Nel mese scorso, due date significative hanno evidenziato l'importanza della biodiversità. Il 22 maggio, le Nazioni Unite hanno celebrato la "Giornata Internazionale per la Biodiversità" per ricordare l'adozione della Convenzione sulla Diversità Biologica del 1992. Inoltre, il 20 maggio, l'Italia ha osservato la "Giornata Nazionale per la Biodiversità di Interesse Agricolo e Alimentare", istituita nel 2015 con la legge 194. Queste ricorrenze mirano ad aumentare la comprensione e la consapevolezza dei problemi legati alla biodiversità, un elemento cruciale per la sicurezza alimentare.
Nonostante la sua importanza, la parola biodiversità è entrata nella Costituzione italiana solo nel febbraio del 2022. La Repubblica ora tutela "l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni".
Le sfide dell'agricoltura moderna
Nel secolo scorso, la Rivoluzione Verde ha aumentato le produzioni agricole e mantenuto bassi i prezzi degli alimenti, ma ha anche comportato un aumento dei consumi energetici e una riduzione dell'agrobiodiversità. Si stima che il 75% delle varietà coltivate sia andato perduto.
Oggi, l'agricoltura deve affrontare nuove sfide: l'aumento della popolazione, i cambiamenti climatici, la migrazione dalle zone rurali, l'inquinamento, la competizione per l'acqua e la perdita di terreno produttivo. In questo contesto, le colture protette giocano un ruolo cruciale. Queste colture, infatti, possono contribuire alla tutela della biodiversità, riscoprendo e reintroducendo varietà antiche, spesso accantonate durante la Rivoluzione Verde.
Il ruolo delle colture protette
Le piante coltivate in serra godono di numerosi vantaggi rispetto alla coltivazione in pien'aria. Sono meno soggette a stress termici, idrici, nutrizionali e chimici, nonché a danni meccanici da eventi meteorologici. Inoltre, subiscono meno attacchi da agenti patogeni e fitofagi.
Questi benefici si riflettono nell'aspetto generale delle piante in serra, che mostrano una maggiore integrità e sanità dei vari organi, un'espansione ottimale della lamina fogliare e un turgore dei tessuti superiore. Di conseguenza, la produzione di frutti è migliore e più abbondante.
Le colture protette rappresentano quindi una strategia efficace per proteggere e promuovere l'agrobiodiversità.