Il Pomodoro Buttiglieddru è diventato un Presidio Slow Food

pomodoro di Licata
Il nome, dovuto alla forma che assomiglia a quella di una bottiglia, non è la sola particolarità a distinguerlo: la tecnica di coltivazione è pressoché unica

Il Pomodoro Buttiglieddru è appena diventato Presidio Slow Food. Si tratta di un pomodoro di piccole dimensioni, dalle bacche di forma tondeggiante allungata, di colore rosso brillante e dalla notevole consistenza.

Prende il nome dalla forma del frutto, che ricorda quella di una bottiglia, cioè allungata e appuntita. Spicca per dolcezza e risulta ottimo se consumato fresco. Da sempre, però, si utilizza per fare passate, polpe, pomodori secchi oppure concentrato.

L’arele di produzione del Pomodoro Buttiglieddru è compreso tra i comuni di Licata, Palma di Montechiaro, Camastra, Naro, Ravanusa, Campobello di Licata (in provincia di Agrigento) e Butera (in provincia di Caltanissetta).

Un po' di storia

Il Pomodoro Buttiglieddru è una coltura storica per il territorio. In passato si produceva in pieno campo e in aridocoltura, sfruttando le poche piogge invernali. Per consentire un anticipo della raccolta, in alcune zone particolarmente vocate si ricorreva ad apprestamenti protettivi, costituiti da arelle di cannucce palustri e ventagli di stoppie.

Con l’avvento dei tunnel, la sua coltivazione ha subito una radicale trasformazione, passando dal regime asciutto a quello irriguo e dal pieno campo all’ambiente protetto.

Tecniche colturali

In questi giorni nel sud della Sicilia, e in particolare nell’Agrigentano, sono in corso le semine del Pomodoro Buttiglieddru. La semina avviene in postarelle precedentemente concimate con letame non completamente maturo. «La fermentazione del letame produce calore, protegge il seme dalle gelate e ne favorisce la germinazione» spiega Ignazio Vassallo, fiduciario della Condotta Slow Food di Agrigento. «Cinquant’anni fa, quando non c’erano le serre, il pomodoro di Licata era il primo a crescere in tutta Europa e il nostro mercato il primo d’Italia per quanto riguarda l’offerta di questa primizia» racconta Vassallo. «Ricordo che venivano ad acquistarlo da noi anche da Napoli e dalla Puglia».

Per quando riguarda l’epoca di raccolta, grazie alla coltivazione in ambiente protetto ormai c'è una vera e propria destagionalizzazione della produzione. La disponibilità si estende quasi a tutto l’anno, con una maggiore concentrazione dell'offerta da gennaio a giugno.

Il biocontrollo con gli insetti utili

Vincenzo Graci, imprenditore agricolo di Licata e custode del seme di Buttiglieddru, spiega: «Per difendere le coltivazioni, applichiamo la lotta biologica con gli insetti utili. Ad esempio, utilizziamo il Nesidiocoris tenuis, un miride predatore che vive nei terreni coltivati a zucchina lagenaria. Da tre anni, perciò, piantiamo prima la zucca e poi il pomodoro».

I produttori del Presidio Slow Food

I produttori del Presidio Slow Food del Pomodoro Buttiglieddru sono una decina. Dopo essersi riuniti nella Comunità Slow Food per la sostenibilità a Licata e nella Valle del Salso, hanno messo a punto un rigido disciplinare di produzione. Questo prevede, tra le altre cose, l’autoriproduzione della semente e il divieto di diserbo.

L’avvio del Presidio Slow Food del Pomodoro Buttiglieddru è stato supportato dal Comune di Licata e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Il Pomodoro Buttiglieddru è diventato un Presidio Slow Food - Ultima modifica: 2020-12-17T08:31:10+01:00 da Paola Cassiano

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