La startup israeliana Arugga Ai Farming, che ha prodotto il robot impollinatore di cui abbiamo parlato nel numero 9/2020 di Colture Protette, ha appena ricevuto un grosso finanziamento da 4 milioni di dollari. Grazie a Trata (questo il nome del robot) sarà possibile impollinare in modo completamente automatico ed estremamente efficiente le piante di pomodoro in serra. Anche in ambienti in cui – per motivi geografici, economici o tecnologici – non è possibile utilizzare gli insetti impollinatori.
Il funzionamento del robot impollinatore
Il robot impollinatore Trata è dotato di un sistema di fotocamere ad alta risoluzione che permettono al sistema, dotato di intelligenza artificiale, di individuare in tempo reale e con grande precisione i fiori aperti e pronti per essere impollinati.
Una volta identificato il fiore target, il sistema utilizza un braccio meccanico per direzionare delicati impulsi di aria compressa verso il fiore. In questo modo, replica la buzz pollination, ovvero quella vibrazione d’aria tipica del battito d’ali dei bombi, necessaria per l’ottimale impollinazione del pomodoro.
L’impollinazione meccanica non comporta un contatto diretto con i fiori, quindi riduce il rischio di diffusione di patogeni. Inoltre, non è sensibile – al contrario degli insetti – alle variazioni di temperatura e alla radiazione luminosa dei Led.
A seguito di diversi test in serre commerciali, l’azienda ha stimato un’efficienza del 97% nell’identificare e impollinare i fiori di pomodoro. Un risultato simile a quello ottenuto con i bombi e, in alcuni casi, anche migliore.
L’azienda israeliana, la prima a produrre un robot che simula l’impollinazione entomofila in serre industriali, avrà ora modo di continuare lo sviluppo industriale del prodotto e implementare la piattaforma con nuove soluzioni per l’agricoltura protetta. Ad esempio, sistemi di riconoscimento e trattamento di malattie e patogeni vegetali, stime di resa e potatura senza contatto.