Poinsettia, coltivazione negli ambienti meridionali

poinsettia
La coltivazione della Poinsettia in Italia si effettua soprattutto al meridione
La tendenza è verso vasi di dimensioni più contenute, mentre si allarga l’offerta di tipologie e colori

La poinsettia, più conosciuta con il nome di “Stella di Natale”, rappresenta una delle specie floricole da “vaso fiorito” più importanti. La coltivazione è condotta in coltura protetta e le regioni italiane maggiormente interessate sono quelle meridionali: Puglia, Lazio (area meridionale), Calabria e Campania (soprattutto nella Piana del Sele).
Il mercato della poinsettia si sta evolvendo verso la richiesta di tipologie a taglia sempre più piccola. Pertanto, si assiste a un forte incremento delle piante allevate in vaso diametro 10 cm, anche se il vaso diametro 14 è ancora il più diffuso.

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La Poinsettia mostra elevate esigenze termiche sia nella fase di crescita sia in quella di fioritura con una temperatura ideale compresa tra 18 e 20°C.

Il mercato italiano richiede piante vigorose, tardive e resistenti alla botrite. Recentemente, si è assistito all’introduzione di varietà che hanno basse esigenze termiche, portamento a V per evitare la rottura dei rami, forte tolleranza alle avversità patologiche, tra cui la botrite e l’alternaria, brattee medio-piccole per evitare la rottura delle stesse durante l’imbustamento ed il trasporto, durata post-vendita molto elevata.
Per quanto riguarda i colori, il rosso rappresenta la quota più elevata e nelle taglie grandi copre circa il 90% del totale; il restante 10% si distribuisce quasi equamente tra gli altri colori. Nel caso di taglie più piccole la richiesta di varietà di colore diverso dal rosso aumenta.

I fattori climatici

La poinsettia è definita specie a giorno corto perché passa dallo stato vegetativo a quello generativo quando la lunghezza del giorno diventa più corta di un valore soglia definito fotoperiodo critico. Il numero di settimane che intercorrono tra l’induzione fiorale e l’emissione del polline è definito tempo di reazione; è una caratteristica varietale ed è influenzato da temperatura e luce. Per gran parte delle varietà la lunghezza del fotoperiodo critico è di 12-13 ore e l’induzione fiorale avviene nelle settimane 38-39 e per l’iniziazione sono necessari 4-8 giorni corti continui.

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Il numero e la qualità dei germogli sono determinati dalla quantità di luce e solo in minima parte dai valori termici.

Per quanto concerne l’intensità luminosa, esige una luminosità di 20-30.000 lux dopo l’invasatura e successivamente alla ramificazione l’ideale sarebbe 45-60.000 lux per le varietà a foglia chiara e 40-45.000 lux per quelle a foglia scura. La luminosità influenza in modo notevole anche lo sviluppo delle brattee: quando le condizioni di luminosità si riducono bisogna eliminare l’ombreggiamento (il momento varia secondo le zone di coltivazione).

Esigenze termiche

Sia nella fase di crescita sia in quella di fioritura la poinsettia mostra elevate esigenze termiche. Dall’invaso fino alla colorazione delle brattee la temperatura ideale è compresa tra 18 e 20°C.
Nelle zone a clima mediterraneo e con le varietà a foglia scura i valori indicati possono essere ridotti di 1-2 °C per l’elevata luminosità, mentre per le varietà di colore bianco la minima notturna va mantenuta più elevata di 1-2 °C per migliorare la qualità delle brattee.
Nella gestione dei valori termici i floricoltori incontrano difficoltà sia nel mantenere costante la temperatura (nelle aree floricole del sud Italia si verificano elevate escursioni termiche) sia a contenere le elevatissime temperature del periodo estivo, che coincidono con la prima fase di crescita delle piante. Pertanto, durante la fase d’invaso, da giugno fino ad agosto e quindi durante i primi 40-90 giorni del ciclo colturale, è necessario applicare l’ombreggiamento, mentre sarebbe di grande utilità mantenere una differenza di pochi gradi tra giorno e notte (con valori termici diurni più elevati di quelli notturni) per ottenere buoni risultati qualitativi. La grandezza delle piante (altezza e diametro) è influenzata dalla temperatura media diurna e dalla quantità di luce disponibile.

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I florovivaisti scelgono l’epoca d’invaso in funzione delle dimensioni finali che desiderano ottenere e in base all’esperienza degli anni precedenti.

Negli ambienti floricoli meridionali, dove la temperatura media giornaliera è determinata da valori termici diurni più elevati di quelli notturni, si ottengono piante più lunghe e con foglie più grandi. Il numero e la qualità dei germogli, invece, sono determinati dalla quantità di luce e solo in minima parte dai valori termici.Per ottenere piante d’adeguata grandezza e ben accestite è, quindi, necessaria un’oculata gestione dei fattori luce e temperatura. Tuttavia, non potendo sempre contare su un’efficace gestione della temperatura, al fine di contenere la taglia delle piante, i floricoltori impiegano fitoregolatori (brachizzanti). I trattamenti iniziano dopo circa 50 giorni dall’invaso e proseguono per l’intero ciclo di coltivazione (in tutto si praticano da sette a dieci interventi per ciclo).
Il controllo del tasso igrometrico all’interno della serra, mediante l’arieggiamento, è di fondamentale importanza per prevenire attacchi parassitari, in particolare della botrytis. In alcuni casi occorre aumentare il livello d’umidità nell’ambiente protetto azionando l’impianto d’irrigazione per aspersione. Quest’intervento non è scevro da inconvenienti legati all’instaurarsi di condizioni ottimali per lo sviluppo di crittogame (pythium in particolare).

Il substrato di coltivazione

La poinsettia richiede substrati di coltivazione dotati di elevate qualità fisico-chimiche. Le caratteristiche chimiche possono essere corrette con le concimazioni nel corso della coltivazione, mentre quelle fisiche sono determinate dalla composizione del substrato. Per questo motivo i substrati devono essere dotati delle seguenti caratteristiche:
1. capacità di ritenzione dell’acqua non superiore al 50% del volume, in modo da evitare rischi di asfissia radicale e di malattie fungine dell’apparato ipogeo (pythium, rhizoctonia, phytophtora, ecc.);
2. contenuto salino non superiore a 2 g/l in quanto la poinsettia, pur essendo una specie tollerante l’alta salinità, è danneggiata da concentrazioni eccessive (crescita ridotta delle radici e predisposizione ad attacchi fungini).
La maggior parte delle aziende florovivaistiche si avvale di prodotti commerciali la cui materia base è la torba, sia bionda sia bruna, di diversa granulometria ed origine, a cui sono mescolati dei componenti minerali come l’argilla e la perlite o di origine organica come le fibre di legno o di cocco, la lolla di riso, ecc.

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L’investimento varia in funzione del diametro del vaso e della dimensione delle piante.

Le caratteristiche del substrato sono scelte in funzione del sistema irriguo adottato: con buona risalita capillare per la subirrigazione a tappetino, con maggiore capacità per l’aria e con elevato potere tampone per l’irrigazione a flusso e riflusso, con elevata conducibilità idraulica orizzontale per l’irrigazione a microtubi.
Il valore ideale del pH è compreso tra 5,5 e 6,5. Quando la reazione risulta troppo alta, o troppo bassa, si determinano carenze nutrizionali con manifestazioni clorotiche, bordi chiari sulle foglie, deformazioni della lamina fogliare.

La nutrizione

Le esigenze nutrizionali della poinsettia variano in funzione del “tipo” ovvero della grandezza. Prendendo come riferimento l’azoto, il piano di nutrizione va preparato tenendo conto che il rapporto tra azoto e potassio, secondo i risultati di ricerche sull’asportazione dei due elementi, deve essere pari a 1.
Prima di stilare un programma di concimazione è bene analizzare l’acqua d’irrigazione controllando il pH, la conducibilità (EC) ed il titolo in nitrati. Solo in seguito si potrà scegliere il tipo di concime (acidificante o basificante), le dosi da somministrare per ogni intervento (non si deve superare la concentrazione massima di 2.000 microsiemens) e il titolo del concime, in modo da bilanciare azoto e potassio. I parametri ottimali dell’acqua di irrigazione da impiegare per la poinsettia sono: EC inferiore a 0,75 ms, pH max 6,8, nitrati max 100 mg/l.
La concimazione influenza la qualità finale delle piante compresi alcuni aspetti meno evidenti quali la rottura dei rami laterali e la necrosi marginale delle foglie.
Il rapporto tra K2O e N può essere ridotto da 1 a 0,5-0,7 se viene utilizzata la fertirrigazione periodica durante la fase vegetativa. Utilizzando questa tecnica le concentrazioni devono essere: per la fase iniziale, 0,05-0,01%, per quella di crescita, 0,15-0,2% e per quella di sviluppo delle brattee 0,15%. Le quantità di fertilizzanti vanno apportate stando attenti a non superare la concentrazione dello 0,20%; pertanto il numero d’interventi varierà secondo le situazioni.
Qualora si utilizzassero substrati con ridotta capacità di scambio (solo torba) si può optare per un rapporto K2O/N di 1,2-1,6. Quando si attua l’irrigazione localizzata manuale o a microtubi si può utilizzare ad inizio coltura un concime più ricco di azoto (tipo 20:5:10) per poi passare ad uno più equilibrato (tipo 20:10:20) ed infine ad uno più ricco in potassio (tipo 15:5:25).

In caso di subirrigazione, a tappeto o a flusso e riflusso, é preferibile un concime a titolo più equilibrato, mentre nel caso d’irrigazione per flusso e riflusso i rapporti tra i nutritivi non cambiano ma le dosi devono essere calibrate in modo da evitare che la conducibilità elettrica dell’acqua d’irrigazione superi i 1.350 mS nella fase iniziale e i 1.800 mS successivamente.
Le varietà a foglia scura hanno un’esigenza d’elementi nutritivi mediamente inferiore del 20-30% rispetto a quelle con foglia chiara.
Gli interventi d’irrigazione vanno eseguiti con prudenza, evitando gli eccessi soprattutto in inverno e moderando molto le irrigazioni ai primi abbassamenti di temperatura autunnali (max 150 cc/vaso da 16 cm Ø).

Invaso

Nella fase d’invasatura, essendo la poinsettia una specie piuttosto sensibile agli stress ed alle malattie fungine dell’apparato radicale, va posta particolare attenzione evitando di piantare troppo in profondità e di rincalzare il substrato a contatto con il colletto delle piante.
L’epoca d’invaso va scelta in funzione delle dimensioni finali che si desiderano ottenere e dell’esperienza fatta con le varietà impiegate negli anni precedenti. Così si può anticipare o ritardare l’operazione di uno o due settimane, secondo i risultati ottenuti in precedenza (piante troppo basse o troppo alte).
L’investimento varia in funzione del diametro del vaso e della dimensione delle piante. Per ogni mq, dopo l’operazione di distanziamento, si sistemano mediamente: 3 vasi del diametro 18-20, 5 di diametro 16, 10 di diametro 14 e 15 vasi di diametro 12.
Solitamente si sistema una sola pianta per vaso, ma per accorciare i tempi di coltivazione, o per proporre un prodotto diverso nel numero e nella dimensione dei fiori, si possono invasare più di una pianta per vaso.

 


Forme e taglie

La poinsettia, grazie alle caratteristiche vegetative, consente di produrre un’ampia gamma di forme e taglie diverse. Le forme sono divisibili, in base al numero di steli, in: uniflora (singole o a touffe), multiflore (singole o a touffe).
Le forme speciali sono l’alberello e la piramide nelle taglie piccola, media e grande. L’impiego dei bancali nei sistemi di irrigazione a flusso-riflusso e tappetino sono limitati alla coltivazione di piante in contenitori con diametro massimo 15 cm.
Il floricoltore, in base alla vigoria della varietà scelta ed al prodotto finale che vuole ottenere, pianifica gli interventi di controllo della crescita.

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La gamma di Poinsettia presenti sul mercato è molto ampia sia per le forme sia per le taglie.

Le piante in vaso da 5-6,5 cm, che richiedono anche più di un’irrigazione al giorno, al pari delle mini, vanno coltivate preferibilmente con il sistema a flusso-riflusso e concimate costantemente con concentrazione 0,05%-0,1%. Per mantenere la taglia delle miniature i trattamenti con brachizzanti vanno iniziati già durante la radicazione e proseguiti, ad intervalli di 3-5 giorni, fino alla fine d’ottobre. Per le “mini” s’interviene con i nanizzanti qualche giorno dopo l’invasatura continuando gli interventi a distanza di 5-7 giorni fino a tutto ottobre, mentre si cima lasciando 4-5 foglie mature e si applica il fotoperiodo corto, quando le ramificazioni hanno raggiunto una lunghezza di 1-1,5 cm (dopo 12-15 giorni). Le miniature multiflore vanno cimate sopra la 3^-4^ foglia ed esposte subito a giorno corto.
Le piante a taglia grossa o molto grossa vanno incontro ad un problema: la “scosciatura” o rottura dei rami laterali al momento della selezione e dell’imballaggio. Il fenomeno è legato al genotipo e ad alcuni aspetti della tecnica colturale: eccesso di potassio, spaziatura diretta a densità finale, abbondanza di ramificazioni. Alcuni produttori, per rendere più stabili le ramificazioni e ridurre il rischio di rotture, ricorrono ad ausili meccanici.


Spuntatura e diradamento

La scelta produttiva dei florovivaisti è legata alla scelta commerciale effettuata. Esistono, infatti, due opzioni di massima con riferimento alle produzioni standard: produrre piante di piccola dimensione con invasi più ritardati ed un solo intervento di cimatura, da collocare commercialmente nella prima decade di dicembre, oppure piante di dimensioni maggiori da esitare sul mercato in prossimità delle feste natalizie (n questo caso necessitano trapianti anticipati e due interventi di cimatura). Durante il ciclo di coltivazione bisogna intervenire spuntando la pianta per favorire l’emissione d’altri germogli. Il primo intervento di spuntatura va compiuto circa 2-3 settimane dopo l’invaso, quando le piante hanno superato lo stress del trapianto. Qualora si dovesse procede ad una sola spuntatura si toglierà solo l’apice vegetativo in modo da avere una fioritura abbondante; viceversa si lasceranno sullo stelo solo le gemme destinate a formare steli molto robusti.
L’intervento di spuntatura deve essere eseguito entro la fine d’agosto e, in ogni caso, non più tardi della prima decade di settembre altrimenti si ottengono infiorescenze molto piccole e piante di scarso valore commerciale.
La poinsettia è una specie che richiede una buona luminosità pertanto, per aumentare la qualità del prodotto finale, è necessario diradare in maniera adeguata le piante. Tale pratica consente di evitare la formazione di germogli troppo esili, aumenta la capacità metabolica della pianta, riduce gli attacchi di muffa grigia (botrytis) e i rischi di caduta precoce delle foglie.
Le varietà a foglia scura risentono meno, all’inizio della coltivazione, della fittezza, mentre quelle a foglia chiara hanno una reazione rapida appena iniziano a toccarsi.
Nel periodo estivo, invece, si rende necessario l’ombreggiamento: dal 30 al 60% secondo la posizione geografica ed il tipo di serra. Nelle aree meridionali si suggerisce un ombreggio al 50% da togliere in funzione delle zone di coltivazione e dell’andamento climatico.

Poinsettia, coltivazione negli ambienti meridionali - Ultima modifica: 2019-12-02T12:04:02+01:00 da Lucia Berti

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