Fragola, ecco come i biostimolanti esaltano resa e qualità

Lo dimostrano i risultati di ricerche condotte dalle Università di Napoli e Palermo e presentate alla quarta Biostimolanti Conference

L’introduzione di biostimolanti nella tecnica colturale della fragola favorisce la resa produttiva e migliora la qualità dei frutti. È quanto emerge dai risultati di due ricerche presentate alla 4ª Biostimolanti Conference da Alessio Tallarita, dottorando di ricerca presso il Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II, e da Leo Sabatino, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e forestali (Saaf) dell’Università di Palermo.

La ricerca proposta da Tallarita ha riguardato l’applicazione del biostimolante a base vegetale Dynamic, prodotto dall’azienda pugliese Hydro Fert, nella coltivazione in vaso e in ambiente protetto della varietà Sabrina, molto conosciuta nel panorama fragolicolo nazionale. La ricerca è stata commissionata dal Centro ricerche Isvam (Associazione per l’Innovazione e lo sviluppo dell’agricoltura mediterranea sostenibile) di Palermo e dal mensile, da questa edito, Agrisicilia, ed è stata realizzata nel 2022 da un gruppo di lavoro coordinato da Gianluca Caruso, docente di Orticoltura e floricoltura presso il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Lo studio

«Nella ricerca sono stati confrontati quattro livelli di conducibilità elettrica (Ce) del suolo (1,2 - 1,7 - 2,2 - 2,7 mS·cm-1) in combinazione fattoriale con tre diverse durate di impiego del biostimolante Dynamic (applicato con tre, sei o nove interventi, sempre a cadenza settimanale) e con un controllo non trattato. Dall’elaborazione statistica dei risultati ottenuti non sono emerse interazioni significative tra i due fattori sperimentali applicati, per quanto concerne le variabili produttive e qualitative esaminate. Riguardo agli effetti principali, la produzione totale è risultata più alta in corrispondenza delle Ce 1,7 e 2,2 mS·cm-1 e con sei somministrazioni del biostimolante, rispetto alle tesi con tre interventi e al controllo non trattato. Il numero di frutti per pianta è stato mediamente superiore in corrispondenza della Ce di 2,2 mS·cm-1 e di sei applicazioni del biostimolante».

Il peso medio dei frutti, ha aggiunto Tallarita, è stato influenzato più favorevolmente dalla Ce di 1,7 mS·cm-1 e da nove applicazioni del biostimolante (Grafico 1). «Non sono emerse differenze significative per quanto concerne il contenuto di solidi solubili e il pH del frutto tra i diversi livelli di Ce, mentre nove applicazioni del biostimolante hanno determinato il maggiore accumulo di solidi solubili. La maggiore consistenza dei frutti è stata registrata in corrispondenza della Ce pari a 2,7 mS·cm-1 e con tre applicazioni dell’idrolizzato proteico. Il colore è stato influenzato significativamente da entrambi i fattori sperimentali applicati e, in particolare, i frutti hanno assunto la brillantezza più marcata con la Ce più alta e con tre trattamenti biostimolanti».

L’attività antiossidante idrofila è risultata più elevata con le Ce di 1,7 e 2,2 mS·cm-1, nonché con tre applicazioni del biostimolante e nel controllo non trattato; l’attività antiossidante lipofila, invece, è stata positivamente influenzata dalla Ce più elevata e dall’assenza di somministrazioni del biostimolante. La soluzione nutritiva più diluita ha determinato i contenuti più ridotti di polifenoli e vitamina C, mentre con tre applicazioni del biostimolante sono stati registrati valori più elevati di vitamina C rispetto al controllo.

L’analisi dei risultati

«Dall’analisi di questi risultati – ha concluso Tallarita – è possibile affermare che complessivamente l’applicazione del biostimolante Dynamic ha favorito la produzione e la qualità dei frutti di fragola e rappresenta, pertanto, una strategia efficace per la gestione sostenibile del sistema colturale esaminato».

I risultati della ricerca condotta dal gruppo di lavoro del professor Caruso stati presentati in anteprima al 1° Simposio sulla fragola e i piccoli frutti organizzato a Marsala (Tp), uno dei poli più importanti per la fragolicoltura nazionale, lo scorso autunno dal mensile Agrisicilia. Nel corso della seconda edizione del Simposio in programma sempre a Marsala il prossimo 9 giugno verranno presentati i dati di un’altra ricerca sull’applicazione del gesso agricolo sia in trattamento fogliare sia per fertirrigazione su piante di fragola in fuori suolo (per maggiori informazioni sul bando di ricerca e sui risultati attesi si può consultare il sito web www.isvam.it).

sportelli fragola biostimolanti

La ricerca dell’Università di Napoli Federico II ha riguardato l’applicazione del biostimolante Dynamic nella coltivazione in ambiente protetto della varietà Sabrina

Interazione fra estratto d’alga e biofortificazione con iodio

La valutazione dell’effetto interattivo tra biofortificazione con iodio e impiego di un estratto d’alga sulla resa e sulla qualità della fragola è stato l’obiettivo della prova presentata da Sabatino.

«Attualmente il comparto orticolo è alla costante ricerca di pratiche agronomiche innovative e in grado di incrementare la sostenibilità degli agro-ecosistemi che possano, nello stesso tempo, portare ad un aumento delle rese e della qualità dei prodotti orticoli. In tale scenario la biofortificazione delle piante è riconosciuta come una tecnica utile per incrementare le concentrazioni di microelementi nei tessuti vegetali, migliorandone il valore nutraceutico e permettendo, al contempo, di combattere i problemi correlati alla malnutrizione minerale che affligge buona parte della popolazione mondiale.

Tra i microelementi lo iodio (I) - anche se non indispensabile per le piante - è considerato un elemento traccia fondamentale per l’uomo, in quanto garantisce la normale funzionalità degli ormoni tiroidei, previene cretinismo, problemi di infertilità, mortalità infantile, difetti congeniti e diversi tipi di danni cerebrali. Un altro mezzo agronomico considerato ecosostenibile è l'impiego di prodotti biostimolanti, prodotti di origine naturale che, applicati alle piante per via radicale e/o fogliare, sono in grado di stimolare i processi naturali delle stesse. Tali prodotti consentono di incrementare la risposta quanti-qualitativa delle colture orticole in condizioni favorevoli, sub-ottimali o sfavorevoli di crescita».

fragola e biostimolanti
Foglie di fragola della cultivar “Savana” provenienti da piante biofortificate con 600 mg L-1 di iodio trattate con il biostimolante Kelpstar (A) o non trattate (B) (Foto di Leo Sabatino)

Su tali premesse, ha aggiunto Sabatino, è stato condotto un esperimento, nella zona di Marsala, in provincia di Trapani, il cui obiettivo è stato valutare l’effetto combinato di un estratto d’alga di Ecklonia maxima (Kelpstar, Mugavero fertilizzanti, Termini Imerese, Palermo [0 mL L-1 (controllo) e 3 mL L-1 (dose ottimale)] e della biofortificazione con iodio a diverse dosi (0, 100, 300 o 600 mg L-1) sui parametri di crescita e di resa e sulla qualità dei frutti di fragola della cultivar “Savana” coltivata in tunnel multipli ricoperti da film di polietilene. Il biostimolante a base di alga è stato somministrato settimanalmente a partire da sette giorni dopo il trapianto, mentre la biofortificazione con iodio è stata condotta ogni 10 giorni a partire da 10 giorni dopo il trapianto.

«L'applicazione fogliare del biostimolante ha migliorato i tratti legati alla crescita della pianta, la resa totale e commerciabile, i parametri colorimetrici dei frutti, il contenuto di solidi solubili, le concentrazioni di azoto (N), potassio (K) e magnesio (Mg) nei frutti. Inoltre è stato rilevato un aumento del contenuto di sostanza secca, dell'acido ascorbico e della concentrazione di iodio nei frutti quando l'apporto del biostimolante ha interagito con una dose leggera di iodio (100 o 300 mg L-1)».

La ricerca, ha concluso Sabatino, «ha mostrato come l’applicazione del biostimolante a base di alga combinato alla biofortificazione con iodio ha aumentato la resa e la qualità della fragola e ha migliorato lo stato nutrizionale della pianta. Inoltre, è stata riscontrata una maggiore tolleranza allo iodio da parte delle piante trattate con il biostimolante».

I biostimolanti Dynamic e Kelpstar

Dynamic è un concime organico azotato contenente aminoacidi liberi di origine vegetale rapidamente assimilabili, nonché sostanze ad azione biostimolante come fitormoni naturali, carotenoidi, polifenoli, vitamine e alcoli. Applicato regolarmente, consente di migliorare l’efficienza d’uso dei fertilizzanti, la radicazione, lo sviluppo vegetativo, la resistenza agli stress pedoclimatici, la fotosintesi e l’efficienza di assorbimento degli elementi nutritivi. È consigliato l’uso di Dynamic con fertilizzanti NPK, dei quali aumenta l’efficacia facilitandone la traslocazione all’interno della pianta.

Kelpstar è un estratto liquido concentrato naturale di alga bruna (Ecklonia maxima), derivante dalla costa occidentale del Sudafrica, che contiene 11 mg/L di auxine e 0,03 mg/L di citochinine. L’elevata qualità è garantita dal processo meccanico di micronizzazione a freddo, che non impiega né calore né sostanze chimiche. Kelpstar è ricco di aminoacidi, fitormoni auxino-simili, carboidrati e vitamine che assicurano benefici alla pianta come una maggiore resistenza agli stress biotici e abiotici e un incremento della potenzialità produttiva. Può essere applicato per via fogliare e in fertirrigazione nelle diverse fasi del ciclo della pianta. Promuove la formazione delle radici, favorisce la distensione degli organi fiorali e contribuisce all’ingrossamento dei frutti e all’incremento del loro peso in sostanza secca.

 

Fragola, ecco come i biostimolanti esaltano resa e qualità - Ultima modifica: 2023-05-03T09:04:56+02:00 da K4

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