Fisiopatie e nutrizione

È importante approfondire i disordini fisiologici poiché a volte piccoli accorgimenti agronomici potrebbero aiutare l’agricoltore a guadagnare di più senza impegnarsi ad aumentare la produzione

Spesso le fisiopatie sono riconducibili a disordini della nutrizione minerale; altre volte, i fattori responsabili dei disordini fisiologici sono di natura ambientale; oltre alle numerose cause biotiche (patogeni e parassiti) e abiotiche.

Si parla così di fisiopatie o disordini fisiologici, generati da stati di sofferenza della coltura che inducono modificazioni morfologiche o cromatiche nella pianta e/o nel frutto. Ne consegue una produzione stentata e/o bacche di bassa qualità, fino a renderle invendibili.
Se diagnosticati precocemente, alcuni disordini come le carenze nutrizionali possono essere risolti con opportuni interventi correttivi. In altri casi, soprattutto quando sono colpiti i frutti, non esistono di fatto trattamenti curativi e gli interventi sono esclusivamente di natura preventiva.

È importante approfondire questi aspetti poiché a volte non ci si rende ben conto di quanto piccoli accorgimenti agronomici potrebbero aiutare l’agricoltore a guadagnare di più senza impegnarsi ad aumentare la produzione. Alla raccolta, non è raro trovare dei frutti che verranno poi scartati a causa di marciume apicale, spaccatura, scatolatura, blotchy, ecc.; tutte fisiopatie che a fine ciclo colturale possono pesare fino anche oltre il 10-20% di frutti effettivamente prodotti ma poi scartati.

Spesso questi frutti restano per terra dentro la serra e l’agricoltore non ha un’idea precisa del loro valore totale. Pertanto recuperare anche solo la metà di questo scarto può “gratuitamente” far aumentare la produzione del 5-10%.

Le più importanti fisipatie a carico dei frutti

Sono il marciume apicale, la spaccatura e i difetti di maturazione o maturazione disforme. Alcuni di questi, in particolare il marciume apicale, sono stati oggetto di moltissimi studi sperimentali e la loro eziologia è ben definita. Per altre, come per esempio la maturazione a chiazze, le basi fisiologiche sono invece meno chiare, anche per la difficoltà a riprodurre sperimentalmente il problema.

Il marciume apicale (in inglese “blossom end rot” o BER) è una fisiopatia che colpisce la porzione distale della bacca a causa della carenza localizzata di calcio (Ca). Si presenta come una lesione di colore variabile dal grigiastro scuro al necrotico che rende il frutto invendibile.

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Yellow shoulder o spalla gialla.

Il frutto viene colpito nei primi stadi di sviluppo, anche se il danno si nota solo più avanti; in alcuni casi, la necrosi non è visibile esternamente.

Spesso il BER non è una conseguenza di effettiva carenza di Calcio in fertirrigazione, bensì uno scompenso fra la velocità di traslocazione del Calcio nella porzione distale del frutto e la velocità di crescita del frutto stesso.

I frutti sono particolarmente suscettibili alla deficienza di Calcio nel periodo che intercorre tra la prima e la seconda settimana dopo l’allegagione. È un disordine frequente nelle serre dell’ambiente mediterraneo, dove spesso si hanno sbalzi nell’umidità del terreno (o del substrato in fuori suolo) o condizioni di elevata traspirazione fogliare a causa dell’alta temperatura, dell’elevata radiazione e della bassa umidità relativa (UR). Si manifesta pertanto principalmente in periodi caldi in cui le elevate temperature inducono un rapido accrescimento dei frutti. Il marciume apicale interessa soprattutto le colture primaverili estive e le varietà a frutto grosso o allungato.

Il Calcio è un elemento che nella pianta si sposta con l’acqua nel flusso evapotraspirativo. Perciò si concentra nelle porzioni a maggior densità di stomi, ossia nelle foglie. Inoltre, all’interno del frutto, la porzione prossimale (vicino al peduncolo) ha sempre una concentrazione di Calcio maggiore rispetto alla porzione distale. In condizioni di alta temperatura e bassa umidità relativa, il deficit di umidità dell’ambiente aumenta, causando una maggior evapotraspirazione fogliare che dirotta acqua e calcio verso le foglie, attraverso i vasi xilematici. Pertanto la combinazione più “pericolosa” per il BER si realizza proprio in concomitanza di ambiente caldo e secco poiché, sia il frutto cresce rapidamente, sia la foglia traspira abbondantemente, sottraendo Calcio al frutto stesso.

Al fine di evitare o contenere il BER, già nei mesi precedenti al previsto picco di calore, l’obiettivo della gestione colturale in serra è quello di prevenire le condizioni che limiteranno l’assorbimento di calcio. La maggior sensibilità del frutto al BER si estende fino alla terza settimana dopo la fioritura, ossia nel periodo di massima divisione cellulare.

Interventi correttivi

Le cause del BER sono molteplici, per cui è necessario agire su più fronti per ridurne l’incidenza:

1 – gestione della pianta, ovvero avere una pianta equilibrata, defogliazione regolare, evitando l’eccesso di numero di foglie rispetto al carico dei frutti, ridurre il carico dei frutti (pruning o potatura del grappolo), favorire un apparato radicale abbondante ed uniformemente distribuito nel substrato di coltivazione per il fuori suolo o nel terreno, controllo delle patologie radicali;

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Spaccatura.

2 – gestione della fertirrigazione, ovvero gestire l’irrigazione in modo di favorire l’ossigenazione radicale nel substrato e/o nel terreno, evitare i ristagni d’acqua sul fondo del substrato in fuori suolo e nel terreno, gestione del drenaggio in modo uniforme durante la giornata irrigua in fuori suolo, EC del substrato ridotta nelle ore più luminose per il fuori suolo, modificare il bilanciamento degli elementi nutritivi: riduzione di potassio (K) e magnesio (Mg) a favore del calcio (Ca), ed eliminazione dell’Azoto ammoniacale (NH4+), apportare parte del Ca sotto forma di cloruro (CaCl2), se necessario effettuare delle applicazioni fogliari con prodotti contenenti calcio, anche da cloruro;
3 – gestione del clima in serra con ombreggiamento o imbiancatura della copertura della serra per ridurre l’input energetico apportato dalla luce solare, temperatura media 24 ore < 22-23°C, umidificare l’ambiente con “Fog system” o microspruzzatori, gestire l’apertura o la chiusura delle finestre in modo da trattenere l’umidità in serra fino al raggiungimento di 28-30°C, oltre cui è bene aprire e ventilare per disperdere il calore in eccesso

Maturazione disforme

I frutti di pomodoro sono spesso interessati da un difetto della maturazione. Questa fisiopatia presenta diverse varianti, che spesso sono poco distinguibili e/o si presentano insieme: maturazione a chiazze (Blotchy Ripening), parete grigia (Gray Wall), spalla gialla o verde (Yellow Shoulder).

In molti casi, la colorazione rossa non si sviluppa in modo uniforme sulla superficie del frutto per un’alterazione della sintesi del pigmento rosso, il licopene; la superficie così rimane verde oppure gialla, quando prevale la presenza del beta-carotene.

Le anomalie nella maturazione dei frutti sono più frequenti nelle colture primaverili e la loro comparsa generalmente si associa a:

  • eccessive concimazioni azotate e/o irrigazioni;
  • ridotta concentrazione di potassio nel terreno o nella soluzione nutritiva (colture fuori suolo o fertirrigate su suolo);
  • clima variabile, soprattutto dal punto di vista della radiazione (per esempio, periodi soleggiati alternati a periodi nuvolosi);
  • alta temperatura, soprattutto se associata a una ridotta luminosità.

Queste fisiopatie si presentano prevalentemente in due periodi della stagione: primavera ed estate. In primavera è dovuto alla combinazione di eccesso di foglie grandi, alta umidità (condizioni vegetative) e alto fabbisogno in potassio a causa dell’elevato carico di frutti. In estate, invece, è l’elevata temperatura e l’esposizione alla forte radiazione solare ad alterare la colorazione della bacca.

In primavera, cosa si consiglia:

  1. evitare l’impostazione della pianta vegetativa;
  2. asportare regolarmente le foglie basali iniziando 3-4 settimane prima della raccolta;
  3. asportare 2-3 foglie intermedie per favorire la circolazione d’aria dentro la chioma;
  4. aumentare l’apporto di potassio;
  5. sostituire parte del Nitrato di potassio con Solfato e/o Cloruro di potassio;
  6. ridurre gli input che aumentano la pressione radicale (es. irrigazioni in prossimità di alba e tramonto);
  7. migliorare la circolazione dell’aria con impianti di destratificazione e/o deumidificando con un’adeguata combinazione di riscaldamento e apertura delle finestre.

In estate, invece si consiglia:

  1. evitare l’impostazione della pianta generativa;
  2. proteggere i frutti dalla radiazione solare, mantenendo sulla pianta un maggior numero di foglie;
  3. sostituire parte del Nitrato di potassio con Solfato e/o Cloruro di potassio;
  4. irrigazioni brevi e frequenti per compensare la forte evapotraspirazione e mantenere una efficiente attività della superficie fogliare;
  5. ombreggiare la copertura della serra con calce o schermi ombreggianti;
  6. ridurre la temperatura media.

La spaccatura

La spaccatura (Cracking e Splitting), radiale o concentrica, dei frutti è un problema assai grave che interessa soprattutto le colture estive in pieno campo e i frutti in via di maturazione. La spaccatura colpisce soprattutto i frutti al momento dell’invaiatura, ma può interessare anche i frutti giovani, anche se si rende palese solo più avanti nello sviluppo sotto forma di microfessure della cuticola (in inglese, la spaccatura cuticolare è nota con il termine Russetting).

Le cause di questa fisiopatia sono riconducibili al rapido ingresso dell’acqua nel frutto associato a una ridotta elasticità della buccia; È l’aumento della pressione idrostatica dei frutti che ne provoca la rottura.

Un periodo caldo-siccitoso seguito da abbondanti piogge, oppure una forte escursione termica tra il giorno e la notte sono le condizioni che più favoriscono la spaccatura dei frutti in pieno campo o in serra, soprattutto nelle varietà a frutti grossi. Altre condizioni favorevoli alla spaccatura sono il ridotto carico di frutti per pianta, l’esposizione diretta delle bacche alla luce solare e l’eccessiva defogliazione.

Erroneamente il coltivatore è portato a pensare che sia la presenza di condensa o bagnatura sui frutti a causare la fessurazione. In realtà frutti umidi potrebbero non fessurarsi come anche frutti asciutti potrebbero spaccarsi.

La soluzione di questo problema va cercata nell’equilibrio fra assorbimento radicale ed evatraspirazione fogliare: Se la traspirazione fogliare è inibita da bassa temperatura e/o alta umidità nel momento in cui si inizia ad irrigare, i frutti si spaccano.

Consigli per ridurre la spaccatura dei frutti:

  1. mantenere un numero di frutti medio-alto;
  2. mantenere un numero di foglie medio-alto;
  3. iniziare l’irrigazione appena dopo che la traspirazione fogliare sia effettivamente iniziata;
  4. anticipare l’ultima irrigazione a ridosso del tramonto;
  5. mantenere la EC del substrato (in fuori suolo) medio-alta;
  6. deumidificare dopo l’alba con apertura graduale delle finestre, evitando di colpire la parte alta della pianta con aria fredda esterna e applicare un leggero riscaldamento;
  7. azionare i sistemi di circolazione dell’aria o di destratificazione.
Fisiopatie e nutrizione - Ultima modifica: 2019-05-31T10:12:45+02:00 da Lucia Berti

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