Tra i settori più colpiti dal Covid-19 c’è quello degli eventi fieristici. Ancora per molti mesi non sarà possibile organizzare manifestazioni come quelle cui eravamo abituati. La Fiera di Padova, che dal 1975 ospita Flormart, una delle principali manifestazioni per il florovivaismo, ha raggiunto a settembre dell’anno scorso le 70 edizioni. Proprio alla floricoltura e al vivaismo Flormart ha voluto manifestare la propria vicinanza con un evento web aperto agli operatori, Flormart OnLife Roadshow. Coordinato da Luca Barbieri, si è proposto di ridisegnare il futuro del florovivaismo e del verde pubblico per ripartire dopo il lungo stop.
Luca Veronesi, direttore di Fiera di Padova, ha ricordato come il ‘vero’ Flormart Roadshow fosse previsto per questa primavera, con visite alle aziende italiane. Il lockdown lo ha impedito, ma l’ente ha voluto rendere virtuale il percorso di avvicinamento alla prossima edizione.
Oltre ad altri appuntamenti sul web, il primo dicembre si terrà a Padova Flormart City Forum, un evento focalizzato su tre elementi di punta del nuovo progetto: Ecotechgreen e GPPLab sulle applicazioni urbane del verde e ErbaleForum, dedicato alle piante officinali.
I primi due interventi al Flormart OnLife Roadshow sono stati quelli di due presidenti di associazioni di produttori.
Florovivaisti Italiani: serve un fondo ad hoc
Aldo Alberto, presidente dell’Associazione Florovivaisti Italiani, ha ricordato che questo sarebbe dovuto essere il miglior periodo dell’anno, nel quale le aziende avrebbero dovuto ottenere circa il 60% del fatturato. In assenza di aiuti molte aziende rischiano di dover cessare l’attivit. Da qui la richiesta di un fondo ad hoc per il florovivaismo con interventi in conto capitale a compensare il crollo del fatturato.
La ripresa è rallentata anche dal fatto che per ora i clienti finali non si possono muovere liberamente. I florovivaisti arrivano da anni difficili e hanno problemi a indebitarsi ulteriormente, col sistema bancario che pone ulteriori ostacoli ai finanziamenti agevolati.
I video ripresi da televisioni locali e nazionali di fiori e piante distrutti perché invendibili hanno dato una mano a sensibilizzare il pubblico.
Dopo l’emergenza, secondo Alberto, il settore deve darsi una prospettiva. Ad esempio con l’istituzione di un ‘Ufficio dei fiori’ sul modello di quello olandese, con la possibilità di confrontarsi direttamente con le istituzioni. Ha sollecitato anche la Comunità Europea – per ora piuttosto sorda – verso misure a sostegno del settore.
Vivaisti Esportatori: bisognerà vendere online
Dopo un video sulle potenzialità delle vendite online per il settore, è intervenuto Leonardo Capitanio, presidente dell’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori. Ha commentato che la vendita online è ancora da sviluppare ma ha notevoli potenzialità in ottica B2C, ossia direttamente dal produttore al consumatore. L’e-commerce è il settore con il maggiore potenziale di incremento. Il trasporto dedicato sta facendo progressi e il cliente finale ha concrete possibilità di ricevere la merce in perfette condizioni.
Per Capitanio, il governo ha fatto un buon lavoro portando avanti le riaperture – dai garden center alle manutenzioni del verde, fino ai giardini ex-novo – con buone ripercussioni sul mercato. La situazione è accettabile, ma quel che è perso è perso e molte piante di cui era impossibile fermare lo sviluppo hanno dovuto essere distrutte. Il danno subito dal florovivaismo non è quindi comparabile a quello subito da altri settori.
Anche il rinvio delle rate dei mutui a fine settembre non aiuta troppo, perché queste si cumuleranno alle rate successive. Lo stesso vale per la sospensione delle imposte. Tra le altre soluzioni richieste, un’iniezione di liquidità, con rientri ad almeno 15 se non 30 anni e misure di indennizzo sulle perdite di fatturato.
Anche per Capitanio è molto importante la promozione per spingere il prodotto italiano, che andrebbe mirata anche sui Paesi esteri visto che oltre il 50% della produzione vivaistica è destinata a questi mercati. Rispondendo a una domanda sulla stima delle piante distrutte in questo periodo, Capitanio ha risposto che la forbice è tra 1 miliardo e 1,4 miliardi di euro, in base alla fonte.
L'importanza del rapporto con gli enti pubblici
Dopo un sondaggio sul rapporto con le pubbliche amministrazioni (il 42% degli intervistati non aveva mai avuto rapporti con le P.A.) è intervenuto Roberto Diolaiti, presidente Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini.
Per lui gli enti pubblici sono un interlocutore davvero importante per il comparto produttivo del florovivaismo. L’Associazione si sforza di avere rapporti intensi con i fornitori – si parla ovviamente di piante arboree e arbustive – e ha enfatizzato come, visto che i comuni italiani hanno azzerato le giardinerie e i giardinieri comunali, le P.A. siano state costrette a esternalizzare servizi e forniture.
Già prima della situazione dovuta al virus si pensava concretamente alla riforestazione degli spazi verdi dei comuni. Un tema essenziale è il rinnovo delle alberature, ma Diolaiti evidenzia come il mercato italiano non sia sempre in grado di soddisfare tutte le richieste. Per alcune specie e varietà (come Acer campestre, Pyrus calleryana o Fraxinus ‘Raywood’) i vivaisti non hanno a disposizione materiale di qualità in quantità sufficiente.
I sindaci spesso si ‘riempiono la bocca’ durante il mandato elettorale con incrementi di migliaia di alberi e il ‘bilancio arboreo’ è previsto ancora in netto incremento. Il tema del convegno annuale dell’Associazione (purtroppo annullato) sarebbe stato proprio ‘Amministrazioni pubbliche e florovivaismo’.
Il Comitato per lo sviluppo del Verde Pubblico aveva previsto uno stanziamento di 1 milione di euro l’anno per le città metropolitane per interventi di forestazione, mettendo a dimora le piante più adatte alle diverse situazioni e nelle quantità adeguate.
A Renato Ferretti, consigliere nazionale dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali è stato chiesto un parere sul decreto che stabilisce i nuovi CAM (Criteri Ambientali Minimi) introdotti e varati dal Ministero dell’Ambiente e su quanto questi riflettano le richieste poste dal settore produttivo florovivaistico. Secondo Ferretti la versione finale approvata non ha recepito tutte le aspettative del settore, ma costituisce un indubbio passo avanti rispetto alla stesura precedente del 2013, con indicazioni di qualità estremamente importanti.
Bisogna intervenire su infrastrutture e logistica
Ferretti ha poi rimarcato come l’emergenza attuale sia senza precedenti, con conseguenze diverse per i comparti, e porterà sicuramente a forti perdite economiche per tutti. Interventi immediati di ristoro del danno sono utili, ma sul medio-lungo periodo sarebbe il momento giusto per intervenire sui problemi che già esistevano prima della pandemia: infrastrutture, logistica e problemi di produzione.
Va colto questo momento per raccogliere tutte le risorse disponibili: quelle dello Stato, delle Regioni e dell’Unione Europea. Serve un’organizzazione unica a livello nazionale che rappresenti tutto il settore. Sarebbe utile per la promozione, per indirizzare gli investimenti pubblici e per andare incontro alle esigenze della P.A. I dottori agronomi e forestali sono in campo per aiutare tutti, dai produttori alle pubbliche amministrazioni, con competenze professionali e capacità tecniche.
Il futuro delle fiere
Flormart City Forum a dicembre sarà un’occasione importante perché permetterà di sperimentare alcune delle nuove modalità organizzative che possono essere messe in campo. Le manifestazioni hanno ancora una valenza importante, hanno funzione centrale di raccordo di tutta la filiera e il Flormart OnLife Roadshow ne è testimone.
Sono eventi necessari per tenere insieme questo settore, che rappresenta il 6% del PIL agricolo nazionale. La coperta è corta e la si dovrà utilizzare nel modo migliore possibile. Sarà importante periodo usare le risorse strutturali per ammodernale l’organizzazione produttiva.
Il Ministero: la promozione riparte dall'Italia
L’intervento più atteso era quello di Francesco Saverio Abate, capo Dipartimento Politiche competitive della qualità agroalimentare del Ministero politiche agricole, alimentari e forestali. Abate ha evidenziato come la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova si sia battuta contro tutto e tutti a favore del settore: la questione della riapertura dei garden center è stata risolta d’astuzia e non di forza. Ci sarà bisogno di misure straordinarie.
Si sta già predisponendo una forte promozione sul mercato nazionale per riavviare immediatamente il consumo dei prodotti florovivaistici sul territorio. Il governo ha già messo in cantiere un impegno da parte del MISE per gestire 750 milioni di fondi da destinare alla promozione all’estero. Una parte cospicua di questi fondi dovranno essere destinati al settore per una penetrazione più accentuata sui mercati esteri, partendo però dal presupposto che prima di tutto si deve promuovere il nostro prodotto in Italia, rilanciando i nostri consumi.
A breve sarà convocato un tavolo alla presenza della Bellanova con cui i rappresentanti della filiera potranno interloquire direttamente. Abate auspica che da parte del settore arrivino delle proposte operative da poter mettere in campo velocemente.
Va stabilito come sia più giusto rilanciare il consumo del prodotto a livello nazionale, perché un settore riparte riconquistando il proprio mercato. Dopodiché si andrà anche a rafforzare la presenza all’estero. Ma per il rilancio dei consumi interni sono necessari nuovi sistemi, come piattaforme telematiche, consegne più rapide, una modernizzazione della commercializzazione del settore, che non può rimanere ancorato alla vecchia agricoltura ma deve lanciarsi verso un futuro moderno.
Abate ha portato l’esempio di un’altra videoconferenza con il settore delle DOP e delle IGP, in cui al ministero sono stati richiesti mezzi e disposizioni per aiutare piccole e micro imprese a dotarsi di sistemi telematici, in modo da farli affacciare con maggiore rapidità sul mercato.
Aiuti economici e semplificazione delle procedure
Quanto è successo ci deve servire da esperienza. Non sarà possibile ricominciare una nuova fase senza un’opera di semplificazione della pubblica amministrazione. Va creato un sistema che consenta alle imprese di accedere rapidamente ai meccanismi di credito che saranno attuati. Non si può fare pagare alla collettività le inefficienze delle P.A.
Abate stesso si rende conto di star applicando delle norme che non hanno alcun senso in questo momento eccezionale, cui non si può reagire con misure studiate per la normalità: si deve reagire immediatamente. Il ministro sta ipotizzando un fondo specifico per indennizzare le aziende del florovivaismo da inserire nel cosiddetto ‘decreto Aprile’ (che uscirà però a maggio).
Senza soldi non se ne esce: siamo entrati tutti insieme in questo momento e tutti insieme ne dobbiamo uscire. Non si può lasciare indietro nessuno, il sistema va affinato quotidianamente per cercare di renderlo più efficiente. Quindi, i due i binari su cui si muoverà l’azione del Ministero saranno il fondo per il florovivaismo e una massiccia opera di semplificazione delle procedure di tutte la P.A.
Si deve ricominciare a fare acquisti rapidamente, così come a pagare velocemente gli acquisti commissionati da Comuni, Province, Regioni e da tutte le P.A.. Inutile che facciano acquisti se poi pagano dopo un anno. Per Abate non esiste una soluzione semplice a un problema complicato, ma esiste una soluzione complicata a un momento complicato. Non ci può essere una risposta momentanea, dovremo convivere a lungo con la crisi con cui e ci si dovrà attrezzare con strumenti normativi che consentano di far sopravvivere il settore.
Dopo aver nuovamente elogiato Teresa Bellanova, Abate ha auspicato che al più presto possano riprendere le fiere vere, in Italia e all’estero, dove si tornerà effettivamente a esporre e a vendere e ha ribadito che il Ministero non lascerà indietro nessuno.
Le conclusioni
Alla fine della conferenza gli oratori hanno ripreso la parola a turno.
Alberto e Capitanio hanno ringraziato il ministero per la collaborazione, le proposte e la disponibilità concreta, talvolta anche nelle notti dei giorni festivi. Apprezzata anche la parte relativa alla semplificazione burocratica e alla promozione.
Dalle domande del pubblico è emersa la richiesta per una reiterazione del ‘Bonus Verde’ con un tetto più elevato rispetto ai 5.000 euro attuali. Secondo Abate il Ministero darà senz’altro parere favorevole e ritiene adeguato un raddoppio della cifra attuale.
Anche Diolaiti e Ferretti hanno risposto ad alcune domande, sollecitando una maggiore professionalità degli operatori del verde pubblico e auspicando una maggiore collaborazione tra amministrazioni pubbliche e vivaisti. Le prime dovrebbero dare indicazioni più a lungo termine ai produttori, che da parte loro dovrebbero prolungare (anche a livello decennale) la programmazione, attualmente triennale per la maggior parte degli operatori.
Il direttore Veronesi è rimasto molto soddisfatto di questa esperienza di Flormart OnLife Roadshow perché la partecipazione del pubblico è stata molto più ampia rispetto al previsto. A chi online aveva proposto un’anticipazione a primavera della manifestazione patavina, ha ribadito che, analizzando attentamente il calendario fieristico e le opinioni degli espositori, Flormart trova il suo posizionamento ideale a settembre. Ma l’appuntamento di dicembre 2020 e altre iniziative sul web contribuiranno all’avvicinamento della nuova edizione ‘reale’ di Flormart a settembre 2021.