Le prossime sfide e opportunità del florovivaismo

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Il coinvolgimento nell'era della sostenibilità, i contributi per il comparto e l’iter faticoso del disegno di legge di riforma. Questi gli argomenti dell'incontro organizzato dall'associazione florovivaisti italiani

Un settore, quello del florovivaismo che si scopre “naturalmente” sostenibile, ma anche i contributi per il comparto e l’iter faticoso del disegno di legge di riforma. Questi i temi affrontati dai rappresentanti della politica e delle associazioni di categoria all’incontro organizzato a Roma nell’Auditorium Cia "Giuseppe Avolio" il 14 settembre scorso dall'Associazione florovivaisti italiani.

Scanavino: «Potenziare il settore»

«Si tratta – ha detto Dino Scanavino, presidente nazionale della Cia – di un settore strategico, non solo perché occupa il 10% dei lavoratori agricoli e utilizza poca terra sviluppando in proporzione un grande fatturato. Ma soprattutto perché grazie al segmento forestale è anche in grado di produrre energie rinnovabili e grazie al verde ornamentale urbano migliora la qualità della vita dei cittadini e della comunità».

«Se la cura delle piante e del verde urbano – ha continuato Scanavino – genera benessere, questo settore ha un futuro di sviluppo nell’era della transizione ecologica perché in linea con le politiche di sostegno alla sostenibilità.

Quindi – ha concluso – se, come chiede la presidente della Commissione europea von der Leyen, l’Europa dovrà diventare il continente più green del mondo, occorrerà potenziare innanzitutto il settore florovivaistico».

Aldo Alberto: «Fondamentale creare ufficio statistico»

Aldo Alberto, presidente dei Florovivaisti italiani, si è soffermato sull’annoso problema della Xylella in Puglia che sta mettendo in seria difficoltà il segmento del vivaismo, soprattutto sul fronte dell'export.

È positiva, secondo Alberto, nella proposta di una nuova legge quadro del settore, la creazione di un ufficio statistico che sarà fondamentale per la programmazione della produzione florovivaistica.

Ferretti: «Per tre miliardi di nuovi alberi importante la programmazione»

Nella svolta green si inserisce quello che viene considerato una “suggestione” della Commissione europea: il progetto di piantare tre miliardi di nuovi alberi entro il 2030.

Nella mitigazione dei cambiamenti climatici e nella tutela della biodiversità è fondamentale, infatti, il ruolo della produzione florovivaista, come ha spiegato Francesco Ferrini, docente di arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università di Firenze e presidente del Distretto rurale vivaistico-ornamentale della Provincia di Pistoia.

Per avvicinarsi all'obiettivo della Commissione europea sarà necessario investire, come ha fatto notare Ferretti, nella programmazione produttiva del settore vivaistico. «Il vivaio, oggi considerato spesso un soggetto esterno rispetto a questi tipi di progetti, dovrà diventare – ha sottolineato – il motore del cambiamento».

Secondo Ferretti sarebbe necessario partire allora da una programmazione della produzione cominciando dai contratti di coltivazione.

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Verga: «Ecco le possibilità di finanziamento»

A beneficio del comparto arrivano le nuove opportunità di accesso, sempre con finalità eco, ai fondi del Pnrr. Delle misure finanziate dai fondi del next generation Eu, dedicate all’efficienza energetica del settore agricolo, quindi accessibili anche al florovivaismo, ha parlato Valeria Verga, responsabile sviluppo e marketing di Esco Agroenergetica, società di servizi energetici costituita da Cia e da Aiel (l’associazione delle energie agroforestali).

Verga ha sottolineato che stanno per essere emanati i decreti attuativi in questo senso. «Ci stiamo impegnando come Esco Agroenergetica per far conoscere le possibilità di finanziamento degli investimenti di efficientamento energetico per il settore florovivaistico. Ci siamo specializzati sul supporto alle aziende agricole che vogliono accedere agli incentivi».

La Pietra: «Legge sul florovivaismo strategica»

È attualmente al vaglio del Senato il disegno di legge sul florovivaismo. Patrizio La Pietra, della Commissione agricoltura e produzione agroalimentare del Senato, l’ha definita strategica per il settore primario.

La proposta di legge «nasce dall’esigenza di dare un corretto riconoscimento agli operatori e dotare di una cornice normativa nazionale la filiera florovivaistica ma anche di uniformare anche le varie leggi regionali».

«Abbiamo ricevuto – ha detto La Pietra – il testo dalla Camera in commissione a metà gennaio in sede redigente, ossia con la possibilità di applicare gli articoli in base agli emendamenti presentati per velocizzarne l’iter. Oggi ci sono circa cento emendamenti presentati in circa sei mesi che sono al vaglio dei pareri presso le commissioni di merito».

La Pietra ha sottolineato come «questo secondo passaggio al Senato debba essere preso come un’opportunità per migliorare il disegno di legge».

Il disegno di legge introduce un ufficio statistico per la raccolta dei dati del comparto che dovrebbe diventare indispensabile per la programmazione produttiva del settore del florovivaismo. È prevista, inoltre, la possibilità di creare marchi di qualità per aumentare il valore dei prodotti florovivaistici, in questo caso si potrebbero realizzare marchi a livello regionale.

Un passaggio del disegno di legge è dedicato alla promozione unica della qualità nazionale, con un fondo ad hoc per la promozione che La Pietra si augura «venga speso e bene a favore di tutto il comparto».

 

Clicca qui per rivedere l'incontro

 

 

Le prossime sfide e opportunità del florovivaismo - Ultima modifica: 2021-10-01T17:16:39+02:00 da Alessandro Piscopiello

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