Coltivare la Peonia in zone non proprio “vocate” per questa specie è la scommessa dell’azienda “Del Gaudio” che a Scafati ha impiantato circa 15 mila m2 di Peonia sia in pieno campo sia in coltura protetta.
«Si tratta di una specie che ha un certo fabbisogno in freddo – dice Giovanni Del Gaudio che con il fratello Sebastiano conduce l’azienda. Pertanto, in Campania è coltivata soprattutto nelle aree interne, in provincia di Avellino. Tuttavia, dopo una visita con alcuni colleghi romani agli impianti che si trovano ad Hyeres, nel sud della Francia tra Marsiglia e Cannes, ci siamo convinti che sarebbe stato possibile coltivare con successo alcune varietà anche nei nostri ambienti colturali, considerato che gli andamenti termici sono più o meno simili».
Così, i fratelli Del Gaudio, hanno prima seguito l’iniziativa dei floricoltori romani che hanno iniziato a testare la coltivazione di alcune varietà a basso fabbisogno in freddo circa 5 anni fa e poi, dopo un paio d’anni, hanno impiantato la specie nell’area floricola campana a confine tra le province di Napoli e Salerno e i primi risultati appaiono confortanti.
«La scelta della varietà adatta all’ambiente di coltivazione è il primo passo, fondamentale per ottenere dei buoni risultati produttivi – aggiunge Giovanni. Successivamente, la gestione della pianta è importante per conseguire produzioni costanti e ottimali nel corso degli anni. L’impianto di peonia, infatti, è pluriennale e si possono ottenere buoni risultati per una decina d’anni, prima di procedere al reimpianto».
La corretta gestione delle piante passa attraverso una equilibrata raccolta.
«Per ottenere una buona formazione di gemme ogni anno – spiega Sebastiano – bisogna lasciare un adeguato “polmone verde”. Ciò si ottiene raccogliendo solo una parte dei fiori e la quantità di “verde” da lasciare è collegata alla varietà. Nella nostra azienda ci regoliamo sia in base ai suggerimenti dei tecnici olandesi, che sono maestri della coltivazione di peonia, sia in base ai risultati che sono stati conseguiti dai nostri colleghi nell’area a sud di Roma, tenendo in debito conto che la media dei valori termici della nostra area di coltivazione è almeno di 2°C maggiore della loro».
La raccolta
La raccolta inizia in serra a fine marzo e dopo circa tre settimane sotto rete e in pieno campo completandosi a metà maggio.
«Il periodo di raccolta è di circa 45 giorni – aggiunge Giovanni Del Gaudio. Le varietà coltivate presentano colori che vanno dal bianco, al bianco sfumato di rosa, rosa chiaro e scuro, corallo e rosso. L’impiego è soprattutto per gli eventi, in particolare per i matrimoni, ma il fiore di peonia è anche impiegato nella preparazione dei bouquet».
La raccolta va eseguita tempestivamente quando il fiore è ancora immaturo.
«Il fiore ha una buona durata se conservato in frigorifero, tuttavia deve essere raccolto al giusto grado di maturazione, che varia secondo la varietà. Infatti, se si ritarda, raccogliendo quando i petali iniziano ad aprirsi, non si riesce più a “mantenere”».
Anche la produzione varia secondo la varietà.
«Nei primi due anni – precisa Sebastiano Del Gaudio – non si ha produzione anche perché i pochi fiori che si producono vanno lasciati sulla pianta per formare il “polmone verde”. Dal terzo anno inizia la raccolta che varia da 3-4 steli fino a 10 steli/pianta».
Le produzioni campane sono solo in parte commercializzate sui mercati interni. «Gran parte delle nostre peonie – aggiunge Sebastiano – sono destinate all’estero, in particolare in Olanda dove le produzioni nazionali si ottengono più tardivamente. I fiori sono confezionati in “mazzi” da dieci steli, tutti dello stesso colore, legati con un elastico e messi in acqua con aggiunta di un conservante, prima di essere sistemati in frigo in attesa dell’invio sui mercati».
Gli aspetti colturali
La peonia viene impiantata tra ottobre e gennaio, sistemando un numero di rizomi variabile, secondo la varietà, tra 2 e 2,5 piante/m2 e l’investimento iniziale, soprattutto per il costo dei rizomi, è certamente piuttosto elevato.
«Prima di procedere all’impianto – ci dice Giovanni – è indispensabile arricchire il terreno di sostanza organica. L’aggiunta di sostanza organica deve essere poi ripetuta ogni anno, mentre l’apporto di elementi minerali va calibrato in funzione dei risultati dell’analisi del terreno».
Poiché la specie soffre dei ristagni idrici è bene procedere alla baulatura del terreno per la formazione di prode.
«Nelle coltivazioni di pieno campo – continua Giovanni – l’irrigazione si effettua tramite una manichetta forata che viene distesa la centro della proda; in serra, oltre all’impianto d’irrigazione basale, si ricorre anche a quello aereo per aspersione che viene azionato anche prima della raccolta per eliminare una sostanza zuccherina prodotta dal fiore».
Non è necessario l’impianto di riscaldamento, mentre un’altra soluzione adottata dai floricoltori è la copertura con rete di colore giallo.
«La rete serve a proteggere le piante dalle intemperie ed evitare danni da grandinate. Nelle coltivazioni di pieno campo è anche utile il ricorso a sistemi di sostegno delle piante. Il ricorso alla serra consente un anticipo della produzione di circa tre settimane, mentre sotto rete l’epoca di raccolta non si discosta da quella del pieno campo».
Difesa e diserbo
Una delle maggiori difficoltà che incontrano i produttori di peonia è il controllo delle erbe infestanti.
«I principi attivi consentiti per la disinfestazione dei terreni – precisa Sebastiano – è molto limitato. Pertanto, il controllo delle infestanti viene fatto manualmente o meccanicamente con un grande impegno di manodopera. Il ricorso alla manodopera, inoltre, è anche elevato nel periodo di produzione che si concentra in circa un mese e mezzo».
Altro aspetto della difesa è quello relativo al controllo dei nematodi.
«La peonia è particolarmente sensibile ai nematodi, per cui si effettua un intervento nematocida in pre–impianto che viene poi ripetuto anche negli anni successivi. Meno difficoltoso il controllo degli insetti, mentre qualche problema può creare la muffa grigia nei periodi di elevata umidità, come si è verificato nella primavera di quest’anno».