Ucraina, addio a un fiore su tre per il caro petrolio

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Un'azienda florovivaistica su tre è costretta a ridurre le produzioni con l’esplosione dei costi delle bollette. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè presentata in occasione dell’incontro “Coltiviamo bellezza per produrre salute” alla fiera My Plant a Milano

Lo tsunami del caro energia alimentato dall’invasione russa in Ucraina con prezzi record per gas e petrolio travolge la coltivazione di piante e fiori made in Italy.

Un azienda florovivaistica su tre (31,2%) è costretta a ridurre le produzioni con l’esplosione dei costi delle bollette. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè sugli effetti dei rincari di luce, gas e carburanti che stanno mettendo in ginocchio le imprese presentata in occasione dell’incontro “Coltiviamo bellezza per produrre salute” alla fiera My Plant a Milano. Con l’appello alla pace delle aziende florovivaistiche italiane: “Mettete dei fiori nei vostri canoni”.

Il 68,8% delle imprese è in serie difficoltà

Con la spesa energetica che si è impennata del 50% i costi di produzione superano di gran lunga quelli di vendita – spiega Coldiretti – creando una situazione insostenibile. Per le orchidee servono almeno 14 ore al giorno di energia fra riscaldamento e illuminazione per almeno 20-22 gradi, mentre le rose hanno bisogno di una temperatura fissa di almeno 15 gradi e lo stesso vale per le gerbere, ma salgono anche i costi di coltivazione di ranuncoli e tulipani.

Per una serra di mille metri, evidenzia Coldiretti, la perdita netta è di 1.250 euro. E chi non riesce e far fronte agli aumenti è costretto a chiudere o a riconvertire l’attività. Il 68,8% delle imprese, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, sta facendo i salti mortali per riuscire a mantenere le produzioni.

L’emergenza energetica si riversa – sottolinea Coldiretti – non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche su carburanti per la movimentazione dei macchinari, sui costi delle materie prime, fertilizzanti, vasi e cartoni.

Crescono le spese di trasporto

Con il caro benzina, sottolinea Coldiretti, crescono poi le spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma. In questo scenario pesa il deficit logistico italiano per la carenza o la totale assenza di infrastrutture per il trasporto merci, che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro, con un gap che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea.

In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro a chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro a chilometro) e la Germania (1.04 euro), ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est come la Lettonia, la Romania la Lituania e la Polonia. Lo dice l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga (www.divulgastudi.it).

L’esplosione dei costi energetici sta quindi investendo un settore cardine per l’economia italiana, con un valore di oltre 2,57 miliardi di euro, 27.000 aziende florovivaistiche attive in Italia su 30mila ettari coltivati e 200.000 occupati.

Prandini: «acquistare fiori made in Italy»

«Occorre combattere la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero facendo in modo che piante e fiori in vendita in Italia e in Europa rispettino le stesse regole su ambiente, salute e diritti dei lavoratori» afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Che sottolinea «l’importanza di preferire in un momento difficile per l’economia nazionale le produzioni made in Italy scegliendo l’acquisto di fiori tricolori, direttamente dai produttori o da punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territorio».

Bonus verde e Pnrr

Una spinta positiva è arrivata dalla conferma nel 2022 del Bonus verde, una misura che ha permesso di creare 2,6 milioni di metri quadrati di verde nelle città fornendo ossigeno e aria pulita a oltre mezzo milione di persone ogni giorno, di piantare centomila nuovi alberi e organizzare 5400 nuovi terrazzi con piante e fiori in abitazioni, uffici e condomini.

Tra le proposte della Coldiretti c’è poi, tra l’altro, la richiesta di sbloccare 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, incentivare le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole a 25 anni attraverso la garanzia del 100% pubblica e gratuita di Ismea e riaprire i canali commerciali chiusi alle produzioni italiane per ragioni fitosanitarie.

 

 

Ucraina, addio a un fiore su tre per il caro petrolio - Ultima modifica: 2022-02-24T18:41:28+01:00 da Colture Protette

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