Gli arrivi di fiori stranieri in Italia sono aumentati in quantità del 47%, soprattutto per effetto delle triangolazioni dall’Olanda. Queste consentono l’arrivo nel nostro paese, e quindi anche in Puglia, di prodotti coltivati in paesi extracomunitari, dove spesso non sono rispettate le stesse regole europee in materia di tutela dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori. È quanto ha denunciato con forza Coldiretti Puglia, in occasione del tavolo florovivaistico regionale a cui hanno partecipato gli operatori del settore, insieme con il direttore regionale, Pietro Piccioni, e il presidente di Assofloro, Nada Forbici. Peraltro in Puglia alle difficoltà create al florovivaismo regionale da queste importazioni selvagge si aggiungono quelle determinate dall’epidemia da Xylella fastidiosa, a causa della quale il comparto florovivaistico pugliese ha perso in volume il 15% della produzione nel decennio 2014-2023, a seguito delle restrizioni in termini di produzione, movimentazione ed esportazione. Senza dimenticare che sui bilanci delle aziende florovivaistiche incidono anche l’impennata dei costi di produzione legata alle tensioni internazionali e gli effetti dei cambiamenti climatici.
Concorrenza estera sleale “guidata” dall’Olanda
Sul comparto florovivaistico pesa soprattutto la concorrenza sleale dall’estero “guidata” dall’Olanda, che importa fiori da paesi extracomunitari per rivenderli sul mercato comunitario, ha affermato Piccioni.
«Si tratta di fiori, come le rose del Kenya o della Colombia, che vengono coltivati grazie allo sfruttamento di minori e di donne, oltre che con l’impiego di prodotti fitosanitari vietati in Europa da decenni. L’Olanda rappresenta il principale fornitore dell’Italia, con oltre i due terzi delle importazioni totali e un incremento delle vendite del 55% in quantità nel 2023, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat».
Grosse difficoltà per l’esportazione
Al contrario, ha rilevato Piccioni, aumentano le difficoltà per l’esportazione di prodotti florovivaistici pugliesi.
«Continua ad allungarsi l’elenco delle specie per le quali vige l’obbligo di inserire il codice di tracciabilità nei passaporti delle piante, anche se grazie all’impegno di Coldiretti è stato rinviato al 1° luglio 2025 per le specie Lavandula angustifolia, Lavandula x intermedia, Lavandula latifolia, Lavandula stoechas e Salvia rosmarinus. Questa ulteriore tegola per il comparto florovivaistico, nonché per gli uffici fitosanitari sul territorio, sta mettendo a rischio sia la ripartenza produttiva nelle aree colpite dalla Xylella sia la tenuta delle aziende florovivaistiche pugliesi sui mercati interni ed esteri».
Florovivaismo pugliese, danni di immagine da Xylella
Sono infatti gravi i danni di immagine causati al florovivaismo pugliese dall’epidemia di Xylella, in particolare per l'esportazione, anche se spesso l'epiemia viene usata come scusa per bloccare ingiustificatamente fiori e piante in vaso pugliesi e, più in generale, italiani.
«La Direzione Generale della Salute dell’Unione europea era già intervenuta mettendo in mora il governo britannico dopo l’annuncio di nuovi requisiti da esso richiesti ai paesi in cui è nota la presenza della Xylella, come l’obbligo di parametri più rigorosi per l'importazione di piante di olivo, mandorlo, lavanda, rosmarino e oleandro, come le ispezioni del luogo di produzione e dell'area circostante, i test, le ispezioni pre-esportazione e un periodo di quarantena di un anno prima dell'importazione. L’esportazione di prodotti pugliesi viene colpita da blocchi e misure restrittive giustificati ufficialmente dal rischio della diffusione di malattie e parassiti delle piante, che tuttavia non trova spesso riscontro nella realtà e cela politiche protezionistiche. È una vera e propria guerra commerciale sommersa che nasconde spesso la volontà di difendere interessi locali per aggirare anche accordi internazionali sul libero scambio».