Strutture più alte, finestratura a due livelli e spazi interni adeguati ad una migliore movimentazione delle macchine, rappresentano le caratteristiche degli apprestamenti protetti che gli orticoltori e i vivaisti chiedono ai costruttori di serre.
«L’esigenza principale – ci riferisce Raffaele Pepe, orticoltore dell’agro nocerino sarnese – è quella di avere un ambiente di coltivazione che da un lato garantisca le migliori condizioni climatiche per la coltura e dall’altro sia favorevole alla produttività del lavoro, consentendo anche una migliore organizzazione della manodopera».
Specifiche esigenze
Per rispondere a questa richiesta alcuni costruttori di serre, come i titolari dell’azienda “Officine Liguori” di Sarno (Sa), hanno studiato delle soluzioni ad hoc, secondo le specifiche esigenze, come ci spiega il titolare dell’azienda Domenico Liguori.
«Partendo dai bisogni dei produttori abbiamo progettato delle soluzioni innovative e in grado di migliorare notevolmente le performances produttive aziendali. Il nostro obiettivo è quello di creare il miglior ambiente climatico sia per le coltivazione sia per i lavoratori. Per questo proponiamo delle serre – tunnel alte fino a 6 metri al colmo, che rappresenta l’altezza massima consentita per legge. In questo modo si ottengono cubature maggiori che consentono, grazie alla migliore circolazione dell’aria all’interno dell’ambiente protetto, svariati benefici».
Gestire il volume
Il maggior volume degli ambienti protetti va adeguatamente gestito con uno studio appropriato delle aperture per garantire la corretta circolazione dell’aria.
«Operando in ambienti molto voluminosi dotati di idonee aperture – continua Liguori – si ottengono diversi vantaggi: migliore circolazione dell’aria, minori sbalzi termici e riduzione delle esigenze climatizzanti sia in inverno che in estate. A ciò va aggiunta anche la maggiore luminosità che si rileva all’interno della serra».
Con le tradizionali aperture, collocate nella parte bassa delle serre, non si riesce ad ottenere una buona climatizzazione interna, come ci spiega il nostro interlocutore.
«Nei tradizionali tunnel–serra l’aria calda, risalendo verso l’alto per la minore densità rispetto a quella fredda, resta intrappolata nell’ambiente protetto. Le aperture laterali poste in basso non riescono ad allontanare adeguatamente le masse di aria calda che, paradossalmente, diventano dannose poiché incrementano l’umidità all’interno dell’apprestamento protetto, in particolare a livello del terreno, favorendo lo sviluppo di patogeni».
Doppia apertura
La presenza di una doppia apertura, una in basso e l’altra in alto a circa 2,5 metri di altezza, consente di gestire al meglio la circolazione dell’aria, favorendo l’allontanamento di quella calda.
«La sola apertura in basso – aggiunge il nostro interlocutore – non agevola le coltivazioni né in inverno tantomeno in estate, soprattutto quando si tratta di specie che crescono in altezza. In inverno l’aria fredda entra dalle aperture investendo le piante situate sui laterali con conseguenze negative che determinano uno sviluppo e una produzione difforme; in estate, invece, l’aria incontrando le piante non riesce a muoversi adeguatamente verso l’interno dell’ambiente protetto producendo ugualmente delle situazioni di scarsa uniformità di crescita, soprattutto a svantaggio delle piante situate nella zona più interna. Con la presenza di aperture in alto tutto ciò non si verifica, poiché l’aria viene allontanata nella zona alta consentendo di migliorare il clima in tutta la serra in modo uniforme».
Circolazione dell’aria
Le aperture in basso, quindi, andrebbero utilizzate solo in aggiunta a quelle in alto, per aumentare la circolazione dell’aria nei periodi più caldi.
«La corretta gestione della circolazione d’aria all’interno delle serre–tunnel – precisa Liguori – a fronte di un costo suppletivo per la realizzazione delle doppie aperture e di strutture di maggior volume, stimabile in un + 10%, garantisce, in conseguenza delle migliori condizioni climatiche, un risparmio in termini di trattamenti per la difesa dai patogeni, una migliore allegagione e conseguente aumento della produzione e una maggiore uniformità della coltivazione».
Altro aspetto da non sottovalutare è rappresentato dalla maggiore produttività del lavoro e dalla possibilità di gestire le maestranze con più elasticità.
«Nelle ore più calde della giornata abbiamo registrato uno scarto di 5-6 °C tra gli ambienti protetti con strutture tradizionali e quelli con le nuove strutture – sottolinea Pepe–. Questo consente all’imprenditore agricolo di aumentare l’efficienza produttiva e garantisce maggiori margini di gestione e organizzazione del lavoro degli operai in azienda».
Le innovative strutture proposte sul mercato presentano anche un’altra novità: il salto di passo interno non più di 2,5 metri ma di 5 metri.
«Ciò è reso possibile dall’impiego di una capriatina di sostegno – specifica il costruttore di serre – che garantisce la stabilità della struttura, pur in presenza di un minor numero di pali di sostegno. Questa scelta avvantaggia gli operatori che possono svolgere le operazioni di lavorazione del terreno con maggiore facilità ed entrare negli apprestamenti protetti anche con macchine di grande dimensione riducendo i costi di movimentazione manuale dei prodotti».
Va infine evidenziato che il tunnel – serra, con il telo di forma semicircolare che aderisce alla struttura in tutta la sua totalità, garantisce una maggiore stabilità rispetto alle tradizionali strutture a doppia capriata tralicciata.
«Queste ultime, tra l’altro, hanno anche un costo più elevato per la maggiore quantità di materiale utilizzato».