Peperone, complicato ottenere buoni risultati

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Michele Paolillo (a sinistra) con il figlio Alberto
Problemi fitosanitari ed elevati investimenti scoraggiano gli orticoltori. Servono produzioni oltre i 1000 q/ha

La coltivazione del peperone in Campania si è notevolmente ridotta negli ultimi anni sia nella provincia di Caserta sia in quella di Salerno.

«I motivi che hanno spinto tanti orticoltori ad abbandonare il peperone – afferma Michele Paolillo, storico coltivatore della specie nella Piana del Sele – sono da imputare: agli elevati investimenti necessari per condurre la coltura, ai prezzi di vendita piuttosto contenuti, per l’agguerrita concorrenza straniera (Spagna e Nord Africa), alle complicazione di ordine fitosanitario legate alla difficoltà di controllo di parassiti del terreno (nematodi e Phytophthora capsici) e delle virosi».

Nell’azienda Paolillo, che Michele conduce con l’aiuto dei figli Alberto e Gaetano, si coltiva su 5 ettari di superficie coperta in rotazione soprattutto la tipologia “mezzo lungo” (65% rosso e 35% giallo) a cui si affianca la produzione di “cornetto” (tipologia Corno di Toro) e il “Friariello”, un ecotipo napoletano dolce dalla forma allungata.

Difficoltà tecniche

«Le principali difficoltà tecniche a cui vanno incontro gli orticoltori – riferisce Paolillo – consistono nella scelta della varietà, che deve possedere una buona resistenza ai vari patogeni e deve adattarsi alle variabili condizioni climatiche che si stanno verificando negli ultimi anni, e nella scelta della giusta strategia difesa, considerato che i principi attivi utilizzati per disinfezione dei terreni non sono in grado di garantire da soli un buon controllo dei parassiti».

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La tipologia più diffusa in Campania e il “mezzo lungo” rosso e giallo

L’allevamento delle piante comporta, altresì, un elevato impegno e grande attenzione, come ci descrive l’orticoltore.

«Per avere una buona produzione quali – quantitativa è necessario far crescere le piante tra due reti di sostegno. Questa scelta, che ha superato la vecchia tecnica di coltivazione con un solo filo, è necessaria per evitare che i frutti del peperone crescano deformi; essendo delicati al minimo contatto tendono a deformarsi o rompersi aumentando molto la percentuale di scarto. Inoltre, mantenere le branche della pianta a un’adeguata distanza consente un migliore arieggiamento e conseguente riduzione degli attacchi fungini».

L’impiego della doppia rete di plastica impegna gli operatori sia nella fase di sistemazione sia in quella finale di rimozione.

«La rete di plastica va adeguatamente smaltita e per far ciò va separata dalle piante che si sono sostenute ad essa. Tutto ciò comporta un forte impegno di manodopera. Tra l’altro non è possibile utilizzare reti in materiale biodegradabile per la lunghezza del ciclo di coltivazione (circa 10 mesi)».

Il trapianto

Le piante sono trapiantate su terreno adeguatamente lavorato, concimato con sostanza organica e pacciamato; la distanza sulla fila è di 40 cm, mentre tra le file le piante sono distanziate di 120 cm ottenendo una densità di circa 22 mila piante/ha.

«Al trapianto si apporta sostanza organica sotto forma di pellettati; si esclude la distribuzione di letame fresco per evitare problemi con le erbe infestanti. Per quanto concerne la pacciamatura ci avvaliamo dei teli di plastica classici (spessore 0,5 mm) poiché non è possibile utilizzare quelli biodegradabili per lo stesso motivo già descritto per le reti».

L’impiego della pacciamatura è determinante per mantenere il suolo ad un adeguato livello di umidità.

L’irrigazione

«La gestione dell’irrigazione – spiega Paolillo – è un aspetto di grande importanza per evitare il problema del marciume apicale. Proprio per gestire al meglio la tecnica irrigua, soprattutto nel periodo estivo, procedo a campionare dei frutti ogni giorno e in ogni settore produttivo, da giugno fino a settembre. I peponidi, di media grandezza, sono sezionati per verificare la presenza di acqua all’interno. In caso positivo l’irrigazione viene procrastinata».

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Altre tipologie coltivate nell’azienda Paolillo sono il “Corno di Toro” e il “Friariello” napoletano


L’irrigazione, praticata con l’impianto basale a microportata, va eseguita al nelle prime ore del mattino.
«Altra tecnica irrigua da adottare – aggiunge l’orticoltore – riguarda la nebulizzazione, da effettuare di primo mattino nei periodi più caldi. Con temperature di oltre 27-28 °C, infatti, il polline si inattiva e, quindi, per una buona allegagione è necessario abbassare i valori termici e aumentare il tasso igrometrico nell’ambiente protetto che, tra l’altro, consente un miglior controllo dell’oidio e favorisce la riproduzione di insetti utili, quali l’orius».

La difesa

La difesa è un altro degli aspetti impegnativi della coltivazione del peperone.
«Oltre alle problematiche legate ai parassiti del terreno (nematodi e Phytophthora in primis) gli orticoltori sono impegnati a difendere la specie da numerosi insetti, spesso vettori di temibili virus. La difesa si effettua integrando i vari sistemi disponibili: in particolare si utilizzano i predatori naturali quali l’orius per il controllo dei tripidi, l’acaro fitoseide Amblyseius swirskii per la mosca bianca, la Chrysoperla carnea per gli afidi e il Bacillus thuringiensis per le nottue».

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Peperoni danneggiati da virosi

L’impiego di prodotti chimici si limita solo ai casi di effettiva necessità, soprattutto nei periodi più caldi.
«Si utilizzano prodotti a bassa persistenza, in particolare per il controllo degli acari (rosso e giallo), compatibili con gli insetti utili impiegati. Per il controllo dei nematodi nel terreno si interviene con prodotti naturali (a base di estratti di aglio) a metà del ciclo di coltivazione oppure con prodotti chimici quando al peperone non succede un’altra specie e, quindi, non sussistono problemi per eventuali residui».


Potatura e concimazione

Le piante di peperone sono allevate a due branche per evitare un sovraffollamento dei germogli con produzione di frutti di seconda categoria.
«L’allevamento a tre branche praticato in passato non consentiva di avere frutti di buona pezzatura. Lasciando solo due branche ed eliminando i getti ascellari si ottengono prevalentemente frutti di prima categoria e si favorisce anche l’arieggiamento all’interno delle piante. La cimatura si effettua a fine luglio – inizio agosto per consentire una buona crescita anche dei frutti apicali».

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Danni da attacchi di ragnetto sui frutti di peperone

Il peperone è una specie molto esigente sia per la nutrizione idrica sia per quella minerale.
«Pratichiamo la fertirrigazione tutti i giorni – sottolinea Paolillo. Nella fase iniziale si dà preferenza al fosforo per stimolare la radicazione e si contiene molto l’apporto di azoto per evitare un eccessiva vegetazione. Successivamente somministriamo un concime complesso equilibrato a cui si aggiungono microelementi; a partire da inizio estate si passa ad un concime con maggior contenuto in potassio e calcio».


Potatura e concimazione

Per ricavare un giusto reddito dalla coltivazione del peperone è necessario superare i 1.000 quintali/ha.
«Nella mia azienda la corretta gestione di tutti gli aspetti tecnico–agronomici – afferma Paolillo – ci consente di ottenere una produzione vicina ai 1.500 quintali/ha, con raccolta che inizia a giugno e si completa a novembre e punta massima di produzione nel mese di luglio».

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Danni da attacchi di ragnetto sui frutti di peperone

Nell’azienda il peperone entra in rotazione con altre specie come melone e anguria e, quando possibile, si pratica un ciclo di baby leaf tra una coltura principale e l’altra.
«Per quanto concerne gli aspetti commerciali la maggior parte della produzione è collocata presso la GDO nazionale tramite piattaforme commerciali alle quali il prodotto è conferito in bins. Una quota più ridotta è confezionata in cassettine di plastica da 8 kg e destinata ai mercati locali. Va sottolineato che i costi di confezionamento non sono adeguatamente ripagati dal maggior prezzo di vendita per cui conviene conferire il prodotto sfuso, meglio se in imballo a rendere».

Peperone, complicato ottenere buoni risultati - Ultima modifica: 2019-10-29T11:14:11+01:00 da Lucia Berti

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