L’analisi del terreno per le colture orticole in serra è un operazione essenziale, perché fornisce dati ed indicazioni chiari sulla concentrazione degli elementi nutritivi presenti nel terreno e nella soluzione nutritiva circolante del suolo. Con il metodo dell’analisi dell’estratto acquoso è possibile farla a costi contenuti ed in modo efficace.
Le colture orticole, in particolare quelle a foglia, come la rucola, il basilico, il lattughino, lo spinacino, la valeriana, ecc., e anche il ravanello, sono delle colture che prediligono terreni leggeri e ben drenati, come quelli sabbiosi, e spesso sono piante caratterizzate da un apparato radicale poco profondo (circa 10-15 cm), condizioni che predispongono la gestione della nutrizione e della fertirrigazione in base al metodo dell’analisi dell’estratto acquoso del terreno.
Le motivazioni
Infatti queste colture sono coltivate in modo intensivo in serra, dove il ciclo colturale è molto rapido e varia da un minimo di 20-30 giorni ad un massimo di 60-70 giorni, in funzione della singola specie e della stagione. Il ciclo breve, unito al ridotto volume esplorato dalle radici, impone per queste colture una buona e pronta disponibilità di elementi minerali nel terreno. Eventuali squilibri nutrizionali (carenze, eccessi o rapporti sbilanciati fra i vari elementi nutritivi), anche se prontamente monitorati, non permettono di attuare in tempo eventuali concimazioni di soccorso e compromettono irrimediabilmente la qualità del prodotto finale.
Questi sono i principali motivi per cui negli ultimi anni, si sta diffondendo la tecnica dell’analisi chimica dell’estratto acquoso del terreno, molto utile per la gestione della concimazione e della fertirrigazione, in parziale sostituzione alla tradizionale tecnica dell’analisi chimica del terreno. Con questa tecnica si ha il vantaggio di avere il valore reale degli elementi nutritivi solubili presenti nella soluzione circolante del terreno stesso.
Negli ultimi 10 anni, in Italia, questa tecnica di concimazione ha portato un innovazione nella fertirrigazione.
I vantaggi della fertirrigazione restano sempre gli stessi e coinvolgono diversi aspetti: essa permette di frazionare l’apporto di elementi nutritivi, di ridurre i problemi dovuti alla salinità e di migliorare la produttività delle colture. Inoltre permette di controllare il pH della soluzione nutritiva, a tutto vantaggio dell’efficacia e, aspetto ancora più importante, la fertirrigazione può fornire gli elementi nutritivi in piccole quantità, quindi assicurare una nutrizione minerale più equilibrata.
Informazioni
Per ottenere i migliori risultati è però necessario avere più informazioni possibili sul sistema “suolo/pianta”. Un metodo preciso e relativamente facile è quello dell’estratto acquoso “cosiddetto metodo Sonneveld”.
Varie esperienze pratiche di campo hanno visto la sua prima applicazione in quelle situazioni dove erano richieste una serie di informazioni, che al momento potevano essere fornite da strumenti come il tensiometro ed il lisimetro a suzione. Infatti, inizialmente la concimazione di fondo si applicava utilizzando metodi tradizionali che prevedevano, l’analisi del terreno classica e le successive concimazioni in fertirrigazione senza nessun controllo analitico successivo. La tecnica della concimazione si è poi evoluta, grazie al metodo dell’analisi chimica dell’estratto acquoso del terreno, che assieme all’ausilio dell’utilizzo del software di calcolo GREEN-FERT elaborato da Luca Incrocci dell’Università di Pisa, è risultato essere una tecnica facile e molto utile per valutare e gestire la fertilità del terreno e impostare così, sia la concimazione di fondo che la fertirrigazione. L’applicazione pratica della tecnica dell’estratto acquoso del terreno negli anni, ha richiesto e ha permesso di mettere a punto i valori target per le singole colture sopra citate (praticamente inesistenti in letteratura), tutto ciò sia per la concimazione di base che per la fertirrigazione, individuando per i nostri areali quelli più ottimali.
Nella pratica si evidenziano due vantaggi nell’utilizzo di questo metodo:
1) Il primo è quello di avere una maggiore standardizzazione della qualità della produzione, punto fondamentale per produrre un prodotto di qualità da destinare alla IV gamma e alla GDO;
2) Il secondo riguarda la rapidità, rispetto alla classica analisi chimica del suolo, con cui si riesce a ottimizzare la concimazione di fondo e le successive fertirrigazioni.
Inoltre, il metodo dell’estratto acquoso è comodissimo, infatti grazie all’utilizzo del software di calcolo GREEN-FERT, sopra citato, è possibile mettere a punto con facilità la concimazione di fondo e di copertura e memorizzare i dati per le diverse colture e le diverse annate di coltivazione.n
La concimazione in base all’estratto acquoso nelle orticole
Una tecnica innovativa importante per la gestione della concimazione e della fertirrigazione per le culture orticole