La regolare e periodica analisi chimico-agraria dell’acqua di irrigazione è fattore essenziale per impostare una corretta irrigazione e fertirrigazione per le colture in contenitore o in vaso. Ma non solo, la gestione ed il controllo della soluzione nutritiva finale e dell’acqua drenata dal contenitore, sono anch’essi operazioni essenziali per il monitoraggio del normale accrescimento delle piante.
Campionare l’acqua
Si raccomanda di effettuare sempre l’analisi chimico-agraria dell’acqua irrigua ed il campionamento della soluzione nutritiva al punto goccia della coltura, almeno per ogni settore omogeneo di coltura.
Il punto di prelievo dovrebbe rappresentare l’area controllata dall’elettrovalvola del singolo settore fertirriguo, ma scegliere il punto giusto può risultare difficoltoso se tale area non è omogenea (ad esempio se contiene piante con consumi di acqua diversi o in differenti stadi di crescita). Effettuare il campionamento in un punto che rappresenti il consumo “medio” di acqua può non essere la giusta risposta, è necessario tenere presente la sensibilità delle specifiche piante all’eccesso di acqua ed alla salinità.
Per un miglior controllo e monitoraggio è raccomandabile effettuare i campionamenti negli stessi punti con cadenza periodica e di registrarli in un computer. Ciò permette di seguire meglio gli andamenti fertirrigui e ogni eventuale variazione e di avere dati statistici nel tempo, anno dopo anno.
Una volta stabiliti i punti di prelievo, l’irrigazione dovrebbe essere programmata in base a due parametri che rispondono alla classica domanda: “Quanta acqua dare e quando darla”. In pratica, il turno irriguo: il turno irriguo e la frequenza irrigua o intervallo tra una irrigazione e l’altra.
Intervallo di irrigazione
L’intervallo di irrigazione può essere determinato in base al consumo d’acqua della pianta, in base al volume del contenitore ed in base alle proprietà del substrato, tenendo in considerazione la sensibilità della pianta all’umidità.
Ecco due utili esempi pratici.
La pianta A consuma 400 ml/giorno, il volume del contenitore è pari a 2.000 ml ed il substrato può contenere il 60% dell’acqua disponibile.
In tal caso l’intervallo irriguo non dovrebbe superare i 3 giorni:
60% x 2.000 = 1.200lt/400lt/g = 3 giorni.
Anche la pianta B consuma 400 ml/giorno, ma il contenitore è da 1.000 ml ed il substrato può trattenere solo il 40% dell’acqua disponibile.
Il massimo intervallo irriguo per la pianta B dovrà essere, in tal caso di un giorno:
40% x 1.000 = 400lt/400lt/g = 1 giorno. Pertanto sarà necessaria almeno una irrigazione al giorno.
Quantità di acqua
Al fine di prevenire pericolosi accumuli di sali nel substrato, è molto importante permettere all’acqua di fuoriuscire dalla base del contenitore, ossia di favorire un certo drenaggio.
Un drenaggio insufficiente causerebbe un rischio di stress idrico ed un incremento della salinità nel substrato mentre, nel caso contrario, si potrebbe avere un eccesso idrico, con rischio di asfissia radicale ed una perdita di nutrienti dallo stesso ed il loro precoce esaurimento.
Per ragioni pratiche il drenaggio è espresso in percentuale del volume di acqua applicato al contenitore. Ad esempio, se si somministra 1 litro di acqua ed il volume di drenaggio è di 200 ml, la percentuale è pari al 20%.
Una percentuale di drenaggio tra il 15% ed il 40% è un intervallo accettabile per la maggior parte dei supporti di coltivazione, e la percentuale più adeguata viene determinata in relazione alla tolleranza della pianta alla salinità, alle proprietà del substrato, al piano di concimazione ed all’esperienza del coltivatore.
In pratica, la percentuale di drenaggio viene determinata con semplici test di campo, come la misura dell’EC, del pH, dei nitrati e dei cloruri sia nell’acqua di fertirrigazione che in quella di drenaggio.
Una volta determinata, la percentuale di drenaggio può essere usata come premessa di lavoro e la quantità di acqua da somministrare ad ogni intervento irriguo sarà commisurata a quella che risulterà da questa percentuale di drenaggio.
I parametri menzionati dovrebbero essere misurati almeno una volta al giorno o al massimo una volta la settimana, al fine di acquisire indicazioni sui processi che avvengono nel substrato, come i cambiamenti di pH, l’incremento di salinità o EC, eventuali carenze di nutrienti, ecc..
Per es. monitorare il valore EC è determinante poiché, se la soluzione del drenaggio ha una conducibilità elettrica troppo alta, bisogna ridurre la quantità di fertilizzante somministrato e viceversa.
Per capire se si stanno utilizzando troppi fertilizzanti o troppo pochi, è sufficiente monitorare il valore EC della soluzione presente nell’impianto fertirriguo.
Se per esempio si fertirriga con una concentrazione di nutrienti che danno un valore di 1,0 mS/cm di EC, e nei giorni successivi il valore del drenato è salito (ad esempio 1,4 mS/cm di EC), significa che la pianta assorbe solo acqua e quindi la soluzione drenante è diventata più concentrata. Bisogna quindi incrementare la quantità d'acqua.
Se nei giorni successivi il valore EC è sceso (ad esempio 0.7 mS/cm di EC), significa che la pianta ha assorbito i nutrienti più velocemente rispetto all'acqua. Bisogna quindi incrementare la quantità di nutrienti. Questo dimostra che è la pianta stessa a dirci di cosa ha bisogno!
Non esiste un corretto valore di EC da rispettare ma varia da coltura a coltura e ogni pianta ha esigenze differenti.