La corretta gestione della fertirrigazione ci permette di applicare la distribuzione contemporanea e uniforme di acqua e nutrienti nel volume di suolo a elevata densità radicale. Apporti tempestivi e più efficaci, nutrienti forniti a piccole dosi secondo le fasi di crescita, maggiore disponibilità di nutrienti e miglioramento del loro assorbimento e della loro efficienza d’uso, migliore mobilità di elementi come fosforo e potassio, flessibilità e semplicità di gestione. Il tutto con l’utilizzo di concimi ad elevata solubilità, che insieme ad una corretta gestione micro-irrigua a goccia, ci permette una riduzione delle perdite per lisciviazione dei nutrienti e versatilità di applicazione (tempo, condizioni meteo, suolo), con minori costi operativi. Sono veramente tanti i vantaggi della fertirrigazione, tutti sperimentati e apprezzati da anni per la fertirrigazione del pomodoro da mensa.
Fertirrigazione computerizzata
La coltivazione del pomodoro da mensa, per la maggior parte in terra ed in coltura protetta, si può affermare con quasi totale precisione, che ormai viene tutto effettuato con la microirrigazione a goccia e con la fertirrigazione. Non si utilizzano ancora al 100% i cosiddetti banchi di fertirrigazione computerizzati. Sarebbe buona pratica il loro utilizzo, per la distribuzione in modo mirato, di acqua ed elementi nutritivi, realizzando, oltre ad un importante risparmio idrico e nutrizionale, una migliore efficienza di uso degli stessi.
E’ importante il bilanciamento preciso di tutti i macro e micronutrienti, in modo che la coltura possa disporre, nelle diverse fasi fenologiche, il corretto apporto degli stessi.
Il bilanciamento ionico, cationi e anioni degli elementi minerali, viene effettuato ogni volta, con opportuni calcoli, in funzione dell’analisi chimico-fisica dell’acqua irrigua e del terreno e dei fabbisogni nutritivi e, più precisamente, della varietà coltivata e delle aspettative produttive. Così si ottiene una soluzione nutritiva che viene integralmente assorbita dalla coltura».
Ai fini del rispetto di tale formula è quindi necessario, conoscere sia gli elementi nutritivi apportati con l’acqua irrigua, correggendo il pH con opportuna acidificazione, sia i nutrienti già presenti nel terreno, in funzione delle specifiche esigenze nutritive della pianta. E’ importante il rispetto di precisi parametri, e in particolare che il pH della soluzione nutritiva venga mantenuto intorno a 5,5-6,0. Per la conducibilità elettrica (Ec), il pomodoro è una specie tollerante e/o resistente alla salinità, per cui può sopportare valori elevati di Ec, anche superiori a 3,0 mS/cm e oltre, di sicuro a vantaggio della qualità organolettica del prodotto finale, ma a sfavore della quantità di produzione.
A secondo i valori di ione bicarbonato HCO3- e Carbonato CO32- presenti nelle acque di irrigazione, è sempre necessario applicare un acido, come per esempio l’acido nitrico, per la loro parziale neutralizzazione e portare il valore della reazione pH a circa 5,5 – 6,0, facendo però attenzione a non abbattere completamente i bicarbonati per mantenere un certo valore di potere tampone della soluzione nutritiva finale.
Concimazione di fondo
Non sempre è necessario una concimazione di fondo, ma affinché la dotazione nutritiva terreno possa esprimere al meglio la sua fertilità, prima dell’impianto della coltura può sempre essere utile una concimazione di fondo somministrando dei concimi minerali, organo minerali e /o anche organici. Ricordiamo che una buona dotazione di sostanza organica,con valori dell’ordine dell’1,5-2%, sono sempre molto positivi, per es. facilitano la Csc o Capacità di scambio cationico e quindi rende meglio disponibili ed assorbibili gli elementi nutritivi durante tutto l’intero ciclo colturale.
Vigore della pianta
Durante la coltivazione, la gestione corretta della fertirrigazione, è un valido strumento, insieme alla gestione climatica della serra, per gestire il corretto equilibrio del vigore della pianta.
La pianta di pomodoro deve essere gestita valutando bene lo sviluppo vegetativo e produttivo. Un parametro importante da tenere in considerazione è il diametro dello stelo o del fusto, che ci fornisce immediatamente una misura del cosiddetto “vigore” della pianta: questa misura è una forma indiretta di quantificazione dell’energia accumulata dalla pianta in quella porzione di stelo grazie alla fotosintesi. Con una maggior efficienza nutritiva ed ovviamente foto sintetica della pianta, si assiste ad un irrobustimento dello stelo, segnale evidente di elevata disponibilità di nutrienti. Viceversa, una minor disponibilità di nutrienti ed una conseguente minore efficienza fotosintetica il fusto si assottiglia (basso vigore).
Equilibrio
Per esempio, un fusto esile facilmente induce il grappolo fiorale sovrastante a differenziare un numero ridotto di fiori sul rachide; oppure non rifornisce il grappolo in fase di allegagione di sufficiente energia determinandone il parziale aborto o la differenziazione di frutti piccoli, deformati con pochi semi nei quali si assiste al distacco di semi e placenta dall’endocarpo. Per contro l’eccesso di vigore rappresenta un altro ostacolo alla produzione di qualità, poiché conduce alla differenziazione di grappoli insolitamente grandi con frutti costoluti e scatolati.
Per esempio, un carico di frutti eccessivo iniziale dà l’illusione di avere una produzione altrettanto buona più avanti con la stagione ma poi la pianta giunge indebolita in periodi critici (es. caldo estivo) e non riesce a garantire sufficienti produzioni e buona qualità.
Una coltura troppo generativa col tempo tende ad indebolirsi poiché eccessivamente carica di frutti. Una pianta invece troppo vegetativa produce grappoli dagli internodi molto lunghi, con facile rischio di ginocchiatura del rachide e maggior sensibilità agli attacchi di Botrytis al fusto.
Non solo la fertirrigazione, ma anche la gestione del clima in serra, l’irrigazione, la lavorazione fatta alla pianta, sono tutte possibili azioni che, adottate volta per volta, possono avere effetti correttivi generativi o vegetativi, di irrobustimento del fusto o di assottigliamento, in modo da mantenere la pianta del pomodoro performante, forte ed equilibrata.