«Ampliare l’offerta garantendo continuità e qualità delle produzioni è stato l’obiettivo che, con mio fratello e mio cognato, ci siamo posti quando siamo subentrati nella conduzione dell’azienda floricola paterna».
È quanto ci dice Michele Gargiulo che con il fratello Aniello e il cognato Raimondo conduce la Società floricola “Gargiulo e C. s.s.” a Torre del Greco (Napoli), tra le più grandi presenti in Campania, con una superficie di circa 60 mila metri quadrati interamente coperti da serre.
«Quando fu fondata nei primi anni ‘70 da mio padre Pasquale l’azienda era composta da un unico corpo di circa 3 ettari e si coltivavano solo garofani. Poi a fine anni ‘80 mio padre iniziò a sostituire il garofano con la gerbera e alla fine degli anni ‘90, quando siamo subentrati io, mio fratello e mio cognato, abbiamo iniziato ad ampliare l’azienda e a rinnovarla».
La svolta
La svolta si ebbe con le prime misure di sviluppo agricola dell’UE che diedero l’impulso all’ammodernamento delle aziende.
«Sfruttando anche i fondi europei – spiega l’imprenditore floricolo – investimmo nella ristrutturazione delle vecchie serre, in gran parte in legno e plastica, che furono sostituite con strutture moderne in ferro e copertura in plastica, flessibile o rigida, e vetro».
A partire dal 2010 è iniziata la diversificazione verso altre specie sia per la crisi che in quegli anni colpì la gerbera sia per ampliare l’offerta di prodotti e raggiungere i mercati del centro e nord Italia.
«All’interno della serra coperta in vetro fu realizzato un impianto per la coltivazione di anthurium “fuori suolo” in canalette su perlite, ancora oggi presente e in piena produzione, mentre anche le gerbere sono per il 50% coltivate con il sistema del “fuori suolo” in vaso su substrato in fibra di cocco e l’impianto viene rinnovato già al secondo anno per un 60-70%, in modo da avere produzioni di ottima qualità».
Le produzioni
Nel corso degli anni l’azienda si è ampliata acquisendo altre strutture per la coltivazione di diverse specie floricole.
«In particolare – aggiunge Gargiulo – abbiamo rilevato un secondo corpo aziendale dove si coltiva soprattutto crisantemo “multiflora” programmato per dodici mesi l’anno. Nello stesso corpo aziendale si coltivano anche ortensia da fiore reciso, statice, lisianthus e violaciocca».
La coltivazione di ortensia è condotta in “fuori suolo”, con piante allevate in vaso su substrato composto da torba e perlite.
«Le altre specie si succedono in rotazione anche per evitare problemi di “stanchezza” del terreno e fornire produzioni che si alternano nel corso dell’anno».
Nel corpo aziendale ubicato a Torre Annunziata, invece, si coltivano articoli stagionali senza l’ausilio del riscaldamento.
«In questa azienda coltiviamo soprattutto garofanini tipologia green, violacciocca e statice, che si alternano in base alla disponibilità del terreno».
L’irrigazione
Per l’irrigazione l’azienda Gargiulo si avvale sia dell’acqua piovana accumulata in apposite vasche di raccolta sia dell’acqua di pozzo.
«L’acqua di pozzo non sempre possiede caratteristiche idonee per l’irrigazione delle specie floricole in coltivazione. Per questo motivo, in due dei tre corpi aziendali è presente un impianto ad osmosi inversa che ci consente di gestire al meglio la fertirrigazione.
Naturalmente in ognuno dei corpi aziendali è presente un fertirrigatore, gestito tramite computer, con il quale programmiamo i diversi interventi da effettuarsi nei vari settori di produzione».
L’azienda “Gargiulo”, dove in un apposito reparto si provvede anche alla selezione e confezionamento della merce, si avvale dell’impegno dei titolari e di 15 operai.
«L’organizzazione interna prevede una suddivisione dei compiti – afferma l’imprenditore – per cui ognuno dei titolari si occupa di un settore produttivo. Intanto, anche la nuova generazione inizia ad inserirsi nell’organigramma aziendale: Pasquale, figlio primogenito di mio fratello, dopo aver conseguito la laurea in Scienze Agrarie, si occupa degli aspetti tecnici di produzione, mentre Alessia, figlia di mia sorella, si è laureata in Economia e commercio e si interessa degli aspetti contabili».
L’impiantistica
La gestione delle serre è completamente automatizzata e le aperture sono gestite grazie ai dati acquisiti da sensori che rilevano temperatura, umidità e vento. In quasi tutte le serre, inoltre, è presente il doppio telo coibentante, mentre l’impianto di riscaldamento è utilizzato nel corpo principale per le specie più esigenti (anthurium, gerbera, lisianthus) e nell’azienda dove si coltivano principalmente i crisantemi.
«Abbiamo un doppio impianto di riscaldamento: aereo e basale ad acqua calda. Nel corpo aziendale principale l’impianto è alimentato con biomasse, mentre nella coltivazione di crisantemi è presente un impianto alimentato a gasolio. Per quello a biomasse si utilizza principalmente nocciolino d’olive, mescolato in piccola parte con gusci di nocciole. Il “nocciolino” ha una resa calorica molto più alta dei gusci di nocciole, tuttavia presenta una densità molto elevata e per evitare problemi all’impianto ed avere una combustione più uniforme provvediamo ad “alleggerirlo” con gli scarti delle nocciole».
Per migliorare la circolazione dell’aria all’interno degli ambienti protetti, oltre alle aperture sui laterali e al colmo delle serre, sono presenti dei ventilatori che consentono di stratificare l’aria.
«Naturalmente, le serre per la coltivazione dei crisantemi sono dotate di tutta l’impiantistica necessaria ad ottenere una produzione continua: impianto di oscuramento e di illuminazione. Nella serra dove si coltivano anthurium è presente un doppio impianto “fog”, ad alta e bassa pressione, utilizzato secondo le esigenze. Un impianto “fog” unicamente a bassa pressione è presente nell’impianto di gerbere e utilizzato dopo il trapianto e nel periodo estivo».