Quinta crisi in otto anni. Una crisi di filiera per tutta la frutta estiva con l'epicentro su pesche e nettarine. Quindi sull'Emilia-Romagna dove si concentrano 25 mila ha dei 29 mila totali coltivati in Italia. Agli agricoltori vanno 20 cent/kg, ma i costi di produzione sono almeno il doppio. Una crisi congiunturale e strutturale.
Si muovono le centrali cooperative, in testa Maurizio Gardini, presidente di Fedagri-Confcooperative (ma parla anche per Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital), che lancia l'appello «per avviare forme di protesta condivise con tutto il mondo agricolo».
Davide Vernocchi, responsabile ortofrutta per Fedagri entra nel dettaglio delle proposte per affrontare rapidamente la congiuntura: un tavolo con la gdo («Non ha sottoscritto l'accordo interprofessionale, il problema era se inserire o no i piccoli calibri. Secondo Federdistribuzione va escluso dall'accordo il prodotto importato»); la revisione delle misure per la gestione delle crisi di mercato a livello di indennità e quantitativi di prodotto ritirabile oltre alla creazione di fondi mutualistici cofinanziati dall'Ue e gestibili direttamente dalle Op per sostenere i prezzi in caso di crisi e poi nuove forme di assicurazione al reddito; azioni da concertare a livello europeo (ma Vernocchi ricorda anche l'incontro con la delegazione spagnola che ha rifiutato di regolare l'immissione di prodotto sul mercato perché «a loro conviene vendere anche a prezzi bassi»).
Enzo Treossi, responsabile ortofrutta di Legacoop, sottolinea: «Coltivare 1 ha di pesche, susine o nettarine costa circa 10 mila €/ha, oggi ne portiamo a casa 5.000, se va bene». E passa al problema della governance: «Occorre un fronte comune per creare un'unica associazione ortofrutticola, anche con quelle non organizzate: vogliamo produrre per vendere prodotto di qualità ed estirpare le varietà superate».
Intanto la regione Emilia-Romagna ha già avviato il ritiro del prodotto invenduto come ricorda Tiberio Rabboni, assessore regionale all'Agricoltura: «Ogni settimana ritiriamo 8-10mila q di frutta estiva con destinazione biogas (l'80%) e indigenti (20%)». E sottoscrive le proposte delle cooperazione lamentando peraltro la latitanza ministeriale: «Ho scritto tre volte al Ministro (la prima attraverso il coordinatore degli assessori), ma attendo ancora risposta». Gardini affonda: «È imbarazzante constatare l'assenza del Ministro proprio al Consiglio agricolo Ue di oggi dove si discute delle misure per l'ortofrutta. L'Italia è il primo produttore europeo di pesche e nettarine (1,5milioni di t)».
Presenti invece alla conferenza stampa della cooperazione le organizzazioni professionali: Confagricoltura, Cia e Copagri. «La cooperazione non ha intenzione di condurre battaglie solitarie» ha detto Gardini annunciando l'avvio di un coordinamento unitario con tutte le associazioni per decidere le prossime iniziative. «Lo chiederemo anche alla Coldiretti» che però, il giorno prima, aveva organizzato un presidio davanti alla Regione attaccando la gdo che «utilizza l'ortofrutta per aggressive campagne di promozione sottocosto » secondo Mauro Tonello presidente regionale.
Intanto dalla Commissione europea arriva l'ok alle norme per promuovere il consumo di ortofrutta fresca, in Europa e sul mercato mondiale con un contributo europeo supplementare di 15 milioni di euro su tre anni. «Menù di quest'estate: frutta, verdura e ancora verdura» è lo slogan per i consumatori di ogni paese europeo.
Ma ancora non basta ha rilevato Paolo Bruni, presidente delle cooperative europee (Cogeca) che chiede «un nuovo pacchetto di misure per ampliare la gamma delle produzioni estive ritirabili dal mercato (es. pesche, nettarine, albicocche, meloni); per pesche e nettarine il pagamento di 30 €/100 kg da aggiungere agli importi massimi di sostegno comunitario; il prolungamento degli aiuti supplementari dal 30 giugno al 31 luglio; la compensazione retroattiva della differenza tra gli importi massimi del contributo Ue e i prezzi di vendita dei prodotti colpiti dalla crisi».
L'anfiteatro di cassette di frutta costruito davanti alla Regione dai produttori Coldiretti.