, delle conoscenze sui sistemi diagnostici più recenti di facile applicazione per prevenire la diffusione di organismi nocivi e l’ottenimento di prodotti
certificati, risponde alle richieste di qualità e sanità provenienti dai mercati, ha rilevato Vagnozzi. «Le nuove acquisizioni tecnologiche, nel campo diagnostico e bio-informatico, offrono notevoli potenzialità per identificare e contrastare efficacemente patogeni e parassiti delle specie orticole, floricole, frutticole, viticole, olivicole e forestali da quarantena che ne pregiudicano la qualità. Collegando la ricerca e le tecnologie di punta agli addetti del comparto si contribuisce anche all’ammodernamento delle imprese florovivaistiche rendendole più competitive, aumentandone la capacità economico-commerciale con produzioni di elevato standard qualitativo».