Vertical farming, una nuova frontiera della ricerca

vertical farming

Il vertical farming potrebbe essere una nuova frontiera della ricerca agraria. Infatti, l’agricoltura, e in particolare il comparto orticolo, affronterà nei prossimi decenni importanti sfide, principalmente associate al cambiamento climatico e alla crescente scarsità di risorse. Al contempo, la crescita demografica e l’espandersi delle aree urbane richiedono soluzioni alternative per garantire sicurezza alimentare e stabilità sociale.

Sistemi alimentari più sostenibili

Ad oggi, i sistemi alimentari sono responsabili per un terzo delle emissioni di gas serra globali, nonché di elevati impatti in termini di consumi idrici, di suolo e nutrienti minerali. Alle tecniche di coltivazione intensiva sono spesso associati impatti ambientali legati all’utilizzo indiscriminato di prodotti fitosanitari, con effetti sia nell’eutrofizzazione e acidificazione dei corpi idrici che relativamente al rilascio di gas serra ad alto potenziale di riscaldamento globale.

Tecnologia green

In questo contesto, lo studio di tecniche di produzione innovative resilienti al cambio climatico, efficienti nell’uso delle risorse e adattabili a contesti densamente popolati, assume una notevole rilevanza. Il vertical farming (agricoltura verticale) utilizza sistemi di coltivazione a elevato contenuto tecnologico, e avviene in celle climatiche isolate dall’ambiente esterno, opache alla luce solare e con utilizzo di illuminazione artificiale (anche grazie alle recenti evoluzioni della tecnologia Led).

vertical farming

Se da un lato le potenzialità di questi sistemi sono spesso associate al notevole risparmio di risorse idriche e minerali, alla possibilità di ridurre gli interventi fitosanitari o al risparmio di suolo consumato, i grandi interrogativi da risolvere riguardano principalmente gli elevati costi di installazione nonché i consumi energetici e impatti ambientali associati all’illuminazione.

Il settore in Italia

Mentre assistiamo a un rapido sviluppo di queste tecnologie in Nord America, Asia e nel Nord Europa, le applicazioni nel Mediterraneo rimangono limitate, nonostante siano ormai numerosi gli studi che attestino quanto i principali vantaggi del vertical farming possano essere osservati in ambienti caldi, nei quali le tradizionali tecniche di produzione in serra devono confrontarsi con più limitate disponibilità idriche e maggiori costi energetici per il raffrescamento degli ambienti coltivati. Ne consegue la necessità di validare in condizioni sperimentali queste tecnologie nel contesto Italiano, sia in termini di produzioni ottenibili per le diverse colture, che nella quantificazione delle risorse impiegate.

La prima vertical farm sperimentale

Nell’ambito del progetto europeo H2020 862663 Food systems in european cities, presso il Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna, stiamo realizzando la prima vertical farm sperimentale in Italia (AlmaVFarm), nella quale mettere a punto sistemi di coltivazione verticale e tecnologie per l’illuminazione ad alta efficienza energetica e identificare specie e varietà più adatte a questi sistemi. Tramite monitoraggio costante e accurato dell’uso delle risorse associate ai singoli elementi del sistema, sarà possibile identificare le principali fonti d’impatto e mettere a punto tecnologie e protocolli di gestione sostenibili in termini sia economici che ambientali.

Pur sapendo che l’applicazione su larga scala del vertical farming sia tuttora da validare (anche a fronte della notevole variabilità in termini di efficienza e produttività tra le diverse tecnologie presenti sul mercato), crediamo che in determinati ambiti questa tecnologia possa efficacemente integrare l’agricoltura tradizionale, specialmente laddove le conseguenze del cambiamento climatico saranno più marcate.

Vertical farming, una nuova frontiera della ricerca - Ultima modifica: 2021-03-31T09:55:14+02:00 da Paola Cassiano

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