Chi voglia realizzare una fertirrigazione razionale ed efficiente deve poter contare su un impianto quanto più moderno e tecnologicamente avanzato possibile. Illudersi di coniugare l’efficienza, nelle molteplici espressioni richieste dalla fertirrigazione, con l’arretratezza o con l’approssimazione tecnologica è vano. L’impianto adeguato è il punto di partenza e di arrivo, la condizione imprescindibile per operare ottimamente. Nulla è essenziale più di un eccellente macchinario, così afferma, sulla scorta di una formativa esperienza maturata operando negli ultimi anni con due impianti fertirrigui molto diversi fra loro, Raffaele Lascaro, che con il figlio Graziano coltiva 13 ha a fragola in serre tunnel a Scanzano Jonico (Mt).
Fragola
«Una gestione corretta della nutrizione della fragola permette di conseguire nelle condizioni colturali tipiche del Metapontino, cioè la coltivazione in serre tunnel, su terreno baulato e pacciamato, con piante fresche della cultivar Candonga, risultati davvero notevoli: produzioni precoci (250 g/pianta entro la prima decade di marzo), ottime rese totali (700-800 g/pianta dai primi di febbraio all’inizio di giugno), produzione continua nel tempo e con bassa percentuale di frutti deformi, produzione di alta qualità con frutti di pezzatura media, colore brillante e uniforme, alto contenuto zuccherino e buona shelf life, migliore efficienza d’uso delle risorse idriche e nutritive, maggiore sostenibilità complessiva del processo produttivo. Sono risultati di alto livello, possibili o avvicinabili, con opportuni aggiustamenti, anche nelle altre aree interessate alla coltivazione della fragola, purché si sappia realizzare una fertirrigazione equilibrata».
Altri tempi
Lascaro coltiva fragola sin da ragazzo e ricorda come fino a 20 anni fa la fertilizzazione consistesse in una abbondante concimazione di fondo e in poche concimazioni di copertura.
«Erano altri tempi! Il passaggio dalla vecchia alla moderna fragolicoltura è stato segnato dalla realizzazione della nutrizione mediante fertirrigazione in continuo, che consente, se gestita in maniera adeguata, di modulare l’apporto dei nutrienti in funzione delle diverse fasi fenologiche della coltura e di mantenere a livelli ottimali la concentrazione dei nutrienti nella soluzione circolante nel terreno, evitando sia carenze o asportazioni in eccesso da parte della coltura, con effetti positivi su produzione e qualità, sia perdite per lisciviazione, con un minore impatto ambientale».
Banco manuale
Il primo salto di qualità per l’azienda di Lascaro è stato l’introduzione alcuni anni fa di un banchetto di fertirrigazione a gestione manuale.
«Manuali erano l’apertura e la chiusura delle valvole di irrigazione di ogni settore. Manuali erano anche la preparazione della soluzione nutritiva e la sua introduzione in linea. L’efficienza di quel banchetto fertirriguo non poteva non essere limitata, perché la soluzione non era mai correttamente bilanciata. L’impianto, invero molto semplice, imponeva una gestione laboriosa, richiedeva molto tempo, necessitava di un addetto permanente, faceva andare in produzione le piante fresche con almeno 15 giorni di ritardo rispetto ai tempi attuali: insomma era inefficiente e costoso».
Tanto inefficiente e costoso che per Lascaro era diventato ormai impellente sostituirlo con un impianto moderno per migliorare l’efficienza aziendale in termini di aumento della produttività e della qualità e di riduzione dei costi: cioè per gestire l’irrigazione in modo proficuo, con risparmio di acqua, e la fertirrigazione per utilizzare correttamente i concimi, eventualmente diminuendone gli apporti e comunque aumentandone il rendimento.
Automatizzato
«La soluzione mi è stata offerta nel 2016 da Bernardo Grieco, titolare della Pan Agri di Scanzano Jonico, azienda specializzata nella messa a punto e vendita di sistemi di irrigazione e fertirrigazione. Egli ha assemblato un sistema su misura per le necessità della mia azienda, costituito dall’impianto di fertirrigazione e dagli accessori, che si è rivelato davvero eccellente, come ho potuto verificare in questi due anni. È un sistema completamente automatizzato: basta programmarne l’impianto una volta per farlo lavorare con estrema precisione su tutti i 20 settori dell’azienda. Ci fa risparmiare acqua, fertilizzanti e tempo, con nostro vivo gradimento, perché paghiamo l’acqua a metro cubo, quindi meno ne consumiamo meno spendiamo, i prezzi dei fertilizzanti sono in continua crescita e, infine, come è noto, il tempo è oro! Saper gestire acqua, fertilizzanti e tempo è decisivo per non buttare via denaro!».
Vantaggi
I vantaggi che l’impianto di fertirrigazione assicura non si limitano, però, al risparmio, ma pervadono l’intera attività produttiva, evidenzia Lascaro.
«Le piante, ben nutrite, diventano più vigorose, sane e produttive; le foglie fotosintetizzano meglio e acquisiscono un colore più brillante; le fragole diventano anch’esse più belle e anche più dolci, con un grado Brix più alto. Tutto merito della possibilità che questo impianto ci offre di bilanciare la soluzione nutritiva soddisfacendo in pieno, in ogni momento, i fabbisogni nutrizionali della fragola».
Tempestività
Regola fondamentale per il buon esito della fertirrigazione è avviarla presto, già 10-15 giorni dopo il trapianto, ai primi di ottobre, delle piantine fresche, sottolinea Graziano Lascaro.
«Nella fase di crescita vegetativa è importante garantire una buona disponibilità di azoto. Oltre che di azoto, la fragola ha bisogno, nelle giuste quantità, di fosforo, potassio, calcio, magnesio e microelementi, per preparare e strutturare la pianta e sostenere la successiva produzione. È sempre opportuno evitare tanto le carenze quanto l’eccesso di nutrienti che determina sulla pianta stress salino più o meno grave e pesa in termini di impatto ambientale. In particolare con l’azoto non bisogna né scarseggiare, per evitare la crescita stentata, né esagerare, perché la sua sovrabbondanza favorisce eccessiva vigoria delle piante, ritardo della maturazione dei frutti, formazione di frutti deformi o molli con ridotta shelf life. Il potassio ha un ruolo fondamentale nel determinare l’accumulo di zuccheri e quindi la dolcezza e la qualità delle fragole, nonché il colore e la brillantezza dei frutti, perciò la sua disponibilità, in un rapporto corretto K:Ca:Mg, è fondamentale soprattutto nella fase di sviluppo e maturazione dei frutti. La carenza di calcio, con un alto rapporto K:Ca, favorisce lo sviluppo del Tip Burn sui margini fogliari, che, se elevato, impedisce parzialmente una normale fotosintesi».
L’acqua
I Lascaro prelevano l’acqua dalla condotta del Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto e solo in caso di emergenza da un pozzo aziendale, la cui acqua, per la vicinanza del mar Jonio, è però leggermente salmastra, con una conducibilità elettrica (EC) pari a circa 1.600 µS/cm. L’acqua arriva dal consorzio alla pressione di 2,5-3 bar, con EC pari a circa 800 µS/cm e pH 7-7,5, sporca di limo, alghe e impurità e inizia il suo “viaggio” nel sistema di fertirrigazione che Graziano così illustra.
«L’acqua passa in due filtri a dischi: quando il primo, filtrando, si sporca, automaticamente si abbassa la pressione dell’acqua: allora esso si autolava e la pressione ritorna quella iniziale. Mentre un filtro si autopulisce l’altro lavora, e poi viceversa. Un contalitri informa il computer dell’impianto su quanta acqua sta passando. Un agitatore meccanico immette aria nelle vasche e ne smuove il contenuto (nitrati, solfati, acidi, ecc.) rendendolo uniforme. L’acqua passa nel sistema di fertirrigazione, che forma la soluzione preimpostata sul computer dell’impianto. Cinque canali dosatori dosano in maniera proporzionale la soluzione, cioè in litri/m³ di acqua. La soluzione nutritiva, che ha una EC variabile da 1.600 a 2.000 µS/cm e pH acidificato quanto basta per facilitare l’assorbimento dei nutrienti da parte delle piante di fragola, viene mandata in linea, grazie all’apertura automatica dell’idrovalvola di settore, fino alle manichette che, a due per bina, servono le piantine di fragola, e rimane costantemente in linea fino al termine dell’intervento fertirriguo. Questa operazione l’impianto la ripete per tutte le 20 valvole che servono i 20 settori aziendali».
Il turno
La fertirrigazione viene effettuata in genere una volta alla settimana, sino alla fine della raccolta.
«Tuttavia, se necessario, riduciamo l’intervallo a seconda dell’andamento climatico, in particolare quando le temperature crescono, e delle esigenze della pianta che variano in base alle diverse fasi fenologiche – puntualizza Raffaele Lascaro –. In autunno, inverno e inizio primavera sicuramente un intervento alla settimana, ad aprile e maggio anche due o tre volte alla settimana, curando però di frazionare in quei due o tre interventi grosso modo la stessa quantità di fertilizzanti che somministriamo nella stagione fredda. Di questi muta invece la qualità in funzione della fase fenologica».
Solo tecnologia avanzata
Per Raffaele Lascaro, 13 ha a fragola a Scanzano Jonico (Mt), è fondamentale per garantire l’efficienza della fertirrigazione in termini di aumento della produttività