Agricoltura di precisione per gli ortaggi da frutto

frutticoltura di precisione
L’esperienza dell’Op Del Garda tra Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia che utilizza dispositivi per monitorare le infestazioni e l’umidità nel terreno

Nell’ultimo anno l’andamento delle precipitazioni e la carenza d’acqua sono sicuramente i fattori che hanno avuto un impatto maggiore sulle coltivazioni delle orticole da frutto.

È quanto ci ha riferito Moreno Marcolungo, presidente della Op Del Garda che annovera tra le principali coltivazioni quelle di meloni, melanzane, cetrioli, peperoni, pomodori, diverse tipologie di lattughe (lollo e gentile) e piccoli frutti, specialmente mirtilli e fragole, quasi interamente realizzate in coltura protetta.

L’Op conta una cinquantina di produttori, localizzati soprattutto nella provincia di Verona, poi Rovigo, Padova, Emilia-Romagna e Lombardia, ed è attualmente impegnata in un progetto di ricerca nell’ambito di un Piano operativo, volto allo sviluppo di modelli previsionali per fitopatologie e irrigazione.

Moreno Marcolungo, presidente della Op Del Garda

«Tutto gira intorno alla distribuzione d’acqua, il resto viene di conseguenza. La gestione idrica è quindi il punto fondamentale. Monitoriamo la quantità d’acqua nel suolo e nell’aria con umidità e VPD (deficit di pressione di vapore), sia per lo sviluppo dei frutti che per patogeni come peronospora, botrite e oidio. Il sistema di supporto decisionale OPI di Evja ci permette di valutare questi parametri in tempo reale e con precisione, aiutandoci ad agire di conseguenza in campo. La direzione è chiara, considerando anche che abbiamo sempre meno agrofarmaci a disposizione per le costanti restrizioni».

Il Dss OPI permette di ottimizzare le pratiche agronomiche e pianificare in modo corretto gli interventi di irrigazione, fertilizzazione e difesa.

«Non agiamo più in modo empirico come in passato – spiega il presidente della Op Del Garda – ma con precisione scientifica. L’esperienza dell’agricoltore resta fondamentale ma, sia per gli esperti che per i meno esperti, uno strumento come OPI è una guida estremamente utile. Tarare la fertirrigazione sulla fase fenologica delle colture e sul momento giusto ci permette di risparmiare acqua e usare le risorse quando servono, scongiurando il rischio di creare condizioni predisponenti l’attacco di patogeni, soprattutto funghi. Un esempio su tutti è la temporizzazione delle irrigazioni, che adesso non effettuiamo più dopo il tramonto né prima dell’alba».

In agricoltura c’è poco spazio per sperimentare e soprattutto le nuove generazioni possono trarre grande vantaggio dalle nuove tecnologie, che sono dei validissimi ausili all’esperienza.

«Grazie a esse – aggiunge Marcolungo – si può sicuramente migliorare il risultato produttivo ed economico. Del resto, anche gli agricoltori esperti hanno bisogno di una guida per far fronte agli impatti imprevedibili causati dal cambiamento climatico».

Le problematiche parassitarie

Monitorare i principali parametri ambientali è indispensabile anche per far fronte alle diverse problematiche relative alla difesa.

«Su pomodoro e melanzana abbiamo avuto molti problemi legati alla Tuta absoluta – ci dice Marcolungo –. Inoltre, particolarmente fastidioso nell’areale di Verona è stato il Ligus, anche perché combatterlo con i piretroidi implica lasciare campo libero a tripidi e acari che, senza predatori, proliferano, aiutati anche dalle alte temperature. Su peperone e cetriolo abbiamo registrato danni da cimice, come anche sugli alberi da frutta, che sono però una parte minoritaria delle nostre referenze».

Un altro problema che sta diventando piuttosto rilevante, è la difficoltà di reperimento della manodopera.

«Nel settore agricolo è sempre più difficile reperire manodopera sia semplice che specializzata. Altro aspetto che ci crea non pochi problemi è legato all’aumento di restrizioni e controlli richiesti dai disciplinari su nitrati e fosforo, con le connesse attività burocratiche da sbrigare. Utilizzando opportunamente le nuove tecnologie è possibile ottenere prodotto a “residuo zero” che, però, non è ancora remunerato dal mercato, che per ora conosce solo il prodotto standard e quello biologico. È importante che venga riconosciuta una giusta remunerazione a fronte dei costi maggiori per chi riesce a raggiungere questo traguardo».

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Prospettive e ricerca

L’Op Del Garda è impegnata ad applicare correttamente le nuove tecnologie e a sperimentare nuove soluzioni.

«I sistemi di agricoltura di precisione forniscono un dato utile – specifica Marcolungo – ma che deve comunque sempre essere interpretato dall’agricoltore e contestualizzato nell’azienda e per le specifiche coltivazioni.

Qui a Verona lavoriamo principalmente con tunnel freddi, e OPI ci permette di agire nel poco margine a nostra disposizione, ad esempio indicando quando aprire e chiudere i tunnel, gestendo così al meglio temperatura e umidità».

Proprio in quest’ottica la Op Del Garda sta portando avanti un progetto di ricerca con approccio multidisciplinare nell’ambito di un Piano operativo, che coinvolge l’impresa agritech Evja e il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli.

«Con il progetto di ricerca stiamo traducendo la teoria in pratica. Lavoriamo molto sui modelli predittivi, sia per le fitopatologie che per la gestione irrigua.

C’è molto margine di miglioramento e il Piano Operativo ci sta dando l’opportunità di raggiungere questo obiettivo affinché non sia soltanto una tecnologia da sfoggiare per mostrarsi al passo con i tempi, ma diventi sempre più uno strumento indispensabile nell’attività pratica di tutti i giorni».

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L’attività di ricerca

Il progetto di ricerca di Op Del Garda è inserito nel Piano operativo e coinvolge come partner tecnico Evja e come partner scientifico il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, che vede come referente il professore Giuliano Bonanomi, docente di Patologia vegetale. «Le nostre attività – ci riferisce Bonanomi – sono dedicate allo sviluppo di modelli previsionali, basati sull’intelligenza artificiale e finalizzati alla prevenzione delle principali fitopatologie e al miglioramento delle pratiche irrigue al fine di risparmiare acqua. Lavoriamo inoltre sulla calibrazione di modelli fenologici della crescita delle colture, necessari per ottimizzare i tempi di raccolta e la programmazione aziendale».

Giuliano Bononomi, professore di Patologia Vegetale presso il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli

Diverse sono le problematiche di difesa delle specie oggetto di studio: per quanto riguarda gli organi vegetali aerei, per la melanzana la principale malattia è la muffa grigia (Botrytis cinerea) mentre per il cetriolo la peronospora (Peronospora cubensis), l’oidio (Podosphaera xanthii e Golovinomyces cichoracearum) e in alcuni areali l’antracnosi (Colletotrichum sp.) sono di notevole rilevanza fitopatologica. Diversi funghi e oomiceti attaccano anche la radice e il colletto di queste colture; nel caso della melanzana la verticilliosi (Verticillium dahliae) può limitare fortemente la produttività mentre la fusariosi (Fusarium oxysporum), il marciume radicale e il damping off (Pythium sp. e Rhizoctonia solani) sono importanti per il cetriolo.

«Per quanto concerne le malattie che interessano le foglie, i fiori e i frutti – spiega Bonanomi – è fondamentale monitorare temperatura dell’aria, umidità relativa e durata della bagnatura fogliare. Discorso completamente diverso per i patogeni tellurici, dove la complessità del sistema suolo richiede la conoscenza di numerose variabili come il pH, il tenore in sostanza organica e dei principali nutrienti oltre alla composizione del microbioma batterico e fungino».

I modelli epidemiologici sviluppati per malattie come la peronospora e l’oidio sono robusti e affidabili, purché i parametri di input siano corretti. Al contrario, per i patogeni tellurici sono necessari ulteriori studi volti a chiarire il ruolo del microbioma batterico e fungino nel modulare la soppressività dei suoli.

«I modelli previsionali, declinati nelle loro varianti all’interno dei sistemi di supporto decisionali come Opi di Evja – aggiunge Bonanomi – sono fondamentali per un’agricoltura efficace e ecosostenibile. Utilizzare in maniera efficiente le risorse come l’acqua, i fertilizzanti e i prodotti fitosanitari è oggi una necessità non solo per ragioni economiche, ma anche per un’agricoltura che rispetti l’equità intergenerazionale. In tale ottica i modelli previsionali sono degli strumenti assolutamente fondamentali».

Agricoltura di precisione per gli ortaggi da frutto - Ultima modifica: 2023-09-12T10:10:25+02:00 da Elena Barbieri

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