Cosa succederà al florovivaismo dopo la pandemia

florovivaismo dopo la pandemia

Cosa succederà al florovivaismo dopo la pandemia da Covid-19? Il futuro resta incerto, ma sembra opportuno porsi qualche domanda e provare a fare delle previsioni, alla luce della situazione attuale.

La quiete dopo la tempesta

Come i nostri lettori sapranno, il 2020 è stato un anno terribile per il florovivaismo. La pandemia e il conseguente lockdown hanno annullato feste, eventi, cerimonie e fiere, danneggiando pesantemente un settore già in difficoltà.

Poi la situazione è andata migliorando: il Natale e i primi mesi del 2021 sono stati piuttosto positivi, eccezion fatta per il comparto del fiore reciso. La giornata della donna e la festa della mamma, unite agli esoneri contributivi e agli aiuti stanziati dal governo (seppure non sempre sufficienti), hanno dato una boccata d'ossigeno ai florovivaisti. Ma i nodi da sciogliere sono ancora numerosi.

Prima e dopo Covid

Secondo Aldo Alberto, presidente dell'associazione Florovivaisti Italiani, «gli ultimi anni non sono stati positivi per il settore. Il florovivaismo italiano ha dovuto affrontare una forte concorrenza e, a volte, degli eccessi di produzione dovuti alla logica del fatturato a tutti i costi. Ciò è devastante e ha portato spesso a indebitamenti e fallimenti che hanno danneggiato l'intera filiera».

Nel 2020, qualcosa è cambiato. A partire dai prezzi. «Ho l’impressione – continua Alberto – che la crisi pandemica ci abbia fatto capire quanto lavorare senza margini sia sbagliato, pericoloso e fallimentare. Negli ultimi mesi, nei principali areali produttivi c'è stato un forte tentativo, spesso riuscito, di alzare i prezzi che erano bloccati ormai da decenni».

«Bisogna parlarne ed enfatizzare questa scelta di moltissime aziende e comparti» prosegue. «Anche questo può servire a creare una consapevolezza attorno all’assoluta necessità di aumentare la marginalità dei produttori florovivaistici e a dare ulteriormente forza a una consapevolezza ormai diffusa».

Uno sguardo al futuro

Per i florovivaisti, i costi di produzione non accennano a diminuire. «I prezzi delle più importanti materie prime sono in crescita. Al contempo, dobbiamo investire nell'innovazione per diminuire l’impatto ambientale della produzione, come richiesto dalla politica agricola comunitaria. Ma non possiamo riuscirci contando solamente su finanziamenti e Psr. Dobbiamo inevitabilmente aumentare la redditività delle nostre aziende».

«Non è una sfida facile – conclude – ma possiamo riuscirci se impariamo a lavorare insieme, puntando sulle nuove generazioni, aggregando obiettivi comuni e politiche di sviluppo. I momenti difficili spesso provocano reazioni che portano allo sviluppo. Non dobbiamo perdere il momento, ma sfruttarlo per provare a ripartire con logiche vincenti. Aumentiamo le collaborazioni, definiamo strategie utili a tutto il comparto e lavoriamo insieme»!

Cosa succederà al florovivaismo dopo la pandemia - Ultima modifica: 2021-05-13T08:32:36+02:00 da Paola Cassiano

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