Ausiliari, sempre più presenti nella lotta integrata

ausiliari
In Basilicata gli ausiliari vengono utilizzati su 200 ha dei 900 coltivati a fragola e su oltre 10 dei 20 ha destinati a lampone.
Nel Metapontino cresce il ricorso agli organismi utili nella difesa dai fitofagi di fragola e lampone in coltura protetta

Onofrio Ancona, che coltiva 13 ha a fragola tra Policoro, Scanzano Jonico e Pisticci, da quattro anni non esegue più alcun trattamento con insetticidi di sintesi contro tripidi e afidi, grazie all’impiego di organismi utili. Anche Donato Antonio Sabato, che coltiva 10 ha a fragola e 0,4 a lampone a Scanzano Jonico, affronta la difesa con gli organismi utili e non fa più trattamenti con insetticidi e acaricidi contro tripidi e ragnetto rosso.
Come per Ancona e Sabato, per un numero crescente di agricoltori operanti nel Metapontino, la pianura che costeggia il mar Jonio lungo il versante meridionale della provincia di Matera, gli organismi utili sono sempre più protagonisti nella lotta integrata per il controllo dei principali fitofagi di fragola e lampone in coltura protetta. Nell’annata 2017-2018 gli ausiliari vengono utilizzati su 200 ha dei circa 900 coltivati a fragola in Basilicata e su oltre 10 dei 20 ha destinati a lampone.
Le ragioni
«Produttori o gruppi di produttori scelgono l’impiego di organismi utili – spiega Nicola Truncellito, agronomo che svolge assistenza tecnica a favore di aziende private – per più ragioni: gli insetticidi e gli acaricidi registrati su fragola o lampone sono pochi e, spesso, hanno una efficacia blanda; i fitofagi, per di più, hanno acquisito resistenza ai principi attivi comunemente utilizzati, tanto da rendere inutile la lotta chimica; chi utilizza gli ausiliari si affranca dai tempi di carenza legati all’utilizzo degli insetticidi o acaricidi di sintesi, può quindi effettuare la raccolta senza problemi di sorta, e beneficia che il loro utilizzo sia diventato un valore aggiunto per il prodotto; viene favorita l’impollinazione; infine aumenta la resilienza della pianta, cioè la capacità di autoripararsi e ritornare allo stato iniziale dopo eventuali attacchi di fitofagi».
Nel Metapontino i principali fitofagi che interessano la fragola sono «diversi insetti, cioè il tripide occidentale dei fiori (Frankliniella occidentalis), gli afidi (su tutti Chaetosiphon fragaefolii, Sitobion fragariae, Macrosiphum euphorbiae, Myzus persicae, Aphys gossypii), la nottua del cotone (Spodoptera littoralis), l’oziorrinco (Otiorhynchus sulcatus), il moscerino dei piccoli frutti (Drosophila suzukii), e un acaro, il ragnetto rosso (Tetranychus urticae); mentre i principali fitofagi del lampone sono il tripide, la nottua e il ragnetto rosso».
I tripidi
Ancona, che coltiva fragola in tre areali metapontini caratterizzati da condizioni climatiche differenti, è stato uno dei primi ad avviare la lotta integrata con gli ausiliari, già da quattro anni.
«In tale periodo di tempo non ho effettuato alcun trattamento contro F. occidentalis. Comincio i lanci inoculativi di O. laevigatus all’inizio di gennaio, alla comparsa dei primi fiori, quando su ogni baula ce ne sono da 30 a 50. Poi proseguo ogni 7-10 giorni, sino alla fine di febbraio. In totale compio sei lanci, ciascuno costituito da 0,5 individui/m². La durata dell’intervallo fra un lancio e il successivo varia in funzione dell’andamento climatico e del numero di tripidi contati per fiore: più la temperatura si innalza, favorendo la proliferazione dei tripidi, più si accorcia, e viceversa; 2-3 tripidi per fiore non fanno alcun danno, ma, se il loro numero aumenta, il lancio si rende necessario e può essere più o meno ravvicinato al precedente. In questi quattro anni non ho mai osservato i tipici danni del tripide su fragola: striature bruno-argentate e deformazioni dei petali, bronzature e malformazioni dei frutti, rugginosità e deformazioni delle foglie e, se l’attacco è particolarmente forte, aborto dei fiori e imbrunimenti e perdita di lucentezza dei frutti con annerimento degli acheni».
Gli afidi
Temibili nemici della fragola sono anche gli afidi, che succhiano la linfa delle piante provocandone un generale deperimento, tanto che le foglie appaiono ingiallite e arrotolate; inoltre, mentre si nutrono, gli afidi producono melata, sostanza zuccherina appiccicosa su cui, in un secondo momento, si sviluppa la fumaggine.
«Gli afidi che, nelle mie aziende, attaccano la fragola fanno parte soprattutto della specie Myzus persicae, ma anche del genere Aphys (A. gossypii, A. spiraecola e altri). Per individuare la loro eventuale presenza affido un continuo monitoraggio visivo agli operai che curano la scerbatura dei fragoleti. In caso di un focolaio localizzato o di una presenza diffusa, intervengo con un mix di parassitoidi degli afidi, fra cui Aphidius colemani, Praon volucre, Aphidius matricariae, Aphidius ervi e Aphelinus abdominalis, che assieme “coprono” l’intera gamma di afidi che possono attaccare il fragoleto visto che ogni parassitoide ha uno specifico afide come ospite. Effettuo il primo lancio inoculativo in genere tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, quando compaiono i primi afidi, somministrando 0,25 adulti/m². Il secondo lancio lo compio dopo 21 giorni, dando sempre 0,25 adulti/m². Da quattro anni opero in questo modo e non ho avuto mai bisogno di effettuare alcun trattamento aficida».
Il ragnetto rosso
I fragoleti di Ancona non hanno finora accusato danni da ragnetto rosso, «ma, se un giorno la presenza dell’acaro di manifestasse, non esiterei a intervenire con lanci di Phytoseiulus persimilis».
Il ragnetto rosso è invece un fitofago importante nelle serre-tunnel di Sabato.
«Per il controllo del ragnetto rosso sulla fragola impiego l’acaro fitoseide Phytoseiulus persimilis. Invece sul lampone, che da noi ha due cicli produttivi, utilizzo un altro acaro fitoseide, Amblyseius californicus, in primavera/estate e P. persimilis in inverno. Su fragola inizio i lanci a gennaio, in modo da garantire circa 15 acari fitoseidi/m² in totale. L’utilizzo del fitoseide è legato alla presenza dell’acaro fitofago e la sua distribuzione avviene in funzione di questo. I lanci vengono effettuati generalmente a intervalli di 15 giorni, ma all’innalzarsi delle temperature l’intervallo si accorcia. Per l’A. californicus, che sostituisce l’acaro fitoseide già a primavera per la sua capacità di adattarsi a bassi regimi di umidità relativa, utilizzo l’acaro predatore che è contenuto in sacchetti di carta da cui esce gradualmente e per tempi lunghi fino a un mese. In questo modo ho una “copertura” costante contro il ragnetto rosso durante tutta la stagione calda».
Sabato poi, sulla fragola, per il controllo del tripide utilizza l’O. laevigatus, «con lanci inoculativi da 0,3 a 0,5 individui/m²/ogni due settimane. Gli individui lanciati sono costituiti per il 98% da adulti, per il 2% da forme giovanili prossime allo stadio di adulto, con un uguale rapporto tra i sessi. Per il controllo degli afidi utilizzo un mix di parassitoidi, fra cui l’A. colemani, con 1,5 individui/m² e 3-4 introduzioni settimanali. Infine per controllare l’oziorrinco impiego l’Heterorabdidis bacteriofora/megidis, con 12 confezioni da 50 milioni/ha di individui».

Ausiliari, sempre più presenti nella lotta integrata - Ultima modifica: 2018-02-28T11:44:28+01:00 da Lucia Berti

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