Quarantotto anni, produttore e agronomo; da circa un anno e mezzo è il presidente del Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino Igp. Salvatore Lentinello si mostra entusiasta, con la volontà di migliorare la condizione dei produttori, «degli artigiani», come li definisce lui stesso. Dediti alle loro opere d’arte, continuano a lavorare con la passione che li ha sempre contraddistinti.
Un perfetto connubio è quello tra cuore, tecnica colturale, acqua di irrigazione, terreno e clima; ingredienti di uno dei prodotti siciliani più conosciuti e impiegati nelle cucine degli chef stellati e delle famiglie italiane. Anche per questo motivo, la coltivazione è realizzata in serre in ferro e plastica su terreno, come previsto dal disciplinare di produzione. Non è infatti ammessa la coltivazione fuori suolo, che inficerebbe personalità e riconoscibilità del prodotto.
Le variazioni negli apprestamenti protettivi riguardano solo l’innovazione tecnica nell’uso e nella continua sperimentazione di film plastici poliannuali. Da molto tempo non si impiega più il Pe annuale, ma lo stesso film è utilizzato per 2-3 stagioni. Allo studio un Pe più leggero, che abbia le medesime caratteristiche di durata ed efficienza, che consentano di ridurre ulteriormente i rifiuti e quindi l’impatto ambientale.
La peculiarità del territorio
Il terreno del comprensorio su cui ricade il prodotto a marchio (circa 1.500 ettari nei territori di Pachino, Portopalo di Capopassero, la parte meridionale di Ispica e una piccola parte di Noto) è prevalentemente sabbioso e l’acqua di irrigazione è salmastra. Il disciplinare prevede una conducibilità elettrica dell’acqua di irrigazione fra 1.500 e 10.000 µS/cm². Sono queste le caratteristiche chimico-fisiche che permettono di conferire le peculiarità qualitative che contraddistinguono questi pomodori.
E poi un clima caldo, mite durante l’inverno, con una temperatura media di 20 °C in serra per gran parte dell’anno, che garantisce la continuità di produzione e l’elevata qualità. Tuttavia, in estate, le temperature toccano valori incompatibili con la fisiologia delle piante e quasi tutti i produttori effettuano la solarizzazione per 60-90 giorni, in modo da ridurre il più possibile la carica microbica del terreno. Anche per questo, nelle aree costiere sabbiose, dove la presenza dei nematodi è più pressante, si ricorre all’impiego di varietà innestate, che permettono al contempo di contenere i trattamenti con prodotti fitosanitari.
La difesa
Per quanto riguarda la lotta alle virosi, si impiegano reti antiafidi e varietà resistenti, sostituite periodicamente per contrastare l’insorgere di eventuali nuove razze. La difesa integrata, invece, riguarda la tignola del pomodoro (Tuta absoluta), l’eriofide rugginoso del pomodoro (Aculops lycopersici), la muffa grigia (Botrytis cinerea) e la peronospora (Phytophthora infestans).
La Tuta absoluta è presente nel territorio tutto l’anno. La lotta chimica contro le larve è efficace e permette di controllare anche quelle di mosche bianche e lepidotteri nottuidi, ma bisogna evitare che prenda piede in serra. Per questo, nei trapianti precoci si utilizzano teli pacciamanti bicolore, con la parte superiore bianca che riflette la luce solare ed evita l’aumento della temperatura del terreno. La parte inferiore, invece, è nera, per impedire l’evaporazione dell’acqua, la germinazione dei semi delle erbe infestanti e lo sviluppo delle uova di tignola deposte nel terreno.
Per l’eriofide, che danneggia notevolmente le bacche e causa la comparsa di alterazioni rugginose su fusto, foglie e rachide, si usa zolfo micronizzato. Per le malattie fungine si preferisce un controllo di tipo agronomico e si ricorre all’applicazione di fungicidi nelle fasi fenologiche più rischiose, qualora le condizioni climatiche siano favorevoli all’insorgenza delle malattie.
La sostenibilità agronomica
La tecnica colturale è quindi sempre più rivolta alla riduzione dell’impatto ambientale e, nonostante non si tratti di produzioni biologiche, la tendenza va verso il residuo zero. Infatti ormai da tempo il Consorzio si occupa della sostenibilità, impiegando rigorosi protocolli di coltivazione integrata e garantendo la massima sicurezza alimentare.
Il disciplinare dell’Igp di Pachino per l’impollinazione esclude l’uso di sostanze chimiche e ormonali che abbiano azione diversa da quella allegante e prevede l’impollinazione fisica e/o entomofila tramite Bombus terrestris. Le cassette con i bombi vengono sostituite ogni 35-40 giorni, per ottenere i migliori risultati in termini di allegagione.
Numerose aziende facenti parte del Consorzio hanno poi già attivato l’adesione al Sqnpi, ossia il Sistema di qualità nazionale produzione integrata, che consente la loro certificazione con un marchio riportante l’immagine di un’ape, che si andrà ad aggiungere a livello comunitario a quello dell’Igp.
L’eco-imballaggio
Sulla linea della sostenibilità, recentemente è stato introdotto un packaging in cartone completamente compostabile, con uno strato di acido polilattico (Pla) derivato dagli scarti del mais. Allo stato attuale, è impiegato per il confezionamento del ciliegino da 300 g e del costoluto da 350 g. L’Aticelca, Associazione tecnica italiana per la cellulosa e la carta, ne ha autorizzato l’utilizzo con la dicitura e l’icona “Riciclabile con la carta – Aticelca 501”.
«Riteniamo che il maggiore costo dell’imballaggio rispetto a quelli tradizionali in Pet sia giustificabile per i consumatori, vista la sempre più diffusa sensibilità legata alla tutela dell’ambiente» commenta Lentinello. «La stessa sensibilità che ci ha spinti a velocizzare, con largo anticipo, il rispetto delle ultime indicazioni dell’Unione Europea che prevedono di proibire entro il 2021 l’utilizzo della plastica monouso». Al momento l’etichetta va eliminata prima del compostaggio, ma è in atto uno studio per renderla totalmente green.
I numeri del Consorzio
Fino al 31 dicembre 2018 le aziende associate al consorzio di tutela erano 150 per la produzione primaria e 30 per il condizionamento. «Rispetto al 2017 – aggiunge – si è registrato un incremento del 34% per le aziende di produzione e del 36% per quelle di confezionamento». Aspettiamo il prossimo rilevamento per verificare ulteriori crescite. Infatti, ormai è diffusa la consapevolezza che questo tipo di lavoro non solo permette di valorizzare un prodotto unico, ma anche di avere un differenziale di prezzo, altrimenti non ottenibile.
Consorzio Pachino Igp: obiettivi 2020
Risparmio energetico, tracciabilità tramite blockchain, produzione integrata e formazione. Queste le linee guida messe in evidenza nella quarta edizione dell’Igp Day, l’appuntamento annuale organizzato a gennaio a Portopalo.
A breve partirà il progetto di una serra-vetrina per formare gli agricoltori su come produrre in maniera più sostenibile. «Stiamo cercando di ridurre ulteriormente l’uso di prodotti fitosanitari con nuove soluzioni di difesa integrata» sottolinea il presidente.
Per ottenere una completa tracciabilità, il Consorzio sta ottimizzando l’adozione della tecnologia blockchain e di smart contracts. L’obiettivo è garantire trasparenza e sicurezza con un sistema che tutela origine, valori etici e ambiente.
Sulla sostenibilità ambientale, e il basso input energetico, Massimo Pavan, consigliere del Consorzio, dichiara: «La produzione siciliana è praticamente a impatto zero: le nostre serre non sono riscaldate nè illuminate, i nostri pomodori svolgono ampia parte del loro viaggio via nave, con vantaggi sia economici sia di riduzione delle emissioni». Una consapevolezza, quella legata alla tutela dell’ambiente, in sintonia con i tempi che viviamo e che emerge chiaramente tra gli obiettivi dell’ente, già in parte raggiunti tramite l’utilizzo d’imballaggi completamente compostabili e l’adesione di numerose aziende produttrici al marchio Sqnpi, come ha illustrato nell’ambito dell’Igp Day Sebastiano Barone, direttore del Consorzio.
Per il 2020, infine, è stata eliminata la quota d’iscrizione: «Il nostro obiettivo – conclude Lentinello – è agevolare i coltivatori per far crescere la base produttiva e puntare sul livellamento dei concetti di qualità e certificazione».
Il Consorzio di tutela del Pomodoro di Pachino Igp è un ente senza scopo di lucro riconosciuto dal ministero delle Politiche agricole. È stato pensato per valorizzare e tutelare la reputazione e il mercato dell’autentico pomodoro di Pachino, difendendolo dai tentativi di contraffazione commerciale per mezzo di adeguate azioni legali, su scala nazionale e internazionale.