Una nuova avversità del cavolfiore

Imbrunimenti interni dovuti a Globisporangium perplexum
Globisporangium perplexum è un agente di marciumi del colletto e del collasso della pianta presente in Italia da pochi anni. Non ci sono ancora misure di controllo

Il cavolfiore, Brassica oleracea var. botrytis, è considerata una delle più interessanti specie ortive per le sue proprietà nutrizionali. Caratterizzato da un basso apporto calorico, è ricco in fibre, vitamine e sali minerali, a fronte di uno scarso tenore in lipidi e colesterolo. Le “Linee guida per una sana alimentazione” pubblicate dal Crea, centro di alimenti e nutrizione evidenziano, inoltre, il suo contenuto in glucosinolati, quali isotiacianti e indoli, considerati sostanze con potenziale effetto di prevenzione nei confronti di alcune forme di tumore.

La produzione totale di cavolfiori in Italia si è attestata intorno ai 3.500.000 quintali (dati Istat ottobre 2023), arrivando da una produzione leggermente più elevata degli anni precedenti.

Focus Campania

In Campania, tra le ortive, il cavolfiore è al quinto posto in termini di quantità prodotta, dopo pomodoro, cocomero, lattuga e melanzane, mentre il valore economico è di circa 55 milioni di euro, secondo solo ai fagioli freschi e alle altre specie di cavolo (“L’agricoltura della Campania in cifre 2022”).

La Piana del Sele, in provincia di Salerno, è una zona vocata alla coltivazione di cavolfiore e l’esperienza tecnica maturata nell’areale consente di contenere le principali avversità fungine, quali Alternaria sp., Plasmodiophora brassicae e Phoma lingam, e batteriche come Xanthomonas campestris pv. campestris, permettendo così di ottenere prodotto di elevata qualità commerciale.

Il caso fitopatologico

Dall’anno 2018, fino a oggi, in diversi campi dell’areale salernitano, in autunno, si sono registrate forti manifestazioni di collasso della parte aerea che interessano le piante di cavolfiore più di un mese dopo il trapianto. In pieno campo sono visibili ampie aree prima clorotiche, con apparato fogliare talvolta virante al rosso, che poi evolvono in forti appassimenti e avvizzimenti (foto 1).

Da un esame del colletto si notano ampie aree necrotiche suberizzate, con interessamento dell’imbrunimento anche nella parte interna (foto 2) e, solo in uno stadio molto avanzato della malattia, necrosi e totale riduzione dell’apparato radicale. La severità della malattia aumenta rapidamente dopo le abbondanti piogge autunnali (foto 3) e il conseguente ristagno idrico.

Le analisi diagnostiche

Analisi eseguite presso il laboratorio di diagnostica fitopatologica del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi agraria (Crea), centro di ricerca orticoltura e florovivaismo di Pontecagnano Faiano (Sa) hanno permesso di evidenziare l’assenza dell’agente del cancro del fusto (P. lingam) o di Phythophthora megasperma, che presentano sintomatologia molto simile a quella osservata nei campi di interesse e di ascrivere ad Alternaria brassicicola le tacche circolari fogliari osservate in alcuni dei campioni analizzati.

Nel 2021, in seguito a isolamenti eseguiti sulla cultivar Typical, è stato possibile isolare un oomicete, successivamente identificato come Globisporangium perplexum (ex Pythium perplexum). La morfologia dell’oomicete è quella tipica della sua famiglia tassonomica, con micelio a rosetta, fioccoso e bianco, non settato, dotato di sporangi terminali e intercalari:

Colonia di G. perplexum Crea Of 1129

Le analisi molecolari hanno permesso di approfondire e perfezionare l’identificazione andando a collocare l’isolato, denominato Crea Of 1129, nella specie G. perplexum, confrontando le sequenze nucleotidiche della regione genica studiata (ITS1oo-ITS3oo/ITS4) con quelle riportate nelle banche dati (GenBank).

La patogenicità del ceppo Crea Of 1129 è stata dimostrata inoculando al colletto alcune piante della stessa cultivar Typical, allo stadio di sviluppo di 4-6 foglie vere, con micelio e sporangi dell’oomicete. Dopo sette giorni dall’inoculazione in condizioni controllate, a 25 °C, sulle piante test comparivano i primi sintomi di ingiallimento e appassimento fogliare mentre, dopo due settimane, si evidenziavano chiaramente il collasso e le necrosi al colletto come osservato nei campi infetti.

Date le condizioni di avanzata decomposizione dei tessuti analizzati, sono stati frequentemente isolati anche funghi ascrivibili al genere Fusarium, ma nessuno di questi ha mostrato patogenicità dopo saggio in vivo, confermando G. perplexum come il solo agente patogeno isolato dai tessuti sintomatici.

Il controllo

Nessuna delle diverse strategie di controllo utilizzate nella gestione agronomica della coltivazione è risultata efficace nel contenimento dell’epidemia. Tutte le varietà di cavolfiore sono risultate ugualmente sensibili alla malattia e anche i presidi tradizionalmente impiegati per il controllo di Pythium spp. o Phytophthora spp. non hanno prevenuto né ridotto l’incidenza della malattia, confermando quanto riportato dall’Agronomic crops network dell’Ohio State University in cui viene documentata la resistenza di G. perplexum a Metalaxyl.

Necessari ulteriori studi

G. perplexum è stato isolato per la prima volta in Italia e nel mondo su cavolfiore ed è stato dimostrato essere responsabile di necrosi del colletto e collasso della pianta. Precedenti segnalazioni dell’oomicete come agente patogeno di moria delle piante sono state riportate su pomodoro, soia e cetriolo rispettivamente in Sud Africa, Nord Dakota e Francia.

Durante studi recenti sulla moria dell’actinidia in Italia, Mian e collaboratori, mediante un approccio metabarcoding, hanno evidenziato la presenza di G. perplexum nella rizosfera delle piante senza però definirne, a oggi, il ruolo nella patogenicità (2023, Conference: Stresses at the rhizosphere. Sica winter school 2023). Lo studio di questo oomicete richiede, quindi, ulteriori approfondimenti scientifici orientati non solo alla ricerca di metodi di controllo ma anche alla conferma del coinvolgimento come agente primario di infezione nel collasso del cavolfiore.

L’interazione con gli altri microrganismi isolati dalle radici deve essere approfondita, così come le condizioni che determinano l’aggressività del patogeno. La nuova avversità descritta in questo studio si aggiunge ad altre malattie delle piante il cui inasprimento è collegato al cambiamento climatico.

Eliana Dell'Olmo, Veronica Senape e Loredana Sigillo sono del Crea - centro di ricerca orticoltura e florovivaismo di Pontecagnano Faiano (Sa). Antonio Altieri è un agronomo dell'associazione Antesia.

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Questo articolo è uscito sul numero 11/2023 di Colture Protette, a pagina 26. Leggi questo numero | Abbonati

 

Una nuova avversità del cavolfiore - Ultima modifica: 2023-12-13T10:46:28+01:00 da K4

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