Riuscire a portare sul mercato poinsettie ben costruite e proporzionate, ricche di “fiori” e soprattutto sane, con foglie integre, perfette, rosso splendenti, è una soddisfazione che il mercato paga. Piante che suscitano meraviglia non rimangono invendute, la domanda non si tira indietro davanti a un prodotto di autentica qualità. È per questa ragione che in Puglia sono sempre di più i floricoltori che difendono la poinsettia o Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima) da ragnetto rosso, afidi e aleurodidi con l’ausilio di predatori, ottenendo piante di qualità superiore.
Per Michelangelo Auricchio la poinsettia è insostituibile nell’offerta dell’Azienda agricola Auricchio Michelangelo che conduce a Terlizzi (Ba). E riconosce che l’aspetto sicuramente più complesso della sua coltivazione è la difesa, in particolare dagli attacchi delle “mosche bianche”, gli aleurodidi Trialeurodes vaporariorum, o mosca bianca delle serre, e Bemisia tabaci, o mosca bianca del tabacco, che depongono le uova sulla pagina inferiore delle brattee.
«Durante l’estate, l’autunno e persino l’inverno, gli aleurodidi, favoriti dalla calda o tiepida temperatura interna alle serre, diventano temibili: si riproducono con tale velocità che sovrappongono le generazioni e sviluppano resistenze agli insetticidi utilizzati, i quali non riescono a esercitare un controllo efficace. Prima così accadeva anche nelle mie serre. Ma mi sono reso conto che una poinsettia di qualità, ben fatta, bella e piena di colore, non deve presentare uova che poi sviluppano larve e insetti adulti in casa. Inoltre i prodotti chimici stressano le piante e possono provocare ustioni più o meno evidenti, che fanno scadere la bellezza delle foglie. Sicché, per quanto all’inizio fossi alquanto scettico, ho propeso per la difesa biologica, con il ricorso a predatori, sia per necessità sia per il desiderio di proporre al cliente una poinsettia con “qualcosa” in più».
Gli aleurodidi
Da alcuni anni Auricchio riesce a controllare gli aleurodidi con la lotta biologica, «utilizzando due prodotti: uno è costituito dai parassitoidi Encarsia formosa ed Eretmocerus eremicus, capaci di parassitizzare le uova delle “mosche bianche” e sviluppare il proprio ciclo al loro interno: per ogni metro quadrato dispongo un cartoncino, che fisso a una foglia o a un rametto, contenente le uova dei predatori che poi schiudono; l’altro da Amblyseius swirskii, un acaro predatore che agisce sulle neanidi delle “mosche bianche”; o inserisco una bustina contenente gli acari per metro quadrato, legandola a un rametto o a una foglia, oppure distribuisco gli acari per via aerea, diffondendoli mediante un phon messo appositamente a punto».
I risultati sono ottimi, a patto però, raccomanda Auricchio, di iniziare la lotta biologica subito, già al rinvaso delle talee, «altrimenti, se le “mosche bianche” prendono piede, diventa poi difficile gestirle. Programmo ed effettuo lanci di tali predatori ogni settimana sino alla fine di ottobre, poi le temperature scendono impedendo agli aleurodidi di moltiplicarsi e svilupparsi. E con la lotta biologica le poinsettie sono veramente integre e più belle».
La fase iniziale
Per Davide Paparella, agronomo e responsabile tecnico della produzione dell’Apulia Plants srl agricola di Terlizzi, che gestisce con il padre Pasquale e il fratello Piero, è fondamentale curare con estrema attenzione la fase iniziale di crescita delle piante, dal post-trapianto alla fine del secondo mese di coltivazione.
«Trascurare anche solo qualche particolare nel corso dei primi due mesi può risultare molto dannoso per il felice proseguimento della coltivazione, invece un’accorta dedizione verso le piantine è il giusto viatico per ottenere piante ben formate e di bell’aspetto. Perciò appena le talee arrivano in azienda, radicate e frigoconservate, in paper-pot posti in contenitori alveolati, eseguiamo un rapido trattamento fungicida preventivo, utile anche per ridurre lo stress da trapianto».
Dopo il trattamento fungicida preventivo direttamente nei vassoi, la difesa fitosanitaria prosegue, da fine luglio in poi, mediante la lotta preventiva biologica ad acari e insetti con lanci periodici di acari e insetti predatori.
«Utilizziamo l’acaro fitoseide Phytoseiulus persimilis contro gli adulti del ragnetto rosso (Tetranychus urticae), gli insetti imenotteri E. formosa ed E. eremicus contro gli adulti della mosca bianca (T. vaporariorum), l’acaro fitoseide A. swirskii contro le uova di T. vaporariorum e le larve di tripidi (Frankliniella occidentalis, Thrips tabaci, ecc.). È una lotta necessaria poiché la rete antiafidi limita moltissimo l’ingresso di acari e insetti dannosi, ma non elimina del tutto il rischio di una loro presenza in serra».
Da ottobre
Dai primi di ottobre in poi, quando le temperature calano e le piante rimangono bagnate più a lungo, aggiunge Paparella, «effettuiamo qualche trattamento preventivo contro la muffa grigia (Botrytis cinerea), ma soprattutto curiamo, con la ventilazione naturale attraverso gli sportelli laterali e al colmo e gli aerotermi, di abbassare l’umidità relativa intorno all’ottimale 70%. Verso la fine del periodo di lotta biologica effettuiamo contro la mosca bianca un trattamento radicale preventivo con un insetticida sistemico, in modo da salvaguardare quel che resta dei predatori naturali. In seguito, contro la mosca bianca e i tripidi eseguiamo qualche trattamento fogliare preventivo, non però contro il ragnetto rosso che non è più presente perché gradisce un’umidità relativa inferiore al 60%. Ogni giorno giriamo fra le piante per controllarle in continuazione: particolarmente delicato è il viraggio del colore da verde a rosso, un eventuale attacco di tripidi rovinerebbe le foglie e quindi l’intera pianta. Un rischio che non possiamo permetterci».
La poinsettia è sensibile, nelle prime fasi di crescita, ai marciumi radicali e basali, ma i problemi fitosanitari più gravi, anche per l’Agricola De Palma s.s. di Terlizzi, sono sicuramente la muffa grigia e le mosche bianche.
«Da ottobre in poi, quando fa meno caldo e si riducono le ore di luce, è bene che le piante rimangano più asciutte per non soffrire attacchi di muffa grigia: quindi è necessario ventilare di più per farle asciugare – afferma Annetta De Palma –. In estate, in autunno e persino durante l’inverno, favoriti dalla tiepida temperatura interna alle serre, sono temibili gli attacchi delle farfalline bianche o “mosche bianche”, gli aleurodidi T. vaporariorum e B. tabaci, che depongono le uova sulla pagina inferiore delle brattee. Una poinsettia di alta qualità, come la produciamo noi, oltre a essere robusta, ben fatta, bella e piena di colore, non deve presentare uova di farfalline bianche che poi sfarfallano in casa».
Se è relativamente facile prevenire attacchi fungini, è più complesso risolvere, sempre preventivamente, concorda Antonello Vecchio, titolare dell’Ortovivaistica di Francavilla Fontana (Br), il serio problema fitosanitario delle “mosche bianche”, che, se entrano nella serra, possono annidarsi nella pagina inferiore delle brattee e là nutrirsi provocando ingiallimenti e indebolendo la pianta.
«In un primo tempo intervengo con la lotta biologica, impiegando l’acaro fitoseide predatore A. swirskii che agisce sulle uova e blocca la riproduzione delle mosche bianche; solo a fine ottobre intervengo con un trattamento chimico per debellarle del tutto. È una lotta indispensabile poiché la rete antiafidi che circonda la serra, a maglia molto stretta, riduce certamente l’ingresso di acari e insetti dannosi, ma non lo elimina del tutto».n