Da tempo i nematodi entomopatogeni sono noti come efficaci fattori di controllo naturale di diversi insetti dannosi che essi penetrano attivamente; a questo proposito conviene ricordare che le prime applicazioni di nematodi entomopatogeni, documentate negli Stati Uniti, risalgono agli anni 30 del secolo scorso. Recentemente un rinnovato interesse è stato rivolto in direzione di un loro impiego nel controllo di diversi fitofagi delle colture ornamentali e del verde urbano.
Le più importanti specie di nematodi entomopatogeni appartengono ai due generi Steinernema ed Heterorhabditis rispettivamente delle famiglie Steinernematidae ed Heterorhabditidae (Nematoda, ordine Rhabditida).
Entrambe vivono nel suolo e sono ubiquitarie, essendo state isolate in tutti i continenti e in diversi tipi di terreno agricolo e forestale.
L’azione
L’azione entomopatogena di questi gruppi di nematodi è legata ai batteri simbionti presenti e che da essi vengono veicolati all’interno dell’organismo dell’ospite.
I batteri liberano a loro volta tossine che sono responsabili della morte dell’insetto, creando un substrato ideale per lo sviluppo del nematode che, sull’ospite in putrefazione, può svilupparsi sino allo stadio adulto e riprodursi in grande quantità.
Pertanto i nematodi entomopatogeni sono un complesso nematode-batterio in simbiosi mutualistica. Il nematode “trasporta” il batterio e questi provvede a rendere disponibile per il nematode un substrato favorevole al suo sviluppo.
Al termine del ciclo riproduttivo le larve infettive abbandonano il cadavere dell’insetto in cerca di nuovi bersagli.
L’intero ciclo, dalla penetrazione nell’ospite alla fuoriuscita delle nuove larve infettive, dura circa 7-10 giorni a 25°C ma può variare molto non solo a seconda della temperatura ma anche in funzione della specie ospite e del ceppo di nematode.
Le larve infettive dei nematodi si disperdono sia in orizzontale che in verticale, e sia attivamente che passivamente. La diffusione attiva richiede la presenza di un film liquido ed è limitata ad alcuni centimetri mentre quella passiva, ad opera di pioggia, vento, parti di suolo od insetti, può essere anche di chilometri.
La sopravvivenza dei nematodi nell’ambiente può essere di settimane o mesi ed è maggiore nei terreni sabbiosi o limosi a bassa umidità e con temperature di 15-25°C, mentre è inferiore nei suoli argillosi ed a basse temperature. In mancanza di ospiti, gli Heterorhabditi sopravvivono meno degli Steinernematidi.
In prove di laboratorio i nematodi entomopatogeni sono risultati letali per un ampio gruppo di insetti, in campo tuttavia le prospettive di utilizzo pratico si riducono a causa delle diverse condizioni ambientali.
L’impiego dei nematodi entomopatogeni in trattamenti fogliari richiede condizioni ambientali particolari perché l’essiccazione successiva al trattamento e l’azione degli Ultra Violetti (UV) inattivano rapidamente i nematodi. Per ovviare a questi problemi occorre lavorare in giornate a clima favorevole con elevata umidità atmosferica se non addirittura pioggia leggera in corso oppure far seguire al trattamento una bagnatura.
Controllare l’oziorrinco
Gli oziorrinchi (Otiorrhynchus rugosostriatus, O. sulcatus, O. ovatus ecc.) sono coleotteri della famiglia dei curculionidi. Gli adulti sono attivi di notte quando si nutrono erodendo i margini delle foglie i fiori ed i germogli. Le larve invece si nutrono delle radici e costituiscono lo stadio più pericoloso perché in grado di compromettere la vitalità delle piante, soprattutto nel caso di specie a crescita più lenta che non sono in grado di compensare il danno radicale. Sono comprese in questo gruppo numerose specie di interesse agrario ed ornamentale (piccoli frutti, fragola, asparago, begonia, evonimo ed altre ornamentali in aiuole fiorite).
Gli adulti di oziorrinco, di colore scuro e lunghi 8-12 mm, compaiono a partire dalla primavera.
Dopo una decina di giorni dall’emergenza le femmine iniziano a deporre le uova nel terreno, nei pressi delle piante ospiti. Ogni femmina depone in media 500 uova con punte di oltre 1000. Le uova schiudono in 1-3 settimane e le larvette sgusciate iniziano a nutrirsi sulle radici più sottili. Il loro sviluppo procede nutrendosi di radici sempre più grosse, fittoni e rizomi sino anche alla parte basale di fusto e tronco. Le larve hanno una posizione a C, sono prive di arti, ma ispide, Il colore è bianco-crema, con il capo marrone lucido. Al massimo dello sviluppo possono raggiungere i 15 mm di lunghezza. L’oziorrinco sverna come larva che poi impupa in primavera appena le temperature aumentano. Le pupe sono bianche e si trovano ad una profondità di diversi centimetri. Gli adulti emergono 3-4 settimane dopo.
Le larve giovani
I nematodi entomopatogeni appartenenti alla specie Heterorhabditis bacteriophora si impiegano per la lotta biologica alle larve di oziorrinco ed altri coleotteri terricoli. Gli interventi che raggiungono gli esiti migliori sono quelli contro le larve giovani, più sensibili ed all’inizio della loro azione fitofaga. Le temperature del terreno comprese tra 13 e 30 °C rappresentano l’intervallo di lavoro di questi nematodi che trovano l’ottimo per temperature di 18-22 °C. Anche l’intervento primaverile è efficace quando le larve di oziorrinco sono più grandi ma non ancora impupate e le temperature del suolo iniziano ad essere abbastanza alte per l’azione entomopatogena.
I nematodi entomopatogeni sono attivi anche nei confronti delle larve del maggiolino (Melolontha melolontha). Queste vivono nel terreno e si sviluppano nutrendosi delle radici di diverse piante tra cui numerose colture ornamentali causando deperimenti e fallanze negli impianti.
Gli sciaridi
I nematodi del genere Steinernema sono attivi sia nei confronti dei tripidi che degli sciaridi.
La famiglia degli sciaridi comprende quei Ditteri, comunemente detti “moscerini della torba” o “dei funghi”, dei generi Lycoria, Lycoriella, Bradysia e Platosciara.
Gli adulti sono piccoli e neri e si trovano nei luoghi umidi e poco luminosi, colonizzati da alghe e funghi. Le femmine depongono 50-200 uova che schiudono in 2-3 giorni. Nel corso di 2-3 settimane si susseguono 4 stadi larvali. Le larve sono di colore traslucido con il capo nero e lunghe sino a 5 mm. Queste si impupano nel terreno e sfarfallano 3 giorni dopo. A temperature sopra i 24°C, la riproduzione è continua ed il ciclo dura 3-4 settimane, pertanto le generazioni annue possono essere molto numerose.
In condizioni più fredde ed all’aperto il ciclo dura invece 8 o più settimane.
I ditteri sciaridi si sviluppano nei substrati di coltivazione di diverse piante ornamentali e possono determinare ingenti danni alle coltivazioni. Questi piccoli moscerini, ad ampia diffusione geografica, presentano stadi larvali che si sviluppano nel substrato di coltivazione e sono i responsabili dei danni alle colture. Le larve si nutrono attivamente di teneri tessuti vegetali delle giovani radici e del colletto con danni di particolare gravità nei vivai, nei semenzali e nelle serre di radicazione, determinando uno stato di generale sofferenza nelle piantine attaccate. Inoltre, determinano un danno indiretto, sia gli adulti che le larve, dovuto al trasporto di agenti patogeni (Pythium e Phytophthora) o per l’apertura di vie di ingresso per svariate malattie. Se presenti in grande numero risultano tuttavia dannose anche per piante già sviluppate.
I nematodi entomopatogeni del genere Steinernema possono essere proficuamente utilizzati per il controllo degli sciaridi e dei tripidi con trattamenti regolari sui substrati di coltivazione. Steinernema feltiae è molto attivo a temperature di 15-20°C, mentre sotto i 10°C e sopra i 30°C perde efficacia.
I nematodi oltre ad essere molto efficaci nel controllo di diverse importanti specie di insetti dannosi alle colture, sono del tutto innocui per le specie non target e per gli animali superiori, costituendo così un importante gruppo di agenti di controllo biologico, molto utili, versatili ed in grande sviluppo applicativo. La loro applicazione è semplice e si effettua previa dispersione in acqua, che viene poi distribuita al suolo con attrezzature convenzionali.