Presentati i risultati definitivi ottenuti da OrtoAmbiente, progetto lanciato nel 2020 e mirato a un approccio agroecologico della difesa fitosanitaria. L'obiettivo è stato quello di potenziare la fauna utile e combattere insetti dannosi sulle colture orticole.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014–2020. Ha visto la partecipazione del Centro Agricoltura e Ambiente "Giorgio Nicoli" (capofila e coordinatore del progetto), del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari del Distal (Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Unibo), del Gruppo Agribologna, di Dinamica e di cinque aziende agricole emiliane.
Il titolo del progetto è "Messa a punto di tecniche di difesa da fitofagi su colture orticole ad elevata sostenibilità ambientale basate su strategie agroecologiche". Responsabile scientifico è stato il prof. Giovanni Burgio (Distal, Unibo).
Confermati i risultati attesi
Confermati i risultati principali attesi dal progetto:
• la riduzione dei prodotti fitosanitari impiegati (e la conseguente riduzione dei quantitativi di insetticidi nel suolo e nell’acqua).
La diminuzione registata è del 15% in agricoltura integrata e del 30-40% in agricoltura biologica. Sullo zucchino in coltura protetta, ad esempio, l’utilizzo di fasce fiorite può consentire un risparmio fino a quattro trattamenti aficidi per ogni ciclo colturale. Questo corrisponde a circa 300 €/ha, con una riduzione dei quantitativi di insetticidi impiegati variabile in media tra il 20 e il 30%;
• l’incremento di sostanza organica attraverso l’adozione di fasce fiorite (specialmente se a base di leguminose azotofissatrici) che in condizioni ottimali potrebbe garantire un apporto al terreno di circa 15-20 quintali di massa verde per ettaro, sia in agricoltura integrata che biologica;
• la riduzione complessiva di circa il 20% (sia in agricoltura integrata che biologica) per quanto riguarda i costi dei mezzi tecnici per l’agricoltore.
Le colture coinvolte
Le colture (lattuga, zucchino e cavolo) sono state individuate tra Bologna e Ferrara, in cinque aziende agricole coinvolte nel progetto: Coltivare Fraternità, Società Cooperativa Agricola e Sociale; Società Agricola Dune S.S. di Finessi Eliseo e C; Società Agricola Manzoli S.S.; Azienda Agricola Telloli Tonino; Azienda Agricola Tonelli Gianni.
Quattro le attività svolte dal progetto
Valutata l'efficacia della difesa biologica nei confronti dei miridi su lattuga, attraverso l’utilizzo combinato di trappole a feromoni e piante trappola attrattive e nei confronti degli afidi su lattuga.
Inoltre, è stata provata l'efficacia di strategie agroecologiche per potenziare la difesa biologica contro Aphis gossypii su zucchino in coltura protetta e l’efficacia della difesa nei confronti dell'altica del cavolo attraverso l’impiego di piante trappola e copertura con tessuto agrotessile.
Per quanto riguarda la prima e l’ultima attività, venivano utilizzate piante trappola che si sono rivelate utili per la gestione di insetti dannosi. In particolare, la strategia di difesa biologica utilizzata nei confronti dei miridi sula lattuga, con l’uso combinato di piante trappola attrattive e trappole a feromoni, si è dimostrata in grado di ridurre notevolmente i danni. Sul cavolo, invece, le piante trappola di senape e rucola hanno rivelato un ottimo potere attrattivo nei confronti dell’Altica, proteggendo la coltura principale dagli attacchi.
Le altre attività hanno visto l’impiego di fasce fiorite costituite da miscugli di specie vegetali individuati di volta in volta in base agli obiettivi prefissati. Ne è emerso che per il potenziamento della lotta biologica sia su lattuga coltivata in pieno campo che su zucchino coltivato in serra, è bene privilegiare specie vegetali a fioritura precoce che garantiscano però anche una copertura prolungata nel tempo: l’utilizzo di grano saraceno, veccia e coriandolo si è dimostrato un’ottima soluzione per potenziare la lotta agli afidi, così come il miscuglio costituito da senape/colza, coriandolo, grano saraceno ed erba medica.
Best practices per gli agricoltori
OrtoAmbiente ha consentito la messa a punto di strumenti innovativi di difesa dagli insetti dannosi per le colture orticole, caratterizzati da un'elevata sostenibilità ambientale e basati sulla valorizzazione dell’ecosistema aziendale. Il manuale di best practices, con le tecniche descritte da Ortoambiente, consentirà quindi di diminuire l’impiego dei prodotti fitosanitari privilegiando l’azione di insetti antagonisti, come Coccinellidi e Sirfidi.
I risultati del progetto potranno inoltre essere utilizzati da aziende biologiche, in conversione, e in produzione integrata. La diffusione dei risultati conseguiti dai produttori aderenti a OrtoAmbiente potrebbe consentire di aumentare il numero di aziende aderenti al sistema di produzione biologica.
Dalle interviste realizzate agli agricoltori coinvolti, è infatti emerso che l’adozione di queste tecniche agroecologiche è stata recepita con grande interesse e che i risultati conseguiti sono stati estremamente soddisfacenti.
«OrtoAmbiente ha consentito di trasferire strategie agro-ecologiche in aziende agrarie, valutando al contempo le risposte in campo e la loro potenzialità applicative. Questa esperienza, maturata nel corso di due annate molto diverse fra loro, ha permesso di quantificare l’efficacia di tecniche molto innovative in un contesto "reale". La pianificazione è avvenuta in accordo con gli agricoltori, in base alle esigenze di ogni azienda. I risultati hanno permesso di ottimizzare un impiego pratico di queste strategie negli ambienti della nostra regione, valorizzando in pieno le ricadute positive e comprendendo i fattori limitanti che possono ostacolare la loro applicazione» è il commento del Prof. Giovanni Burgio, responsabile scientifico del progetto.