Sebbene l’uso dei robot sia ormai diffuso nell’industria, con il settore automotive come esempio principale, in agricoltura l’impiego di mezzi autonomi è ancora limitato, anche se in crescita. Gli investimenti, soprattutto da Usa, Ue (Francia, Olanda e Germania in testa), Giappone e Cina, sono enormi. È chiaro che, nei paesi sviluppati, la robotica avrà presto un grande impatto sull’agricoltura. Un esempio sono i trattori automatizzati con guida satellitare e i robot per la mungitura, già diffusi.
Dal diserbo alla raccolta
Esistono inoltre macchine in grado di effettuare il diserbo meccanico selettivo o chimico, riducendo l’uso di erbicidi alle aree effettivamente necessarie, con vantaggi per la sostenibilità. Ci sono anche robot per la raccolta di frutta e ortaggi, per le lavorazioni del suolo e per i trattamenti fitosanitari. Queste tecnologie sono pronte per l’uso su larga scala e possono risolvere problemi legati alla salubrità di certi lavori e alla mancanza di manodopera specializzata.
L’adozione di soluzioni robotiche in agricoltura crescerà rapidamente grazie ai progressi dell’intelligenza artificiale, che permetteranno ai robot di adattarsi agli ambienti agricoli, caratterizzati da una maggiore variabilità rispetto all’industria. Inoltre, la diminuzione dei costi di sensori come fotocamere a tempo di volo, sensori multispettrali, radar e Lidar renderà sempre meno costosi i robot.
Nonostante molti investimenti vadano al pieno campo o ai vigneti, i primi robot dotati di intelligenza artificiale e sensori ottici, capaci di “vedere” e “ragionare” come un operatore umano, verranno probabilmente sviluppati per le colture protette. Ciò è dovuto al fatto che, in questo ambito, la variabilità delle condizioni, sia climatiche sia luminose, è inferiore rispetto a quanto avviene nel pieno campo, dove molti sensori attuali incontrano ancora molte difficoltà.
L'autore è professore all'Università di Milano