Colture intercalari in serra, ecco perché inserirle

Cetriolo coltivato in tunnel
Un recente studio ha verificato che coltivare ortaggi da foglia come colture intercalari estive in serra allevia i problemi del suolo causati dalle monosuccessioni pluriennali di cetriolo

La diversità è la forza della natura, infatti è noto da tempo quanto la biodiversità sia fondamentale per mantenere e rafforzare la produttività degli ecosistemi, inclusi i suoli agricoli. Di naturale e di biodiverso, però, in serra c’è ben poco. Eppure, differenziare gli agroecosistemi non dovrebbe essere un obiettivo esclusivo di permacultori e ambientalisti neorurali, soprattutto visto il fatto che si può diversificare su vari livelli e non per forza stravolgendo l’intero contesto agronomico e aziendale. I vantaggi ci sono e presto ci accorgeremo che non potremo più farne a meno.

Approfondiamo quindi le motivazioni, i risultati ottenibili e alcuni consigli pratici per andare in questa direzione, anche nelle serre più intensive.

La monosuccessione è un problema

Spesso chi si occupa di coltivazioni in tunnel e in serra si limita a coltivare un numero di specie che si conta sulle dita di una mano (e non di rado avanzano dita).

Questo avviene per ragioni agronomiche (per esempio, colture come l’asparago o la fragola richiedono un certo grado di specializzazione), per motivi organizzativi (basti pensare alle macchine  accoglitrici di prodotti da quarta gamma, spendibili solo su quelle determinate colture). O, ancora, per questioni legate alle certificazioni di origine (come nel caso dell’ortofrutta Dop e Igp), ma anche e probabilmente soprattutto per motivi economici, visto che determinati prodotti agricoli sono solitamente più redditizi di altri. Tale approccio, comprensibile e talvolta praticamente inevitabile, provoca il mancato rispetto di una delle regole agronomiche più antiche, tanto semplice quanto efficace: variare le colture nel tempo e nello spazio tramite la famosa pratica della rotazione colturale.

Rotazioni colturali strette, che nei casi più estremi diventano monosuccessioni pluriennali, possono causare notevoli problematiche di tipo agronomico e ambientale legate all’estrema semplificazione e industrializzazione dei sistemi agricoli.

Uno dei problemi più seri che si riscontra in questi casi è la salinizzazione secondaria del suolo (ovvero la concentrazione eccessiva nel suolo dei sali contenuti nei fertilizzanti), unita alla riduzione del contenuto di sostanza organica del terreno e dell’attività enzimatica del suolo. A causa di questi processi il suolo si impoverisce, perde fertilità e la produzione agricola diventa sempre più dipendente dalla somministrazione puntuale di mezzi tecnici quali fertilizzanti e agrofarmaci.

Come e perché diversificare in serra

La soluzione ideale resterebbe la cara vecchia rotazione colturale pluriennale – unita alle altre buone pratiche dell’agricoltura rigenerativa – ma nei casi in cui questa non sia praticabile si può optare per una soluzione più moderata e comunque benefica.

Si tratta dell’uso di colture intercalari nel periodo estivo, durante il quale spesso la produzione agronomica in tunnel e in serra rallenta o si interrompe per le eccessive temperature. Utilizzando colture a crescita rapida, questa pratica può arrivare a durare anche solamente un mese ed essere così integrata nel piano colturale di molte aziende agricole convenzionali.

Tra i numerosi benefici delle colture intercalari ci sono:

  • soppressione delle piante infestanti;
  • limitazione dell’evaporazione dell’acqua dal suolo;
  • incremento della sostanza organica del suolo;
  • riduzione della lisciviazione di azoto e dell’accumulo di sali nel terreno.

Tutto questo porta benefici potenziali sulle rese delle colture che successivamente cresceranno sullo stesso terreno.

Un noto esempio di coltura di copertura intercalare ideale per sopprimere la crescita delle piante infestanti è l’erba sudanese (Sorghum drummondii), come dimostrato tra l’altro in uno studio del 2009 condotto su lattuga biologica.

Un altro studio, pubblicato nel 2022, ha impiegato mais e grano come colture intercalari in una serra in plastica dedicata alla coltivazione di ortaggi, constatando una diminuzione della conducibilità elettrica del suolo, un aumento del pH e della sostanza organica del terreno. Ciò è poi stato associato a una maggiore resa delle colture successive.

Quali colture scegliere

Potenzialmente qualsiasi coltura può essere utilizzata come specie intercalare. Quindi, come orientarsi nella scelta? E quali colture sono le più vantaggiose? Chiaramente tutto dipende dalle priorità dell’agricoltore.

Nel caso di terreni salinizzati, fenomeno che secondo la Fao interesserebbe dal 20 al 50% dei suoli agricoli nel mondo, e poveri di sostanza organica (valore mediamente molto basso nei suoli agricoli italiani) lo spinacio della Nuova Zelanda e lo spinacio rampicante sembrano essere promettenti.

È ciò che emerge da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Vegetable Research, nel quale un gruppo di ricercatori ha testato cinque colture intercalari estive introdotte nella coltivazione pluriennale di cetriolo in serra.

Nello studio citato, sono stati valutati gli effetti dell’aumento di biodiversità in serra sulla salinità del suolo, sul contenuto di sostanza organica e sull’attività enzimatica del suolo. Lo studio ha riguardato la consociazione primaverile del cetriolo con un ortaggio da foglia (spinacio della Nuova Zelanda, spinacio rampicante o malva) e tramite l’impiego di una coltura intercalare estiva seminata o trapiantata dopo la raccolta del cetriolo (spinacio della Nuova Zelanda, amaranto o spinacio d’acqua).

Rispetto alla semplice monosuccessione di cetriolo, tutte queste soluzioni hanno ridotto significativamente la conducibilità elettrica e aumentato sia il contenuto di sostanza organica del suolo sia la sua attività enzimatica. I rendimenti economici migliori sono stati ottenuti con lo spinacio rampicante e con lo spinacio neozelandese impiantati in consociazione con il cetriolo e impiegati come coltura intercalare tra i due cicli di cetriolo.

I dettagli dello studio

Questa ricerca è stata realizzata nei campi sperimentali dell’Università di Scienza e tecnologia agricola e forestale del Nord-Ovest, situata nel distretto di Yangling, in Cina. È stata utilizzata una serra-tunnel in plastica con struttura in acciaio, larga 8 metri e lunga 40 metri, nella quale sono stati coltivati cetrioli in monosuccessione per otto anni consecutivi. Ciò ha causato la salinizzazione del suolo, con ripercussioni negative sulla crescita della coltura. Gli ortaggi da foglia impiegati dai ricercatori come colture intercalari durante il periodo estivo sono stati:

  • malva (Malva verticillata L.), pianta principalmente nota per i suoi scopi medicinali ma consumata anche come ortaggio crudo e cotto, in passato era comunemente coltivata in Cina ma anche nelle valli alpine italiane;
  • amaranto edibile (Amaranthus mangostanus L.), pianta coltivata in molti Paesi e comune in quasi tutta Italia, dalle foglie tenere, dolci, gustose, ricche di calcio e proteine;
  • spinacio rampicante (Basella alba L.), ortaggio comunemente coltivato e consumato nei Paesi dell’Asia tropicale e in Africa, predilige i suoli subacidi;
  • spinacio d’acqua (Ipomoea aquatica F.), una pianta coltivata nelle regioni tropicali e subtropicali di cui si consumano i germogli e le foglie;
  • spinacio della Nuova Zelanda (Tetragonia tetragonioides L.), pianta perenne originaria dell'Asia orientale, dell'Australia e della Nuova Zelanda, ben adattata ai suoli salini.

Risultati migliori con cetriolo e malva/spinacio neozelandese

Le combinazioni studiate sono state le seguenti:

  • nessuna coltura intercalare (controllo);
  • spinacio d’acqua seminato a spaglio dopo la raccolta del cetriolo;
  • amaranto seminato a spaglio dopo la raccolta del cetriolo;
  • spinacio neozelandese trapiantato dopo la raccolta del cetriolo;
  • consociazione cetriolo-malva, con cetriolo a trapianto primaverile e malva seminata a spaglio che permane in serra dopo la raccolta del cetriolo;
  • consociazione cetriolo-spinacio rampicante, con cetriolo a trapianto primaverile e spinacio rampicante seminato a spaglio che permane in serra dopo la raccolta del cetriolo;
  • consociazione cetriolo-spinacio neozelandese, entrambi trapiantati in primavera, con spinacio neozelandese che permane in serra dopo la raccolta del cetriolo. In nessun caso sono stati usati fertilizzanti.

Dai risultati è emerso che tutte le colture intercalari estive hanno ridotto significativamente la salinizzazione del suolo e aumentato il contenuto di sostanza organica, così come l’attività enzimatica del suolo. I risultati migliori sono stati ottenuti con la consociazione del cetriolo con spinacio neozelandese e malva, poi lasciati come colture intercalari dopo la raccolta del cetriolo.

Colture intercalari in serra, ecco perché inserirle - Ultima modifica: 2024-07-29T16:02:59+02:00 da Paola Cassiano

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