Lotta integrata ai nematodi su anguria e melone

anguria
Radici con galle
Applicata con successo contro Meloidogyne incognita su 25 ettari a Roseto degli Abruzzi (Te).

Mantenere l’infestazione di nematodi al di sotto della soglia di danno, puntando quindi non a eradicarne la popolazione, ma a contenerla. Adottando tale strategia, fondamentale nella lotta contro i nematodi, James T. Tambe, nematologo titolare della Plant Research Srls di Macerata, è riuscito a ridurre notevolmente la presenza di Meloidogyne incognita su 25 ettari coltivati da tre agricoltori ad anguria e a melone in agro di Roseto degli Abruzzi (Te), mantenendola a un livello pienamente tollerabile dalle piante in campo. Di tale esperienza, durata cinque anni (dal 2009 al 2014), Tambe ha riferito in occasione del XII Convegno nazionale della Società italiana di Nematologia.
Il contesto
«Cinque anni fa mi sono trovato di fronte a un’emergenza fitosanitaria, causata da nematodi, complessa da risolvere. Tre agricoltori di Roseto degli Abruzzi, che coltivavano ad anguria e melone quattro appezzamenti di terreno, stavano per abbandonare le due colture perché queste da alcuni anni accusavano una diminuzione progressiva nel tempo e molto importante delle rese. I terreni erano destinati da diversi anni a monocoltura delle due cucurbitacee e risultavano letteralmente infestati da Meloidogyne incognita, un nematode che attacca le radici della pianta ospite: queste diventano nodose e sviluppano galle, da ciò il nome “root-knot” con cui il nematode viene identificato».
Durante il ciclo colturale, ha aggiunto Tambe, gli agricoltori erano soliti operare «con i seguenti accorgimenti: per ottenere una buona qualità organolettica sia delle angurie sia dei meloni utilizzavano piante innestate su zucca, adottando quindi portainnesti che sono solo tolleranti ai nematodi; prima della lavorazione dei terreni per il trapianto compivano un sovescio con rafano (Raphanus raphanistrum var. sativa) della varietà Karakter, che è noto per la buona efficacia nematocida; durante la coltivazione eseguivano tre interventi con un nematocida di origine microbiologica a base del fungo antagonista Paecilomyces lilacinus e un intervento con un nematocida di sintesi a base della sostanza attiva oxamyl. Evidentemente, però, queste attenzioni non si sono dimostrate sufficienti».

Leggi l’articolo completo su Colture Protette n. 2/2017  L’Edicola di Colture Protette

Lotta integrata ai nematodi su anguria e melone - Ultima modifica: 2017-02-10T12:38:32+01:00 da Lucia Berti

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