Ozono in vivaio: la testimonianza di Marconi Vivai

ozono in vivaio
Marconi Vivai ha introdotto l'ozono nel sistema d'irrigazione per rispondere alle normative e ridurre i fitofarmaci del 50%. Con effetti come foglie più coriacee, maggior radicazione e impianti più puliti, l'ozono migliora la qualità delle piantine e riduce i costi operativi

Marconi Vivai, azienda di Roverbella (MN) specializzata nella produzione di piantine orticole, viene subito associata al pensiero di tradizione, presenza storica sul mercato ed eticità del lavoro. Entrando negli uffici della loro sede sociale si è invece colpiti dalla palpabile tensione verso lo sviluppo futuro strategico e la ricerca di innovazione.

Ci sediamo al tavolo per un confronto con il fondatore, Fausto Marconi, il figlio Massimo e il nipote Riccardo, che rappresentano parte della compagine sociale che da tre generazioni porta avanti l’azienda.

Ci raccontano di come le sfide future si giochino soprattutto sull’introduzione di sistemi e strategie che semplificando il processo portino benefici alle coltivazioni e conseguentemente alla redditività aziendale.

Quali sono state le motivazioni che vi hanno spinto a introdurre l’ozono nel trattamento delle acque di irrigazione?

Massimo Marconi: “Da anni osservavamo clienti che lo usavano in altri ambiti, intuendo che l’ozono avrebbe potuto rivelarsi utile anche per la nostra azienda. Cercavamo una soluzione che rispondesse alle esigenze e alle normative, sempre più restringenti, e confrontandoci con Giorgio Zaffani, biotecnologo di Ecofarm, abbiamo iniziato nel 2020 un anno di pura sperimentazione. In poco tempo il sistema si è rivelato vincente oltre ogni aspettativa: già il primo anno abbiamo misurato una riduzione di utilizzo di fitofarmaci del 50% e lo stiamo continuando a ridurre. La struttura della pianta è migliorata, la foglia è più coriacea e vegetativa, la radicazione è aumentata del 15-20%. Con l’ozono abbiamo abbassato la percentuale e il numero di prodotti impiegati, riducendo i costi e l’impegno del personale, migliorando al contempo i risultati sulle coltivazioni.

Da non sottovalutare anche l’impatto sulla pulizia dell’impianto, che rappresentava in origine il primo obiettivo dell’applicazione: vasche senza alghe, filtri puliti, manutenzione agli ugelli quasi azzerata. Tra gli effetti che sono risultati più importanti, l’acqua, grazie alla saturazione di ossigeno, offre un miglior nutrimento alle piantine. Dal 2021 abbiamo esteso l’applicazione dell’ozono a tutte le serre in vetro-ferro; stiamo progettando delle serre nuove e anche in queste strutture installeremo nuovi generatori di ozono per la disinfezione delle acque.

È stato difficile implementare il sistema nella struttura esistente?

Massimo Marconi: “Assolutamente no. Abbiamo installato la macchina a monte dell’impianto ed eseguiamo la normale manutenzione ordinaria. Il ciclo di produzione non è variato, ma il prodotto ottenuto è migliore: il risultato sono piantine con miglior struttura, più performanti, che cresceranno meglio e in minor tempo. Un risparmio per i nostri clienti, una maggior serenità per noi perché offriamo sempre maggior qualità a chi ci sceglie.”

Aggiunge Riccardo Marconi: “Non si tratta solo di installare una macchina ma si tratta di capire le esigenze dell’azienda e di adattare la soluzione al progetto di lavoro. In questo la consulenza e il know-how Ecofarm sono stati fondamentali. L’ozono è una tecnologia nuova, ad ora utilizzata soprattutto per coltivazioni fuorisuolo ma che con il tempo sarà sicuramente adottata anche per le colture a terra, dove porterà grandi benefici. Sarà uno di quegli investimenti che portano ad avere risultati e a risolvere problemi, obbligatorio se si vogliono affrontare le sfide future poste dal mercato e dalle normative”.

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Ozono in vivaio: la testimonianza di Marconi Vivai - Ultima modifica: 2024-11-01T09:00:09+01:00 da Colture Protette

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