L’innovazione varietale dell’anguria campana

Le aziende di... Esasem

La cultivar Maddalena si coltiva con successo sia in pieno campo sia in serra e fornisce buoni risultati sia coltivata con cicli precoci sia con cicli tradivi
La qualità del prodotto e la sostenibilità ambientale guidano l’esperienza di due aziende situate nella Piana del Sele e nella Piana di Caserta

Grande attenzione all’innovazione varietale e alla qualità del prodotto, per rispondere con efficacia alle richieste del mercato e alle sfide imposte dagli anomali andamenti climatici.

È questa la mission di due realtà agricole impegnate nella coltivazione di anguria in Campania: la società agricola “La Contadina” situata a Eboli (Salerno), gestita dai soci Gerardo Marrone, Pompeo Cafaro e Giuseppe Di Mauro e l’azienda Agricola Passaro Gennaro, ubicata a Francolise (Caserta).

Coltivazione e innovazione varietale

«Coltiviamo l’anguria in pieno campo su una superficie che varia tra i 35 e i 40 ettari a seconda dell’annata», spiega Gerardo Marrone, «sfruttando tecniche avanzate e sostenibili. L’azienda sperimenta continuamente nuove cultivar per adattarsi alle preferenze dei consumatori e alle condizioni climatiche variabili». Recentemente, La Contadina ha introdotto in coltivazione la cultivar Maddalena, che produce frutti di grosso calibro (16-18 kg in media). «La pianta è produttiva e ha una caratteristica molto apprezzata dai consumatori: pochi semi e molto piccoli».

Gerardo Marrone, socio de La Contadina, società agricola impegnata nella coltivazione
di angurie nella Piana del Sele insieme a Ciro Martone della ditta Esasem

Anche l’azienda agricola Passaro ha sperimentato questa nuova varietà. «Mi è sembrata subito positiva se confrontata con una varietà che già coltivavo», dice Gennaro Passaro. «Presenta frutti di maggiore dimensione (almeno il 20% più grandi), una minore quantità di semi (circa il 50% in meno), polpa molto dolce e croccante».

Gennaro Passaro, orticoltore di Francolise che coltiva 15 ettari di angurie in pieno campo

Questa tipologia di prodotto è molto apprezzata dal mercato italiano, meridionale in particolare, che riconosce anche un prezzo leggermente superiore. «Vendendo il prodotto sul mercato locale», aggiunge Passaro, «ho riscontrato un buon successo e il prossimo anno incrementerò sicuramente le superfici investite a questa varietà di almeno il 30%».

 

Le angurie dell’Esasem

La varietà di anguria che si sta sperimentando con successo in Campania e anche un po’ in tutto il meridione è Maddalena. «Si tratta di una cultivar con forma allungata che si caratterizza per un peso medio di 16-18 kg», ci dice Ciro Martone, products development di Esasem. «Può essere coltivata sia in serra sia in pieno campo per cicli precoci o tardivi». Maddalena presenta anche seme piccolo e in numero ridotto, polpa molto rossa, croccante e con alto grado brix. Un altro aspetto di questa varietà è l’elevata uniformità dei frutti, il ciclo precoce che consente raccolte concentrate e un’ottima affinità con i principali portinnesti impiegati. Maddalena è indicata per trapianti in serra da fine marzo aprile, e a seguire poi nei cicli di pieno campo con trapianti da metà aprile a tutto giugno.

Tecniche di coltivazione

Le angurie sono coltivate su terreno lavorato, concimato con fosfato biammonico e pacciamato, a una distanza di 3 metri tra le file e 1,2 metri sulla fila. La copertura con film plastico nero offre numerosi vantaggi, tra cui la riduzione dell’evaporazione dell’acqua con maggior controllo degli stress idrici, e il controllo delle erbe infestanti.

«In linea con il rispetto ambientale», aggiunge Pompeo Cafaro, «non utilizziamo diserbanti chimici; il controllo delle infestanti avviene meccanicamente o manualmente tramite la scerbatura. Inoltre, pratichiamo l’avvicendamento sui terreni sia per evitare la specializzazione delle erbe infestanti e dei parassiti sia per consentire, grazie all’alternanza delle specie, una buona gestione del sistema suolo».

Per il controllo delle infestanti l’azienda Passaro ricorre anche a un sesto d’impianto più “stretto”. «In questo modo», specifica l’orticoltore, «si determina una maggiore competitività per lo spazio, che consente di contrastare più efficacemente le infestanti. L’anguria Maddalena si adatta molto bene a questa scelta poiché, essendo una varietà con una pianta compatta che allega facilmente, può essere coltivata anche stringendo il sesto d’impianto sulla fila del 10-15%». Oltre alla pacciamatura nell’azienda agricola di Passaro si ricorre alla copertura delle piantine, a partire dal trapianto di febbraio e fino alla seconda decade di aprile, con tessuto non tessuto. «La zona di Francolise», spiega il produttore, «è più calda rispetto ad altre aree della provincia casertana, e unitamente alla precocità della varietà Maddalena, ci consente di anticipare le produzioni di circa 20 giorni, con vantaggi commerciali indubbi».

L’irrigazione

L’irrigazione è un elemento cruciale per garantire la qualità delle angurie, anche perché si tratta di una specie piuttosto esigente. «L’azienda utilizza la manichetta forata posta sotto la pacciamatura», prosegue Cafaro, «una tecnica che consente un’efficiente distribuzione dell’acqua e dei nutrienti. La fertirrigazione, che prevede l’apporto di sostanze organiche e concimi semplici, è una pratica consolidata che ci permette di ottenere il massimo potenziale produttivo. La varietà Maddalena, presenta un’allegagione concentrata e uniforme, ciò consente di gestire irrigazioni e fertirrigazioni in maniera più semplice ed efficace».

Maddalena può essere coltivata anche con sesti d’impianto più stretti poiché la pianta si presenta “compatta”

La gestione irrigua è fondamentale e gli interventi di irrigazione vanno calibrati in funzione della fase fenologica, come ci dice Passaro. «La prima irrigazione si effettua subito dopo il trapianto, poi si interviene, fino all’allegagione, ogni tre-quattro giorni. Dopo la fase di allegagione l’apporto idrico varia in funzione delle temperature intervenendo ogni due-tre giorni secondo le necessità. A maturazione, invece, si interviene tutti i giorni, alternando l’irrigazione con sola acqua con una fertirrigazione con la quale si somministrano gli elementi nutritivi in base ai bisogni delle piante».

Difesa fitopatologica

Sia La Contadina sia l’Azienda agricola Passaro adottano strategie avanzate per la difesa fitopatologica, garantendo un prodotto finale di qualità elevata. «Abbiamo dei consulenti che ci aiutano a monitorare attentamente i residui dei principi attivi utilizzati per la difesa contro malattie e insetti», specifica Giuseppe Di Mauro. «Negli ultimi anni abbiamo introdotto l’uso della zeolite, un minerale che ha dimostrato efficacia nel contrastare patogeni come la pseudoperonospora e nel proteggere le piante dagli agenti atmosferici». Nell’azienda Passaro viene fatto un grande utilizzo di api per le impollinazioni: l’orticoltore le ritiene fondamentali per garantire qualità e quantità delle produzioni. «Le arnie sono fisse sui campi e restano anche dopo il ciclo di coltivazione dell’anguria. Questo rende necessario durante tutto l’anno, in particolare durante la coltivazione delle angurie, evitare assolutamente l’utilizzo di qualsiasi prodotto fitosanitario dannoso per i pronubi e preferire l’impiego di principi attivi naturali o biologici».

Qualità del prodotto

Il grado Brix dei frutti della cultivar Maddalena coltivata negli ambienti campani raggiunge valori elevati, rendendo il prodotto particolarmente apprezzato dai consumatori

Grazie alle tecniche colturali adottate, le due realtà produttive riescono a ottenere frutti di elevata qualità, privi di scottature che ne comprometterebbero il valore commerciale. «La costante attenzione alla selezione varietale e alla gestione agronomica», sottolinea Gerardo Marrone, «consente all’azienda di produrre angurie che soddisfano le esigenze dei mercati nazionali e internazionali».

La commercializzazione delle angurie avviene principalmente attraverso intermediari che collocano i frutti di grosso calibro sui mercati nazionali. «L’uniformità di pezzatura», spiega Gennaro Passaro, «è un valore aggiunto che bisogna cercare nelle nuove varietà poiché consente di evitare gli scarti del sotto peso che per il loro basso livello di qualità non possono trovare spazio su un mercato esigente». Queste due realtà produttive rappresentano, quindi, un esempio di eccellenza nella coltivazione dell’anguria, combinando innovazione varietale, tecniche sostenibili e attenzione alla qualità. «La capacità di adattarci alle richieste del mercato e alle condizioni climatiche variabili, insieme all’uso di pratiche agronomiche avanzate», conclude Passaro, «ci colloca come un punto di riferimento nel settore agricolo campano».

L’innovazione varietale dell’anguria campana - Ultima modifica: 2024-10-31T18:58:24+01:00 da Alessandro Piscopiello

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