Finocchio, l’export può raddoppiare. E le rese aumentano

Italia leader mondiale, ma il consumo interno dell'ortaggio è in calo dal 2023. La produzione è concentrata soprattutto nel centrosud

Uno studio dell'Ismea, a cura di Mario Schiano Lo Moriello, ha fatto il punto sul settore del finocchio nel nostro Paese, delineandone dimensione economica e potenzialità.

Finocchio in Italia, i punti chiave

  • Negli ultimi anni la riduzione delle superfici coltivate a finocchio in Italia è stata compensata da un miglioramento delle rese.
  • Germania, Francia e Svizzera sono i principali mercati di esportazione per il finocchio italiano, ma ci sono opportunità di espansione in nuovi mercati europei.
  • Espandere la campagna commerciale e diversificare le aree di coltivazione potrebbe mitigare i rischi associati alla stagionalità e alla concentrazione geografica della produzione.

Italia primo produttore mondiale

Sono 19mila gli ettari destinati alla coltivazione del finocchio in Italia, con 500mila tonnellate prodotte nel 2023 e un valore alla prima fase di scambio di oltre 250 milioni di euro: numeri che fanno del nostro Paese il primo produttore mondiale di questa specie ortofrutticola.

Lo rivela l’Ismea in un’analisi sul mercato del finocchio, la cui coltivazione è diffusa soprattutto al centrosud e per tre quarti in Puglia, Calabria, Campania e Abruzzo. Anche se la diversificazione degli areali di produzione potrebbe prolungare la durata della campagna di commercializzazione, con implicazioni positive soprattutto per l’export, la variabile che presenta, a oggi, i maggiori potenziali di crescita. Addirittura almeno fino al 100% rispetto ai valori attuali.

Superfici giù, rese al top

Dal 2000 al 2023 le superfici investite sono diminuite del 14%, ma le rese sono aumentate del 19%, con un effetto netto positivo sulla produzione.

Il consumo nazionale di finocchi, sceso del 5,6% nel 2023/24 dopo il +7,4% dell’annata precedente, non presenta squilibri territoriali ma prevale tra gli over 55. Le vendite sono sbilanciate sullo sfuso, con il 92% del totale, contro l’8% del confezionato, mentre le modalità di consumo privilegiano il prodotto allo stato fresco, rispetto al cotto (a vapore o gratinato) e alle altre preparazioni.

Scarica lo studio Ismea sul finocchio italiano

Finocchio, l’export può raddoppiare. E le rese aumentano - Ultima modifica: 2024-07-12T11:35:40+02:00 da Alessandro Piscopiello

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